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La corsa all’Europa del Torino parte dal vincere le partite alla portata

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Il Torino ha come obiettivo approdare in Europa League e per riuscirci deve arrivare minimo sesto, anche se potrebbe bastare il settimo posto se la Coppa Italia sarà vinta da una delle squadre che si piazzeranno nelle prime sei posizioni in campionato, ma meglio puntare alle assolute certezze che alle probabilità, seppur molto molto alte. Tra l’altro c’è da tenere in considerazione che chi arriverà sesto o settimo accederà al secondo turno preliminare e non al terzo, come avveniva fino alla stagione passata. Questo aspetto non va sottovalutato perché comporta iniziare la stagione molto presto, nell’attuale edizione il secondo turno preliminare si è svolto fra il tredici e il venti luglio, ed essendo il 2018 l’anno del Mondiale comporta non avere a disposizione durante buona parte della preparazione estiva, che inevitabilmente deve essere anticipata, i giocatori più forti che saranno ancora in vacanza avendo appunto disputato il Mondiale che finirà il quindici luglio. Tenuto conto di tutto ciò è decisamente meglio, se possibile, non dover disputare i preliminari d’Europa League e quindi questo sposta l’asticella un po’ più in alto fino al quinto posto.

Con il traguardo dell’Europa League da raggiungere la squadra di Mihajlovic dovrà effettuare un percorso senza intoppi perché la concorrenza è alta ed agguerrita, infatti, Juventus, Napoli, Roma, Milan, Inter, Lazio e Fiorentina, puntano tutte a piazzarsi in un posto utile per le coppe europee esattamente come il Torino senza dimenticare che anche Atalanta, Sassuolo e Sampdoria vorranno fare altrettanto. Nelle ultime cinque stagioni chi è approdato in Europa League, per piazzamento in campionato oppure grazie alla Coppa Italia o anche per mancate licenze Uefa ad altre squadre, ha conquistato fra i cinquantasei e i settantadue punti, ha vinto almeno tredici partite con un massimo di ventuno, ne ha pareggiate non più di diciassette ma anche solo sette e ne perse al massimo tredici, però, più in generale tra otto e undici. Per quel che riguarda i gol, segnati un minimo di quarantanove e un massimo di settantaquattro, subiti al più cinquantasei ma anche solo trentotto e ha avuto una differenza reti oscillante tra il minimo di più sei e il massimo di più ventotto.   

Il Torino nel 2014 andò in Europa League al posto del Parma che non ottenne la licenza Uefa e che comunque sarebbe approdato alla competizione europea grazie alla Coppa Italia vinta dal Napoli, piazzatosi in campionato al terzo posto, e con la Fiorentina arrivata a disputare la finale e giunta quarta in classifica quindi già di diritto in Europa League. In quella stagione il Torino conquistò cinquantasette punti vincendo quindici partite, pareggiandone dodici e perdendone undici. Segnò cinquantotto gol e ne subì quarantotto con una differenza reti di più dieci. Nello scorso campionato i granata di punti ne incamerarono cinquantatre frutto di tredici vittorie, nove pareggi e undici sconfitte con settantuno reti all’attivo e sessantasei al passivo e una differenza di più cinque. E’ evidente che in questa stagione per raggiungere l’obiettivo dovranno fare meglio a iniziare dal vincere con le squadre alla portata, quindi, tutte le neo promosse e anche quelle che lotteranno per non retrocedere, in caso contrario non basterà neppure vincere con qualche big per approdare in Europa League poiché saranno stati gettati al vento punti fondamentali. Non va dimenticato che nello scorso campionato, infatti, con le squadre che si piazzarono negli ultimi cinque posti, Pescara, Palermo, Empoli, Crotone e Genoa, tra andata e ritorno il Torino conquistò diciannove punti su trenta in palio e ne lasciò ben undici per strada. Sarà un caso, ma il Milan che arrivò sesto, di conseguenza ha giocato il preliminare d’Europa League approdando poi alla fase a gironi, aveva dieci punti in più dei granata. Quanto hanno pesato i punti non fatti con le squadre alla portata!


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