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Jansson: “Giocare con il cuore è il mio punto di forza”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Il difensore centrale svedese, che ricopre questo ruolo solo da tre anni, si è presentato per farsi conoscere meglio. Gli piace che al Torino si curi la tattica e non si pensi solo a far correre la palla. In questi primi giorni si è trovato bene e anche se non parla l’italiano i compagni lo stanno aiutando molto. Pensa che la squadra sia pronta per affrontare l’Europa League.

 

È la sua prima volta in Italia, quali sono le prime impressioni che ha avuto di Torino e della squadra?

 

“Sono stato a Torino già tre volte ed è una bella città, ho anche già trovato l'appartamento. La squadra è molto buona, non c’è che dire”.

 

Chi è il compagno che la sta aiutato di più nell'inserimento?

 

“Ovviamente Farnerud è stato il primo ad aiutarmi ma adesso non è qui, e poi tra gli altri Padelli perché parla un buon inglese, mentre soprattutto Vives e Bovo mi insegnano un po’ di italiano, ma anche gli altri compagni”.

 

Parla molto anche con Vesovic, vero?

 

“Sì, anche lui parla un buon inglese e mi aiuta molto traducendomi ciò che dice Ventura”.

 

Che cosa pensa di mister Ventura che ha molta cura nell'allenare soprattutto i difensori?

 

“È molto differente dalla Svezia, qui si cura molto la tattica con mister Ventura, ma credo che per me sia una buona cosa, perché ho bisogno di imparare anche questo tipo di calcio molto tattico: in Svezia si pensa soltanto a giocare”.

 

 

Che cosa le ha detto l’allenatore quando è venuto in Italia? Quando lo ha incontrato per la prima volta?

 

“L’ho incontrato la prima volta tre mesi fa, quando sono venuto a firmare il contratto. Mi ha parlato del club, dicendomi che è una grande società, con molti tifosi, con una grande tradizione, mi ha parlato del Grande Torino. Credo che sia un’ottima sistemazione per me e mi piace molto la sua filosofia calcistica basata sul concetto di giocare sempre la palla senza mai buttarla via. Non posso che parlare bene di lui”.

 

Tra i suoi compagni della difesa, qual è quello che la sta aiutando di più?

 

“Moretti, Glik, Bovo, un po’ tutti. Io osservo spesso Glik perché giochiamo nella stessa posizione”.

 

Quali sono i suoi punti di forza?

 

“È difficile, ma posso dire che gioco sempre con il cuore, gioco prevalentemente al centro ma volendo anche a destra, ed aggiungo che ho sempre giocato da attaccante e faccio il difensore solo da tre anni, quindi ritengo di avere un buon trattamento della palla, perciò mi piace il calcio praticato da Ventura”.

 

Qual è la sua caratteristica che vuole migliorare durante la permanenza in Italia?

 

“Innanzitutto, devo imparare la lingua per capire cosa dicono i compagni e quale tipo di gioco vuole da me l'allenatore, ma devo andare passo dopo passo. Sicuramente voglio giocare e vincere molte partite con il Torino: sono qui per questo”.

 

Dato che il campionato in Svezia è già iniziato, come si è trovato a fare la preparazione con la tua vecchia squadra, per poi arrivare qui ed iniziare un’altra preparazione?

 

“La preparazione in Svezia è niente in rispetto all’Italia: qui si corre ogni giorno, mentre in Svezia corriamo al massimo uno-due giorni all’anno, non c’è confronto”.

 

Che cosa pensa dell'Europa League che stai per giocare con il Torino?

 

“Due anni fa con il Malmoe ho disputato i preliminari di Champions e poi la fase a gironi di Europa League: è un bel torneo e non vedo l’ora di giocarlo”.

 

Crede che questo gruppo possa essere competitivo in Europa League?

 

“Assolutamente sì”.


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