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L'Empoli "ammazza-Juve": rapido, corto, aggressivo, animale da trasferta

di Claudio Colla

Capace, a fine agosto, di mettere a segno il colpaccio, e mandare al tappeto la Juve di Allegri (a posteriori, forse, impresa nemmeno così clamorosa, ma certamente significativa), l'Empoli di Aurelio Andreazzoli, poco più di tre mesi dopo, è atteso a un nuovo viaggio in direzione sabauda. Destinazione, una gara da ospite al Grande Torino, contro l'armata Juric. Una gara, si sarebbe detto un tempo, da unoicsdùe: 

Come facilmente riscontrabile dando un'occhiata all'andamento mantenuto finora dagli azzurri toscani, avanti di due punti in classifica rispetto al Toro, i ragazzi di Andreazzoli, in trasferta, ci sanno decisamente fare. Sesta forza del campionato lontana dalle mura amiche (quinta per media punti), in virtù delle quattro vittorie esterne - in contrapposizione a sole due sconfitte, - ottenute, oltre a quella dell'Allianz Stadium, contro Cagliari, Salernitana, e Sassuolo, l'Empoli è soprattutto gioco corto e aggressivo, ripartenze rapide, sviluppo sulle fasce grazie a un incessante movimento senza palla dei suoi interpreti.

Di contro, i toscani presentano un gioco decisamente più rischioso di quello mediamente proposto dal Toro di Juric, e certamente più soggetto a imbarcate: peggior retroguardia del torneo, fino a ora, con ben 19 gol subiti in sette partite disputate al Castellani. Marchizza, Tonelli, Luperto, tutti difensori con licenza di impostare e di lanciarsi palla al piede, aspetto che ha rappresentato, per la neopromossa col vento in poppa, un'arma a doppio taglio. Col vento talmente in poppa, peraltro, da imporsi nell'ultima gara, questa volta in casa, su una lanciatissima Fiorentina. Un'Empoli, in definitiva, ospite decisamente scomodo, da cui è il caso di guardarsi ben oltre quanto ne suggerirebbe il blasone.


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