In questo periodo i granata devono limitare i danni
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il Torino è una squadra che ha delle lacune che non sono colmabili con il lavoro quotidiano in allenamento, la buona volontà o lo spirito di sacrificio. Magari in parte è possibile contenere i problemi trovando un’organizzazione di gioco che sfrutti al massimo le caratteristiche dei singoli e che non richieda ad alcuni giocatori di contribuire in modo massiccio a tutte le fasi della manovra, lasciandoli così più lucidi e meno stanchi per concentrare tutte le energie nello svolgere al meglio il proprio ruolo. Solo con la riapertura del mercato il tre gennaio ci sarà la possibilità di prendere i giocatori che servono a completare l’organico al fine di centrare l’obiettivo stagionale.
In attesa della riapertura del mercato Ventura e i giocatori devono limitare i danni, che in parole povere vuol dire cercare di accumulare più punti possibili in modo da non ritrovarsi in classifica in zona retrocessione e con troppe lunghezze di distacco dalle squadre che hanno la salvezza in tasca. Altrimenti c’è il rischio, anche se arrivassero rinforzi di buona caratura, che la strada da percorrere sarebbe lunga e in salita perché i punti raccolti nel girone d’andata sono stati pochi. Fare questo discorso al momento potrebbe sembrare prematuro poiché il Torino è tredicesimo in classifica a pari punti con Sampdoria e Chievo e alle sue spalle ci sono il Genoa, che questa sera affronterà la Fiorentina nel posticipo della decima giornata, che di punti ne ha nove, il Palermo e il Pescara otto, il Bologna sette e il Siena tre, ma la salvezza si costruisce nel tempo accumulando punticino dopo punticino e avendo appunto i giocatori adatti che permettono di fare gli indispensabili punticini.
Nell’ordine le prossime partite saranno con Napoli, Bologna, Roma, Fiorentina, Juventus, Milan, Genoa e Chievo prima della sosta natalizia, per poi chiudere il girone d’andata il sei gennaio con il Catania. Nove gare di cui almeno cinque con squadre decisamente più forti del Torino perché hanno molti giocatori in rosa che da soli e in qualunque momento della partita possono fare la differenza. Gli attuali dieci punti dei granata dicono che la media a gara è di un punto e anche prendendo in considerazione che effettivamente i punti conquistati sul campo sono stati undici, per il meno uno iniziale di penalizzazione, si arriverebbe a una media di 1,1 che a fine stagione equivarrebbe a raggiungere una quota compresa fra i 40 e i 41 punti che potrebbero magari anche bastare per salvarsi, se come aveva detto un po’ di tempo fa mister Ventura la soglia di 40 dovrebbe essere sufficiente per centrare l’obiettivo. Tutto questo però a patto che si continui a mantenere l’attuale andamento anche nelle prossime partite.
Il campionato è livellato verso il basso e questo aiuta, ma sperare che le altre squadre facciano peggio è un azzardo troppo pericoloso da quando ci sono tre punti a partita, perché bastano due vittorie per trovarsi a metà classifica o in qualche caso anche oltre, ma con due sconfitte si è sorpassati da chi sta dietro e si ruzzola in fondo. Limitare i danni è quello che il Torino deve fare con tanta serenità e senza sentirsi sconfitto prima ancora di scendere in campo consapevole dei propri limiti, ma deciso a sfruttare le proprie capacità e le difficoltà altrui, come è capitato con la Lazio che era priva di Ledesma e Hernanes e non è riuscita a rendersi pericolosa come lo sarebbe stata se i due giocatori fossero stati a disposizione di Pektovic. Allo stesso modo il Torino non deve più incappare in partite come quelle con Cagliari e Parma che, a prescindere dagli errori arbitrali, non possono essere condotte senza riuscire a conquistare nemmeno un punto, altrimenti gli sforzi fin qui fatti e anche gli eventuali innesti a gennaio potrebbero comunque risultare inutili.
L’obiettivo finale è la salvezza e deve essere conquistata, il Torino non può continuare a fare sporadiche capatine in serie A, la situazione al momento non è allarmante, ma non deve diventarlo nei prossimi mesi. In campo si pensi a essere concreti e se poi si deve rinunciare al bel gioco pazienza per quello c’è sempre tempo, ricevere pacche sulle spalle per la buona prestazione senza aver ricavato punti è un lusso che una squadra che si deve salvare non può permettersi né quando affronta le grandi né tanto meno quando l’avversario è alla portata.