La mancanza di personalità del Torino (post rimonta del Verona) è un chiaro segnale per il mercato
Fonte: Elena Rossin
Il Torino ieri si è buttato via nel peggiore dei modi perché con il Verona per 68 minuti aveva disputato una partita positiva andando in vantaggio di tre gol e anche sprecando due occasioni da gol con Berenguer (5’) e Baselli (59’) poi, a prescindere da quanto la decisione arbitrale possa aver inciso assegnando il rigore ai gialloblù dopo che Bremer aveva colpito la palla con il gomito, ha pensato bene di spegnere il cervello e di farsi rimontare. Certo il Verona ha buttato il cuore oltre l’ostacolo e ci ha creduto fino alla fine e ha anche sfiorato l’impresa di vincere, ma gli errori collettivi e individuali commessi dai granata in occasione dei gol di Verre e Stepinski sono inaccettabili. E non è la rima volta che il Torino vanifica quanto ha fatto di buono in precedenza.
La squadra di Mazzarri ha la tendenza ad andare in tilt alle prime difficoltà e questo è un netto segnale di mancanza di personalità. Il fatto che questa mancanza di personalità duri da tempo indica che nell’organico ci sono giocatori inadeguati a competere per raggiungere obiettivi superiori al vivere nella confort zone di metà classifica.
Per primo l’allenatore che è a contatto quotidiano con i giocatori, ma anche i dirigenti e lo stesso presidente non possono non essersi accorti della fragilità caratteriale che passa da alcuni elementi e finisce per coinvolgere il gruppo. Sarebbe gravissimo se dopo ripetuti episodi non avessero preso atto di ciò. Per cui dopo aver individuato gli elementi deboli hanno il dovere di cambiarli tanto più che la personalità o la si ha oppure è ben difficile che con il tempo la si possa acquisire.
Ormai di tempo ne è passato e il numero di punti gettati alle ortiche s’incrementa con una costante impressionante, costante che, invece, manca nel riuscire a dare continuità alla crescita e ai risultati utili. Per riuscire ad aumentare la personalità del gruppo c’è un’unica soluzione: intervenire in sede di mercato. Cedere chi non ha il giusto carattere è fare il bene della squadra così come prendere elementi che abbiano personalità. Se non si procede in questa direzione allora vuole dire che la mancanza di personalità attiene anche alla dirigenza oppure che non c’è la volontà di ambire a risultati migliori del vivacchiare a metà classifica. I fatti alla fine rivelano sempre la verità.