In attacco va fatta chiarezza su Verdi e Zaza altrimenti il mercato del Torino resta bloccato
Fonte: Elena Rossin
Belotti è il punto focale dell’attacco del Torino, a meno di al momento imprevisti sviluppi del mercato con offerte irrinunciabili sia per la società sia per il giocatore. Cairo ha dichiarato che resta e il “Gallo” non ha chiesto la cessione, anche perché in granata ha il posto fisso e al termine della stagione che inizierà a breve si disputerà l’Europeo e giocare con continuità è molto importante. Fatto salvo questo, per far sì che il Torino e Giampaolo non incorrano in problemi offensivi, visti troppe volte nel recente passato, serve che Belotti si trovi circondato da compagni validi.
In questi giorni circolano alcuni nomi di giocatori che agiscono in attacco e che sono funzionali al gioco dell’allenatore anche perché da lui già allenati, ma prima di pensare a nuovi arrivi c’è da fare chiarezza su chi c’è. In particolare su Verdi e Zaza, entrambi hanno fatto miglioramenti sotto la gestione di Moreno Longo, ma questo non basta a eliminare i dubbi sul loro rendimento. Oltretutto sono giocatori che al Torino sono costati molto, i più cari dell’era Cairo. L’ex Napoli arrivò il 2 settembre 2019 per 23 milioni di euro, 3 di prestito oneroso più altri 20 per l’obbligo di riscatto, e ha uno stipendio netto annuo di 1,7 mln con un contratto fino al 2023. Mentre l’ex Valencia approdò al Torino il 17 agosto del 2018 in prestito oneroso a 2 mln con obbligo di riscatto alla prima presenza fissato a 12 mln e per un totale di 15,6 inclusi gli oneri accessori e i contributi di solidarietà. E ha un contratto fino al 2023 e anche lui ha uno stipendio di 1,7 mln netti. Le non buone prestazioni li hanno fatti svalutare soprattutto Verdi che oggi, secondo Transfermarkt, vale 13 mln e Zaza 7 cifre che rendono più difficile cederli senza incappare in una minusvalenza, inaccettabile per il presidente Cairo.
Se Verdi e Zaza resteranno al Torino con Giampaolo convinto di averli in rosa e di conseguenza di utilizzarli per non svalutarli ulteriormente allora qualcuno dei giocatori che sono accostati al Torino non arriverà, altrimenti poi sorgeranno problemi legati a chi tenere in panchina. L’allenatore predilige il 4-3-1-2 per cui l’attacco può arrivare ad avere 6 giocatori più un giovane, al massimo due, da far crescere. Posto che tre ci sono già e ben venga che le alternative siano di livello quasi pari dei titolari restano da riempire tre caselle, tenendo conto che a centrocampo non si possono mettere giocatori con caratteristiche troppo offensive altrimenti la squadra sarebbe eccessivamente sbilanciata in avanti per quanto ci possano essere giocatori disposti al sacrificio e a ripiegare quando occorre. Sembra che Verdi sia visto più come seconda punta che come trequartista da Giampaolo. Ramirez è un trequartista e in alternativa può essere utilizzato come ala sinistra o destra. Bonazzoli è una punta centrale e all’occorrenza seconda punta o ala destra. Borini è una’ala sinistra e in alternativa punta centrale e ala destra. João Pedro è una seconda punta e trequartista e centrale di centrocampo. Tiquinho Soaresè una punta centrale. Linetty è un centrocampista centrale e può ricoprire anche il ruolo di mediano e centrocampista di destra. Valoti è un centrocampista centrale e può agire anche da trequartista e ala sinistra. Krunic è un centrocampista centrale e può essere collocato anche da trequartista e mediano, Petriccione è un mediano o anche centrale di centrocampo. E nella rosa del Torino, escludendo Edera e Millico che dovrebbero andare in prestito oppure essere ceduti come Boyé più altri giovani di rientro dai prestiti, ci sono anche Berenguer, Rincon, Meïté, Lukic e Baselli, che dovrebbe rientrare dall’infortunio non prima di novembre, e che se il Genoa non esercita il diritto di riscatto Falque.
Il mercato del Torino rischia di essere bloccato in attacco e di conseguenza anche a centrocampo se non verrà fatta chiarezza su Verdi e Zaza.