.

La Nazionale di domani: i tre (possibili) portabandiera granata

di Claudio Colla

Dalle stelle del successo estivo di Wembley, inatteso, passionale, sofferto fino all'ultimo, alle stalle del rischio esclusione dal prossimo Mondiale qatariota. Se l'Italia, castigata dalla Svizzera di Ricardo Rodriguez, non ce la facesse ai playoff che assegneranno gli ultimi tre slot per l'area europea, sarebbe psicodramma collettivo. Uno psicodramma di quelli che nemmeno i recentissimi fasti di Euro 2020 potrebbero più di tanto lenire: seconda mancata partecipazione consecutiva alla kermesse iridata, con notevole danno economico, peraltro, sul groppone delle casse federali. E un'ulteriore crisi di sistema, sulle malferme gambe della sfiducia, dietro l'angolo.

Mancini e i suoi, però, possono ancora agguantare uno di quei posti, la contesa per i quali sarà indubbiamente un processo al cardiopalma. Con il contributo naturalmente di un Andrea Belotti chiamato a ritrovarsi: per ora in maglia Toro, nel prossimo futuro chissà. La piccola buona novella, per il momento, è l'ingresso di Tommaso Pobega nel giro: per quanto il centrocampista classe '99 sia potenzialmente destinato a tornare nei ranghi del Milan, tra poco più di sette mesi, una sua conferma nel progetto granata potrebbe renderlo il principale portabandiera di casa Toro in azzurro.

Rimanendo in tema di centrocampisti, tra tanti degli attuali protagonisti agli ordini di Mancini a netta propensione offensiva (da Barella a Pellegrini, passando per Pessina e per lo stesso Locatelli), può arrivare ad affermarsi, come uomo d'equilibrio sulla mediana, Rolando Mandragora. Il rigorista in crisi Jorginho, certamente diverso per caratteristiche da Rolly Secondo, sarà probabilmente il primo dell'attuale gruppo a dover lasciare un posto libero, per evidenti ragioni anagrafiche, unico (quasi) trentenne di un gruppo giovanissimo. A quel punto, che Mancini sia ancora il CT o meno, nuovi scenari riguardanti l'organizzazione del reparto di centrocampo potranno aprirsi. 

C'è infine, vicino alla rampa di lancio, Alessandro Buongiorno. In un ruolo, come quello di difensore centrale, in cui la giovane età non è sempre una freccia al proverbiale arco di un giocatore, il classe '99 mancino potrebbe riuscire dove Armando Izzo - per ora - ha fallito. Affermarsi come uno tra i punti di riferimento arretrati, pur in un assetto lontano da quello che lo sta vedendo crescere nella sua carriera di club. In un reparto viceversa affollato da veterani (due tra tutti Chiellini e Bonucci, senza dimenticare Acerbi e Toloi), che nell'immediato futuro poggerà tendenzialmente su Bastoni, Romagnoli, e Mancini (Gianluca), c'è lo spazio per farsi largo, per nomi come quello del granata, dell'atalantino Lovato, delle promesse cadette Pirola e Okoli.