La gara con il Napoli un test più cruciale di quanto non si pensi
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Ci sono delle partite che hanno una valenza particolare o per l’avversario che si affronta o per il momento in cui capitano o anche per entrambi questi motivi. Ebbene la gara di domani sera con il Napoli rientra in quest’ultima categoria di partite perché i partenopei sono una squadra che ha in organico fuoriclasse del calibro di Higuain e Hamsik e soprattutto perché il Torino è in fase di crescita. Un avversario di questo tipo è quindi un ottimo test per capire se Ventura ha trovato i giusti equilibri come è sembrato nelle ultime partite e se i singoli giocatori stanno integrandosi nel migliore dei modi, questo perché dodici nuovi calciatori sono tanti da inserire. A tutto ciò s’aggiunge il fatto che in questo periodo fra campionato ed Europa League la squadra scende in campo in media ogni tre giorni e c’è da capire anche se la programmazione del recupero delle forze, fisiche e mentali, e il turnover avvengono senza particolari contraccolpi.
Vista la caratura dell’avversario e la successiva sosta del campionato per gli impegni della Nazionale e tenuto conto del percorso di crescita del Torino al San Paolo ci si aspetterebbe una formazione che garantisca una tenuta in difesa e che riesca a creare e soprattutto a trasformare le occasioni da gol. Gillet, Bovo, Glik, Moretti, Bruno Peres, Vives, Gazzi, El Kaddouri, Darmian, Amauri e Quagliarella potrebbero rispondere a queste esigenze. Però Jansson, Molinaro, Sanchez Miño e Martinez non sono da escludere a priori, anche perché lo stesso Ventura nella conferenza stampa di presentazione della partita con il Copenhagen aveva detto, ad esempio, che Glik avrebbe potuto tirare il fiato con i danesi, ma che non poteva togliergli l’ingresso in campo all’Olimpico nella prima partita ufficiale in Europa League in casa perché il capitano fa parte di quel gruppetto di giocatori che c’erano già in serie B e che hanno portato il Torino dopo vent’anni a rigiocare in campo internazionale. Il mister granata aveva anche detto che si augurava di recuperare Bovo per la trasferta di Napoli e che Jansson se non avesse giocato con il Copenhagen sicuramente gli sarebbe toccato scendere in campo al San Paolo. Quindi se non è accaduto nulla di particolare in queste ultime ore o se non capiteranno inconvenienti fisici nelle successive prima dell’inizio della gara e se Ventura mercoledì non ha fatto pretattica cercando di confondere un po’ le acque Bovo e Jansson dovrebbero giocare contro il Napoli.
Discorso un po’ differente per quel che riguarda l’attacco. Sempre facendo riferimento alle parole di Ventura il Torino gioca con il classico 3-5-2 oppure con un modulo differente che può prevedere un’unica punta di ruolo o anche il tridente a seconda degli avversari che affronta. Pensare a tre punte di ruolo contro il Napoli e in questo momento dove i granata stanno trovando un certo equilibrio sembra francamente eccessivo, di conseguenza rimane il dubbio fra uno o due attaccanti. Quagliarella è in stato di grazia avendo senato tre gol in tre differenti partite negli ultimi otto giorni, quindi rinunciare a lui sembra difficile. Amauri e Martinez hanno bisogno entrambi di sbloccarsi, Martinez per la verità ha già segnato con il Brommapojkarna il quarto gol nella gara di ritorno del terzo turno preliminare d’Europa League però il peso specifico di quella rete non è molto elevato. Amauri ha esperienza, colpi di testa e capacità di far salire la squadra e di sfruttare il suo fisico nei contrasti con i difensori, Martinez con la rapidità e i movimenti con e senza palla può essere un bel fastidio per la retroguardia del Napoli, scegliere l’uno o l’altro dipende dalle strategie che Ventura vorrà adottare per provare a tornare a casa avendo conquistato punti. Disputare a Napoli una gara non convincente sul piano del gioco o sprecando troppe occasioni interromperebbe il cammino intrapreso dal Torino e rimetterebbe in discussione il lavoro fatto in questo periodo.