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L'importanza del centrocampo

di Elena Rossin

Ha ragione Biagio Pagano quando dice: “Se davvero siamo una squadra vera dovremo dimostrarlo sabato. Guai a pensare che la Nocerina sia una ex squadra di Lega Pro, perché quello sarebbe l’inizio della fine e significherebbe andare incontro a sicure brutte figure”. Dare continuità sul piano della prestazione e su quello del risultato è alla base della crescita che questo Torino sta intraprendendo. Crescita che ha come primo artefice mister Ventura, che allena insegnando ai suoi ragazzi non solo a giocare a calcio, ma ad avere una concezione del calcio. Il gioco inizia dall’idea che si deve avere in testa e deve essere sviluppata con i piedi che fanno girare la palla. Così come l’azione deve iniziare dal portiere e passando dal centrocampo deve giungere agli attaccanti, che hanno il compito di finalizzarla segnando.

 

La differenza che risulta maggiormente evidente nel Torino di quest’anno è il numero do passaggi consecutivi che effettuano i giocatori: la palla gira mentre avanza verso l’area avversaria. Questo girar di palla è dovuto in massima parte a come agiscono i centrocampisti. Che la parte centrale del campo, e di conseguenza gli uomini che vi agiscono, sia la zona del terreno di gioco cruciale, sia in fase di difesa sia in quella d’attacco, è lapalissiano. Lo sviluppo, che naturalmente avviene da una porta all’altra e quindi per linee verticali, comporta un movimento corale dei giocatori in campo che devono creare la condizione che ci sia sempre almeno un giocatore smarcato da poter servire in modo che prosegua l’azione. In questo inizio di campionato tale modo di agire si è visto, magari non sempre eseguito perfettamente, ma perché avvenga sempre più spesso ci vuole tempo e molto lavoro, come non si stanca mai di ripetere Ventura.

 

Iori, Basha, Vives,De Feudis e il giovane Suciu hanno un compito oneroso e delicatissimo. Il fatto che in cinque partite i gol subiti siano stati solo due è dovuto al sacrificio delle punte che tornano indietro per dare una mano, ma anche al filtro che attua il centrocampo. Per migliorare l’incisività sottoporta che finora ha prodotto sei gol i centrocampisti, coadiuvati dagli esterni, dovranno compiere uno sforzo ulteriore in modo che le punte possano più a lungo agire a ridosso dell’area avversaria, pronte a ricevere palla e ad indirizzarla in porta concentrandosi di più sulla finalizzazione dell’azione. Una squadra vera agisce sotto l’egida del motto: “Tutti per uno e uno per tutti” sia in fase di difesa sia in quella d’attacco.


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