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La difficoltà di conciliare il far giocare i giovani e di puntare agli obiettivi

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Vittorio Parigini

Edera, Millico, Parigini, Rauti, Singo finora hanno collezionato zero minuti in campionato, meglio è andata ad Aina 505’, Berenguer 173’, Bonfazi, 268’, Bremer 307’, Lukic 197’ e Lyanco 254’. Alcuni di loro hanno avuto problemi fisici (Edera, Parigini, Lukic e Lyanco) e questo ha influito sul fatto che abbiano giocato poco, ma non si può non dire che tutti questi ragazzi e in special modo quelli che arrivano dal vivaio granata al più si devono accontentare di fare panchina. Si potrebbe obiettare che dopo sette giornate non si può disquisire sul poco utilizzo dei giovani nel Torino. Vero, ma negli anni passati quanto spazio hanno avuto i giovani in prima squadra? Molto poco per la verità. Mihajlovic un pochino li utilizzava, Ventura prima e Mazzarri adesso decisamente molto poco. Però non si può dire che Mazzarri non utilizzi Aina, Berenguer, Lyanco, Lukic e anche Bremer e Bonifazi. Aina effettivamente ha un minutaggio buono. Berenguer ha 24 anni e proprio giovane sportivamente parlando non lo è più perché è in quella fase, anche se solo all’inizio, della maturità calcistica e nel suo ruolo di attaccante esterno e trequartista, seppur lui sia un jolly, ci sono altri compagni con i quali deve sgomitare. Lyanco e Lukic hanno avuto dei problemi fisici e questo ha impedito loro di essere a disposizione altrimenti è probabile che avrebbero giocato di più. Bremer e Bonifazi qualche difficoltà in campo l’hanno palesata quando sono stati utilizzati e ci sta che siano preferiti a loro altri. Per quel che riguarda Edera, Millico, Parigini, Rauti e Singo spazio ce n’è poco un po’ anche perché non si possono mandare in campo solo ragazzi giovani tanto più se la squadra, come finora ha fatto, ha avuto risultati altalenanti.

Uno dei principali problemi nell’utilizzo dei giovani è proprio il conciliare i risultati con il farli giocare. E’ evidente che se si ha una squadra di giocatori forti in alcune partite o in spezzoni si può mandare in campo un giovane tanto i compagni intorno possono sopperire a eventuali errori o difficoltà, ma in caso contrario quando la squadra non è formata da calciatori tutti forti utilizzare un giovane è più rischioso poiché non è sufficientemente supportato dai compagni e di conseguenza la squadra è indebolita dal suo ingresso e lui rischia di commettere ancora più errori.
Qualunque allenatore valuta questo tipo di rischio e spesso così finisce per utilizzare meno i giovani soprattutto se ha degli obiettivi da provare a raggiungere. Il fatto poi di utilizzare semmai giovani presi quasi sempre all’estero e che non provengono dal proprio vivaio viene giustificato con la motivazione che giocavano già in prima squadra nel loro paese o all’estero  quindi che sono forti e hanno un grande potenziale. All’estero lo spazio ai giovani lo si concede più facilmente rispetto all’Italia e questo permette loro di crescere e fare esperienza. E non poche volte capita anche di sentire che i ragazzi che arrivano in prima squadra spesso si montano la testa per gli elogi ricevuti e poi finiscono per giocare meno bene e in camera caritatis viene aggiunto che appena un ragazzo del settore giovanile fa vedere qualche cosa di buono subito subentra la richiesta di un prolungamento e ritocco dell’ingaggio. Ogni allenatore e ogni società ha motivazioni valide, ma resta il fatto che giovani promettenti del vivaio che trovano poco spazio in prima squadra spesso finiscono per avere le ali tarpate e non poche volte è capitato che ragazzi provenienti dall’estero alla fine si sono rivelati meno forti di quanto sembrava nel loro paese. Il sogno è vedere un Torino vincente con tanti giocatori che provengono dal vivaio, la realtà è che il Torino deve trovare un equilibrio, smettere di avere risultati altalenanti e riuscire a tornare a giocare in Europa.