L'utilizzo dei giovani non fa del Torino una società adatta a loro
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Un tempo il vivaio granata allevava calciatori che poi trovavano ampio spazio in serie A, in seguito questa caratteristica è andata perdendosi a causa di scelte societarie differenti e il settore giovanile del Torino è sopravvissuto grazie allo straordinario impegno, alla dedizione e alla buona volontà di persone, dirigenti e allenatori, che credono che i giocatori bisognerebbe allevarseli in casa e che di conseguenza hanno investito tempo e passione nei giovani. La società, invece, negli ultimi decenni ha investito sempre meno nel settore giovanile e anche dopo il fallimento non ha puntato con massima decisione a tornare ad avere un vivaio di primo piano, negli ultimissimi anni qualche cosa in più indubbiamente è stato fatto e anche i risultati sportivi sono decisamente migliorati, però obiettivamente investendo un po’ di più il settore giovanile potrebbe tornare a essere uno fra i migliori d’Italia.
Anche nella prima squadra l’utilizzo dei giovani non sempre è stato preso nella dovuta considerazione e spesso ragazzi che sono approdati in granata sono stati delle meteore. Nella stagione appena conclusa sembrava che sia la società sia Ventura volessero intraprendere la strada di puntare sui giovani, però così non è stato, magari anche a causa di alcune difficoltà accadute alla squadra nella seconda parte della stagione, però se un giovane è ritenuto veramente valido non si aspetta il raggiungimento dell’obiettivo stagionale per utilizzarlo con il rischio, come è avvenuto, che si abbia a disposizione solo l’ultima giornata di campionato. Giudicare un giocatore solo per come lavora in allenamento e tutt’al più facendogli giocare qualche minuto o una sola partita non permette di capire appieno il suo valore, poiché è solo andando in campo con una certa continuità che si vede fino a che punto è adatto alla categoria e se caratterialmente è in grado di reggere il ritmo e le difficoltà della gara.
Quest’anno il Torino ha avuto in organico undici giovani giocatori: Lys (‘89) e Alfred (‘93) Gomis, Migliorini (‘92), Suciu (‘90), Bakic (‘93), Gorobsov (‘89), Barbosa (‘94), Stevanovic (‘91), Verdi (‘92), Menga (‘93) e Diop (‘93). Migliorini e Gorobsov, ceduti nella sessione di mercato di gennaio rispettivamente al Como in comproprietà libera e alla Nocerina in prestito con diritto di riscatto, non erano mai neppure stati portati in panchina. Lys Gomis come secondo portiere ha collezionato 21 panchine prima di passare in prestito all’Ascoli, il fratello Alfred come terzo portiere in panchina invece ci è andato 3 volte, rimanendo a metà fra la prima squadra e la Primavera. Barbosa ha trovato collocazione in panchina una sola volta nella prima gara della stagione e per il resto ha giocato con la Primavera. Menga arrivato a gennaio ha disputato 4 minuti ed è andato in panchina 13 volte. Suciu, che a inizio stagione ha dovuto recuperare da un grave infortunio prima di essere ceduto in prestito a gennaio alla Juve Stabia, ha calcato il terreno di gioco in gare ufficiali per 15 minuti e si è accomodato in panchina 5 volte. Verdi anche lui dato in prestito a gennaio alla Juve Stabia ha collezionato 65 minuti di gioco e 15 panchine. Bakic ha trascorso l’intera stagione attendendo il debutto arrivato nell’ultima giornata quando è sceso in campo da titolare e restandoci per 69 minuti e per il resto si è seduto in panchina 18 volte. Diop ha giocato 28 minuti e per altre 12 volte è stato fra coloro che trovavano posto in panchina, anche lui però era a disposizione della Primavera. Infine Stevanovic è stato il più utilizzato, infatti, ha all’attivo 716 minuti di gioco e due gol realizzati e per quattro volte è sceso in campo da titolare, ma non ha mai disputato una gara intera, mentre per altre 11 volte è andato in panchina.
I numeri parlano chiaro: il Torino non ha utilizzato i giovani se non sporadicamente. Di conseguenza sorge spontanea la domanda: questi undici calciatori non erano ancora pronti per affrontare la serie A oppure l’allenatore non ha creduto in loro? Se non erano pronti per la massima divisione allora c’è da chiedersi perché sono stati inseriti nell’organico della prima squadra, se invece l’allenatore non li riteneva adatti al suo gioco perché sono stati tenuti e non mandati a farsi le ossa altrove prima che iniziasse la stagione o appena presi e subito girati ad altre squadre. Per Suciu e Stevanovic ci può stare che per motivi differenti siano stati tenuti, guarire dall’infortunio il primo e valutare se la maturazione del ragazzo fosse sulla strada giusta il secondo, ma per tutti gli altri il Torino in questa stagione è stato un parcheggio che per il loro bene forse poteva essere evitato poiché non hanno accumulato grande esperienza di gioco in gare ufficiali, indubbiamente è andata meglio a chi ha iniziato la stagione e poi è andato via avendo così avuto più opportunità di giocare.
A questo punto è importante che al Torino si valuti se per il futuro converrà puntare sui giovani oppure se è meglio prendere giocatori che hanno già maggiore esperienza in modo che possano rappresentare delle certezze per il conseguimento degli obiettivi stagionali, altrimenti si finirà per avere sempre la coperta corta perché mancheranno sostituti che diano delle garanzie e per di più non si riuscirà a lanciare i giovani.
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