La partita più difficile nel momento più buio
Fonte: Alex Bembi per Torino Granata
La settimana che porta alla gara più importante dell’anno per tutti i tifosi granata non comincia bene. Una sconfitta prima del derby ci può anche stare: si caricano i giocatori, si parla di riscatto immediato, ci si allena con la testa ad un solo obiettivo. Quest’anno però ad andare male non è stata solo la gara pre-derby, ma è l’intero girone di ritorno a risultare fallimentare: 10 punti in 10 partite, una media da salvezza stentata, tenendo presente che sono state affrontate solo due squadre tra le prime sette della classifica e tutte le ultime quattro. Ora arrivano la Juve e poi l’Inter, più avanti Napoli e Roma e con questa gioco che non manca solo più di imprevedibilità, ma di quasi tutto quello che c’è di bello nel calcio, guardarsi le spalle non è un’eresia. Adesso tocca al derby, crocevia di una stagione che sarà comunque da dimenticare: vincerlo non salverebbe l’annata, ma perderlo potrebbe portare a conseguenze devastanti, soprattutto nel rapporto con la tifoseria, che nonostante sia additata come “difficile”, sinora ha espresso raramente e sempre in modi pacati il dissenso per le continue mortificazioni.
Ventura parla di segnali di risveglio, di gioco da Toro rivisto qualche minuto qui, un quarto d’ora lì; si è persino spinto a dire, dall’alto di due vittorie nelle ultime 15 gare, che in questo momento gli interessano le prestazioni e non i risultati. Però è il caso di ricordare come le critiche a lui rivolte siano sempre state respinte al mittente con alcune parole mantra del tecnico ligure: “promozione”, “Bilbao”, “Europa League”, “derby rivinto dopo vent’anni”. Tutte parole figlie dei risultati ottenuti, ottimi nessuno lo discute, da Ventura. Oggi siamo davanti a numeri impietosi e chiediamo con giusta pretesa che, come si reclamano i meriti, ci si assumano le colpe di una stagione priva di alcuna soddisfazione. Stagione che se non finirà in dramma, è per merito esclusivo della pochezza di questo campionato; squadre come Verona, Carpi e Frosinone che stentano quanto il Toro, leggermente avvantaggiato dall’ottimo inizio di stagione. Escludendo le prime sei gare infatti, peggio dei granata hanno fatto solo due squadre: roba da essere invischiati in pieno nella lotta per non retrocedere. Certo i punti di inizio campionato sono buoni e non esiste un solo motivo per non contarli, ma rende l’idea del crollo spaventoso che ha subito la squadra. E allora, a forza di sentir parlare di “percorso di crescita” e vedere la squadra regredire, vien da chiedersi se non stiamo rivivendo la trama de “Il curioso caso di Benjamin Button”.
Alex Bembi