Innalzare il trend: il Torino ha bisogno di tornare a essere quello di prima della sosta
Fonte: Elena Rossin
Dall’Udinese all’Udinese il Torino ha avuto due facce: la prima vincente, mentre la seconda incerta. Lo spartiacque è stato la sosta per il Mondiale. Dopo la sconfitta nel derby proprio a partire dalla gara con l’Udinese i granata hanno inanellato risultati per lo più positivi : 3 vittorie (Udinese, Milan e Sampdoria), 1 pareggio (Roma) e 1 sconfitta (Bologna) ottenendo una media di 2 punti a partita. Dall’inizio del 2023 invece il trend si è abbassato: 3 pareggi (Verona, Salernitana e Empoli), 1 sconfitta (Spezia) e 1 vittoria (Fiorentina) con una media di 1,2 punti a gara ai quali vanno aggiunte 1 vittoria (Milan) e 1 sconfitta (Fiorentina) in Coppa Italia e l’eliminazione da questa competizione ai quarti.
La squadra è stata praticamente la stessa, a parte nell’ultima partita in Coppa Italia con la Fiorentina, visto che era stato ceduto Lukic più i giovani Ilkhan e Garbett oltre a Edera e presi Ilic, Gravillon e Vieira. Non è facile quindi spiegare un’inversione di tendenza abbastanza marcata. Certo la lunga sosta per il Mondiale può aver influito così come gli avversari hanno avuto modo di capire meglio il Torino, ma entrambi i fattori valgono anche al contrario, soprattutto il secondo. E allora? Pensare di tornare ai livelli precedenti non è un azzardo.
Indubbiamente senza Lukic si è perso un giocatore decisamente importante per gli equilibri della zona centrale del campo, quella in assoluto più nevralgica. Però Ilic, anche se un po’ meno esperto e con caratteristiche tecniche differenti è comunque un elemento funzionale al gioco di Juric, che indubbiamente lo ha voluto. Gravillon, visti gli infortuni di Djidji e Zima, può essere tutto sommato un’alternativa rispettabile. Vieira in confronto a Ilkhan ha maggior esperienza e decisamente più muscoli. L’infortunio di Lazaro non aiuta, ne avrà ancora per un po’, però Aina e Singo hanno superato i problemi fisici e sono tornati e possono dare il loro contributo. Anche Pellegri dovrebbe essere sul punto di lasciarsi alle spalle gli acciacchi. Chi finora era stato utilizzato meno, Seck, Adopo, Karamoh e Bayeye nell’ultimo periodo qualche spunto positivo lo hanno fatto vedere.
I presupposti affinché il Torino torni ad essere quello che si era visto fra il 23 ottobre e il 13 dicembre ci sono. Non si tratta di una squadra altamente competitiva, qualche alto e basso sarà inevitabile, ma provare a non andare sotto l’attuale 8° posto e magari raggiungere il 7° sembrano obiettivi possibili. Ora tocca Juric e ai giocatori dare tutto quello che hanno e poi a fine stagione si vedrà se chi c’è merita e vuole restare e che cosa deciderà la società se costruire uno zoccolo duro oppure continuare a smantellare senza fare quel passo avanti che in molti auspicano e che sarebbe più che doveroso compiere.