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In campo non per battere una grande, il Milan, ma per se stessi

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

C’è una sottile differenza concettuale fra il caricarsi da parte del Torino perché l’avversario di turno è una squadra, il Milan, con una bacheca stra-piena di trofei, anche se nell’ultimo anno e mezzo la squadra rossonera ha palesato più di una difficoltà, e l’andare in campo per dimostrare che sta facendo di tutto per superare problemi oggettivi che non sperava di avere a inizio stagione. Il Torino questa sera affronterà davanti ai suoi tifosi, con la Maratona esaurita, il Milan. Nelle quattro precedenti partite di campionato la squadra di Ventura ha sempre conquistato punti, pareggi con Palermo ed Empoli, vittoria con il Genoa e altro pareggio con il Chievo, sei punti che hanno permesso al Torino di mettere un margine di sicurezza, guarda caso proprio di sei punti, dal Cagliari che è terz’ultimo. I rossoneri nello stesso periodo hanno perso con il Genoa, vinto con il Napoli, pareggiato con la Roma e perso con il Sassuolo, incassando quattro punti, ma in virtù di quanto fatto in precedenza hanno in classifica sette punti in più dei granata.

 

Tutto sommato quindi il Milan non rappresenta un avversario insormontabile da far pensare che qualunque cosa il Torino faccia in campo risulterà comunque inutile perché intanto i rossoneri sono talmente superiori che i granata partono battuti già prima di cominciare a giocare. Ecco che di conseguenza poco importa se la bacheca del Milan pullula di trofei prestigiosissimi, sono il passato, l’oggi è un’altra cosa, anche se la squadra di Inzaghi non può essere sottovalutata e considerata del tutto alla portata. Dimenticarsi anche che Cerci è passato dall’altra parte, pure questo appartiene al passato, per la serie ci eravamo tanto amati però le nostre strade si sono divise: è stato bello finché è durato. Il Torino ha delle criticità che non si esauriscono con l’estrema difficoltà a segnare perché la squadra di Ventura non ha ancora trovato l’equilibrio in fase offensiva e centrocampo e attacco non girano come dovrebbero. Purtroppo il mercato estivo non è stato azzeccato, capita, e che al momento rinforzi da quello invernale non ne sono arrivati. A tutto ciò si aggiunge che società ed allenatore, sicuramente in accordo, hanno deciso che quattro giocatori, Nocerino, Ruben Perez, Sanchez Miño e Larrondo, non rientrano più nel progetto per questa stagione e quindi di fatto sono stati accantonati così la rosa è passata da ventisette a ventitre giocatori, poi ci ha messo il carico anche la sfortuna perché Amauri si è fatto male e Barreto è stato messo ko dall’influenza, mentre per quel che riguarda Basha e Masiello sono rientranti da infortuni di vecchia data e non ancora pronti per andare in panchina, quindi giocano con la Primavera per ritrovare il ritmo partita. Morale della favola il Torino affronterà il Milan con due soli attaccanti della prima squadra, Quagliarella e Martinez, più il Primavera Lescano e Ventura sarà costretto a qualche modifica nell’assetto tattico. Più che probabile l’utilizzo di El Kaddouri come seconda punta atipica, da vedersi se affiancato da Farnerud a supporto di Quagliarella con conseguenza un centrocampo a quattro con due esterni, Bruno Peres più probabile di Molinaro e Darmian e due centrali, Vives e Gazzi. Altrimenti solito 3-5-2 con attacco formato da Quagliarella e Martinez e a centrocampo uno fra Vives, Gazzi, Farnerud ed El Kaddouri in panchina. Di necessità virtù. In difesa piccolo dubbio fra Gillet e Padelli in porta e per il resto formazione tipo con Maksimovic o eventualmente Bovo, Glik e Moretti.

 

Il Torino non deve sentirsi motivato perché di fronte avrà il blasonato Milan, ci starebbe per carità, però questo tipo di atteggiamento non è del tutto sano in quanto dovuto più all’orgoglio di cercare applausi perché la vetrina mediatica è di quelle luccicanti e ben addobbate. Il Torino deve scendere in campo per se stesso e far vedere ai suoi tifosi e ai critici che pur in difficoltà ha in sé comunque delle risorse di base sulle quali con i giusti innesti può cambiare marcia e tornare a puntare alla parte sinistra della classifica, consapevole che ormai i posti che portano a giocare in Europa nella prossima stagione non sono più alla portata, ma che si ha ancora la possibilità di fare al meglio non solo in campionato, ma anche in Coppa Italia e in questa Europa League.Ventura e i giocatori devono metterci del loro sul campo, la società in sede di calciomercato.


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