Juric non ha in testa un Torino a due punte e gli manca un trequartista però porta avanti il suo progetto e se la società non lo segue dirà addio
Fonte: Elena Rossin
Molto illuminante la conferenza stampa di ieri di Juric che ha fatto passare in secondo piano la partita di oggi con la Salernitana. Attenzione, in secondo piano per i discorsi e non di certo per l’importanza della gara che sicuramente conferisce al match di questa sera l’allenatore del Torino. Infatti, la squadra granata è reduce dalla vittoria ottenuta all’ultimo con il neo promosso Genoa, vittoria sulla quale Juric ha detto: “Quasi si aveva la sensazione di vergognarsi ad aver vinto all'ultimo minuto”, e quindi con la Salernitana ci vuole continuità di risultati perché l’obiettivo è migliorarsi rispetto alle due stagioni precedenti e ai due decimi posti ottenuti.
Migliorarsi attraverso il proseguimento del percorso intrapreso e senza stravolgere i concetti di gioco che per Juric sono quelli del 3-4-2-1 senza quindi l’utilizzo delle due punte, “Con due punte cambia davvero tanto. Adesso proprio non lo voglio neanche provare e non mi passa per la testa” sono chiarissime in tal senso le parole dell’allenatore del Torino. Non proprio una chiusura totale, ma di certo molto condizionata: "Una squadra deve avere concetti chiari: se siamo passati da 37 punti a 53 è perché avevamo i concetti chiari e non improvvisati. Può essere un’opzione, ma quello che a me in questo momento preme è che Sanabria torni in forma come era prima e poi posso pensare di eliminare qualche altro giocatore (si gioca in undici, ndr) per fare altre cose e trovare un certo equilibrio. Anche se Zapata, Sanabria e Pellegri sono dei numeri 9. In questo momento si può fare anche come contro il Cagliari. Non mi preoccupa molto, ma ora dobbiamo crescere come squadra con i concetti utilizzati in questi anni". Concetti che sono stati portati avanti da Juric anche se puntualmente in estate gli sono stati cambiati giocatori chiave, soprattutto in quella del 2022, e i giocatori da lanciare e da rilanciare sono stati la stragrande maggioranza. Quest’anno la sessione estiva del mercato gli è andata meglio, sono rimasti Buongiorno, Ricci e Schuurs e dopo i non riscatti sono comunque tornati Vlasic e Lazaro e gli sono stati presi giocatori come Tameze e Zapata, però non è arrivato un altro trequartista per sostituire Miranchuk.
Sull’arrivo di Zapata mister Juric ha fatto totale chiarezza e indirettamente si è ben compreso che la società più che programmare il mercato, per dare all’allenatore i giocatori che gli servono, coglie le occasioni che capitano, meglio di niente per carità soprattutto se servono a migliorare la rosa. “Zapata è stata un'occasione nata con Buongiorno – ha puntualizzato Juric - perché noi non pensavamo di cercare un altro che potesse fare l’attaccante e l’esterno nel caso che Pellegri non stesse bene e comunque adesso Pietro sta trovando continuità. Quando è uscita l’idea con l’opportunità di Zapata, secondo me, la società ha ritenuto di coglierla perché così la squadra sarebbe migliorata. Non abbiamo mai parlato di giocare con due attaccanti o mi è stato chiesto se volessi cambiare, mi è stato solo detto: "Ivan, vuoi Zapata?". Ora abbiamo tre numeri 9, abbiamo perso Miranchuk e preso Zapata. Adesso vogliamo qualcosa in più da Seck perché pensiamo che sia cresciuto in questo periodo. Poi con il tempo è tutto possibile e possono nascere opportunità anche da situazioni particolari: giocare con due attaccanti, con il 5-3-2. Niente è escluso. Come concetto è tutto nato negli ultimi due giorni di mercato".
Il campionato è molto equilibrato per Juric: "Vedo un campionato con otto squadre che sono nettamente superiori alle altre e poi che tutte le altre sono più o meno insieme. Vedo un campionato molto, molto equilibrato e ogni partita è molto tosta ed è difficile per tutte le squadre. Per noi dipenderà molto da noi stessi". E serve quindi fare molta attenzione per non crollare, come è anche già capitato al Torino in passato. “Le squadre medie non sono a posto quando ci sono giocatori che hanno la pancia piena o che vogliono andare via e invece rimangono ed è allora che la squadra crolla. Noi allenatori delle medie dobbiamo essere molto attenti su questo. E’ quello che era successo al Torino quando è passato dall'Europa a salvarsi all'ultimo. La mia squadra deve crescere, anzi no deve essere tosta come lo è stata in questi due anni senza mollare, lavorare forte ed essere molto concentrata perché se caliamo del 5%, visto che i miei giocatori sono, per me, medi, possiamo crollare come squadra. Bisogna stare molto attenti e sul pezzo”. E poi: "Avevo visto il crollo del Torino quando era arrivato Zaza, il crollo della tattica di Mazzarri. Quando c'erano Falque, Ljajic e Berenguer era una cosa, poi quando si sono fatte le cose in modo diverso è andato in difficoltà. E' un modo diverso di interpretare il calcio (Juric si riferisce alle due punte, ndr): anche Vlahovic e Chiesa non sono due attaccanti. L’attaccante è Vlahovic e poi c’è Chiesa e cambiano tantissime cose. L'Inter lo fa bene storicamente dai tempi di Conte, che giocava con il 3-5-2, ma non vedo altre squadre in Italia e nemmeno in Europa".
Juric è all’ultimo anno di contratto e il continuare a restare al Torino è subordinato ai miglioramenti sia dei risultati sia, concetto espresso da Juric indirettamente, delle azioni della società. "I tifosi del Toro vogliono grandi cose e a volte non sono possibili, è molto semplice. La società nel suo dna vuole essere su, anche per la storia, e ogni tifoso granata cresce con l'idea che il Toro debba essere tra le prime sei o sette squadre in Italia e questo a volte porta insoddisfazione. In due anni, da una situazione molto difficile e grave siamo riusciti a fare molto bene, stabilizzandoci in un certo senso, ma dobbiamo fare attenzione a non crollare di nuovo. Noi come staff vorremmo provare a fare qualcosa in più, altrimenti la nostra presenza qui non ha senso per come vediamo noi le cose. E’ il terzo anno del nostro contratto e dopo aver stabilizzato e aver fatto un grandissimo lavoro come staff l’unica cosa che ci fa rimanere qua è fare il salto e andare avanti. Così ha senso, ma galleggiare per l’ambiente non va bene ed evidentemente anche per noi dello staff non va bene". Juric non sta mettendo le mani avanti o precostituendosi alibi come qualcuno potrebbe pensare oppure qualcun altro potrebbe voler far credere perché ha già dimostrato di saper valorizzare i giocatori e fatto fare plusvalenze al Torino risollevando oltretutto la squadra dai bassifondi della classifica, ma sta portando avanti il suo progetto per il Torino e il suo personale ed è schietto e realista.
Stasera, fischio d’inizio alle 18,30, la partita con la Salernitana all’Arechi e mancheranno Ilic e Vojvoda, tornati acciaccati dagli impegni con le rispettive Nazionali, e il Torino dovrà fare il primo passo verso il suo futuro: migliorare e tenere un allenatore come Juric, altrimenti sarà l’ennesimo progetto abortito e si comincerà da capo con un nuovo allenatore e nuovi giocatori, quindi senza continuità e vera programmazione.