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La differenza fra gol fatti e subiti rende più vulnerabili i granata

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Analizzando a fondo i numeri, che non mentono mai, relativi ai gol realizzati e subiti dal Torino la differenza appare meno grave di quanto si possa pensare, infatti, nel girone d’andata nelle prime tredici giornate a fronte di quindici punti conquistati i granata erano andati a rete tredici volte e avevano subito dodici gol dagli avversari, mentre nel girone di ritorno i punti sono stati sedici e il numero dei gol realizzati venti e incassati ventidue. Tirando le somme il Torino ha un punto in più, ha realizzato sette gol in più e ne ha incassati dieci di più, passando da una differenza reti positiva di una unità nella prima parte della stagione a una negativa di due unità nella seconda. Quindi i numeri dicono che non c’è molta differenza fra quanto fatto dal Torino nelle prime tredici giornate nel girone d’andata rispetto all’equivalente periodo del ritorno.

Quest’analisi appena fatta però si focalizza solo sulla squadra di Ventura e non tiene conto degli avversari che se tirati in ballo e inclusi nel ragionamento rendono più complessa la valutazione e sempre i numeri dicono che a sei giornate dalla fine il vantaggio del Torino dalle terzultime, Palermo e Genoa, è di otto lunghezze però i granata sono scivolati più in basso nella particolare classifica dei gol subiti, infatti dopo le prime tredici giornate erano la quarta miglior difesa preceduti solo da quelle di Juventus (9), Fiorentina (10) e Napoli (11), mentre oggi hanno fatto meglio ben undici squadre (Juventus con 20; Napoli 30; Milan 35; Catania 38; Fiorentina, Lazio, Udinese,e Sampdoria 39; Bologna 41; Parma 42; Siena 44) e uguale due (Inter e Palermo 45). Va anche detto, però, che la squadra di Ventura ha risalito l’altra particolare classifica quella dei gol realizzati passando dal quattordicesimo posto, seguiti solo da Pescara (9) e Palermo (11) e affiancati da Chievo e Cagliari (13), al nono in coabitazione con Lazio e Catania (40) e preceduti da Juventus e Roma (63), Napoli e Fiorentina (58), Milan (56), Inter (50), Udinese (44) e Bologna (42).

Alla luce del contesto del campionato e del ciclo di fuoco con Fiorentina, Juventus e Milan il Torino non è in una posizione critica, ma neanche esente dal dover fare attenzione perché il Chievo è nella stessa situazione dei granata, il Siena è riuscito a raggiungere il quartultimo posto e il Palermo e il Genoa hanno ancora qualche piccola possibilità di lottare per restare in serie A. Questo porta inevitabilmente a concludere che il Torino deve conquistare al più presto quei tre-quattro punti per chiudere definitivamente il discorso salvezza, anche perché da troppo tempo è sul punto di essere considerato salvo, ma non è ancora riuscito pur avendone avuta la possibilità nelle ultime gare di prendersi quel poco che ancora gli occorre.
La crescita non è solo tener testa per parte o anche buona parte delle partite a squadre con maggiore qualità o creare parecchie occasioni da gol, ma lo è sicuramente se si raggiunge l’obiettivo senza indugi cogliendo al volo tutte le occasioni che capitano senza lasciarsi sfuggire le opportunità, dovendo così procrastinare fino alla fine quanto poteva essere incamerato ben prima, che è poi la differenza fra l’arrancare e il camminare in scioltezza e come direbbe Ventura i tifosi del Toro non hanno l’anello al naso e sanno distinguere perfettamente la differenza.


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