L'ultima fatica per la certezza della salvezza e poi si pensi al futuro
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
La permanenza che può essere definita scontata in serie A del Torino corre sul filo che unisce Verona e Firenze. Chievo-Torino e Fiorentina-Palermo con i cinque punti che separano i granata dai rosanero a centottanta, più recuperi, minuti dalla fine del campionato sono le due partite che domani all’ora di pranzo prenderanno per i tifosi del Torino il sopravvento sui manicaretti in tavola. L’esito è quasi scontato e pende decisamente a favore del Torino che lascerebbe aperto il discorso salvezza, rinviandolo all’ultima giornata, solo se perdesse e contemporaneamente si verificasse la vittoria del Palermo, perché anche in caso di pareggio della squadra di Ventura e di vittoria di quella di Sannino e poi di ulteriore sconfitta dei granata nell’ultima gara con il Catania e di vittoria dei rosanero con il Parma le due squadre chiuderebbero sì la stagione a pari punti, ma grazie alla classifica avulsa il Torino resterebbe in serie A poiché potrebbe contare sulla miglior differenza reti e sul maggior numero di gol segnati: i granata hanno come saldo differenza reti meno nove (a oggi 43 gol fatti e 52 subiti) e i rosanero meno diciassette (33 gol realizzati e 50 incassati). Quindi è evidente che è solo il Torino a potersi complicare la vita e non sono le altre squadre a costituire un pericolo, poiché ai granata basta un punto per restare in serie A.
Il Torino a prescindere dalla classifica però deve ricucire lo strappo con i tifosi verificatosi dopo il pareggio con assenza di prestazione di mercoledì con il Genoa. I tifosi si sono sentiti traditi dalla squadra che non ha dimostrato grinta e determinazione, infatti hanno fischiato sonoramente esprimendo anche con epiteti molto coloriti e significativi tutto il loro disappunto. Onorare la maglia granata per il tifoso del Toro viene prima di tutto ed è imprescindibile dall’ottenere i risultati. Vincere facile non è gradito, la squadra deve vincere convincendo per impegno e produzione di gioco. Sarà quindi fondamentale che i giocatori e Ventura al Bentegodi profondano il massimo impegno ed entrino in campo con l’intento di disputare una gara importante dal punto di vista agonistico, solo così e con il tempo il rapporto con la tifoseria sarà ricucito. Il tifoso del Toro non dimentica e se anche la domenica successiva all’Olimpico ci saranno festa e applausi per la conclusione della stagione coronata dal raggiungimento dell’obiettivo di restare in serie A, dopo tre anni passati in cadetteria, il ricordo della partita con il Genoa non sarà cancellato, ormai un non lusinghiero trafiletto è stato consegnato alle pagine della storia di questo campionato.
L’importanza della conquista dell’ultimo punto che serve per chiudere in bellezza la stagione è aumentata dalla necessità di pensare al futuro, i tempi per allestire la squadra per la prossima stagione sono sempre più stretti, anche perché le decisioni sono state tutte rimandate a dopo la certezza della salvezza. Il raggiungimento dell’obiettivo stagionale è solo il primo passo perché il difficile è riconfermarsi. L’urgenza di pensare al futuro è dettata anche dal fatto che nella rosa granata ci sono molti giocatori in prestito (Brighi, Santana, Birsa, Jonathas, Caceres e Menga), in comproprietà (Darmian, Glik, Cerci, Barreto, Basha, Stevanovic e Bakic) e in scadenza di contratto (Rodriguez, Masiello, Bianchi e Coppola) e questo non aiuta poiché l’obiettivo per la prossima stagione, più volte dichiarato da mister Ventura, è quello che la squadra si posizioni stabilmente nella prima parte della classifica. Se a questo si aggiunge che solo il direttore sportivo Petrachi e il team manager Ferri hanno il contratto che scadrà nel 2014 mentre tutti gli altri dirigenti, Comi (direttore generale), Longo (segretario generale), D’Ottavio (responsabile degli osservatori) e Cavallo e Zavagno (osservatori), hanno il contratto che scade a giugno lo scenario si fa ancora più complesso ed è evidente che di tempo per tergiversare rimandando le decisioni non ce n’è più.
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