La ripresa un rebus e c’è da garantire la regolarità del campionato per tutti senza che nessuno faccia il "furbo"
Dice bene Damiano Tommasi, presidente dell’associazione Italiana Calciatori, quando afferma: “Folle chi vuole avvantaggiarsi”. Già perché ci potrebbe essere qualche società che facendo allenare i propri giocatori in questo periodo di stop forzato otterrebbe un indubbio vantaggio quando si potrà ufficialmente riprendere a farlo. Le regole devono valere per tutti e tutti hanno l’obbligo di rispettarle. Il Coronavirus non guarda in faccia nessuno e può colpire chiunque, come sta facendo anche fra i calciatori per cui chi la scampa non può fare il furbo.
Ieri si è svolta la riunione della Lega Serie A e non è stata stabilita alcuna data per la ripresa degli allenamenti e si è andati verso l’idea di una ripresa uguale per tutti 21 giorni prima che il campionato ricominci, come riporta Tuttosport. E ai fini di della regolarità del campionato è indubbiamente positivo perché tutte le squadre ripartirebbero con le stesse condizioni. Ma sussiste comunque la possibilità che qualche società che è dotata di centri sportivi di grandi dimensioni che consentono di svolgere allenamenti individuali proceda in tal senso, soprattutto se i centri sportivi sono distanti da occhi indiscreti. Il Torino, ad esempio, non potrebbe in “modo riservato” far accedere al Filadelfia i suoi giocatori perché l’impianto è collocato in città e intorno ci sono case e basterebbe affacciarsi alla finestra per vedere se sul campo principale o secondario qualcuno si sta allenando e non passerebbe inosservato neppure se anche solo ci fosse un via vai di macchine dei giocatori che si recano al Fila per usufruire della palestra.
Ecco perché Tommasi ha parlato di follia se qualcuno volesse avvantaggiarsi, come si può leggere sul sito dell'AIC. "Mi auguro che presto si potrà tornare a giocare perché il calcio sarà un termometro della società: quando il pallone rotolerà di nuovo, saremo quasi fuori da questo incubo” - ha detto Tommasi in un’intervista al Corriere dello Sport. “Come hanno fatto gli inglesi, trovo più corretto dire che non si riprenderà fino a una certa data, piuttosto che indicare un giorno. Questo è il momento di vivere alla giornata anche perché il dato dei decessi è agghiacciante. In Spagna il Valencia ha il 35 per cento di contagiati e questo vuol dire che il calcio deve prestare grande attenzione a quello che fa”.
“Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente” - ha proseguito. “Lo dico senza voler fare polemiche perché questo non è il momento delle polemiche. Allenarsi ora, due mesi prima della ripresa del campionato, però non ha senso. Ed è pure pericoloso. In Spagna ci sono decine di giocatori positivi, mentre in Italia magari non tutti hanno fatto il test e ci sono più asintomatici di quelli che si pensa. La curva dei contagi adesso non dà tregua. Pensiamo a stare in casa. Tutti, nessuno escluso. Il rinvio dell'Europeo aiuterà e magari ci permetterà di concludere i tornei nazionali”.
“Siamo in contatto diretto con i calciatori contagiati e con i nostri consulenti medici” – ha affermato. “Ci stiamo ponendo il tema delle conseguenze che questo virus lascerà sui corpi dei contagiati e degli asintomatici. Non è una cosa da sottovalutare o da banalizzare una polmonite di questo tipo”.
Tornando alla regolarità del campionato, discorso non fatto esplicitamente da Tommasi che si è focalizzato giustamente più sulla salute, ma non si può non pensare che se il Torino non può allenarsi al Fila sarebbe ingiusto se alla ripresa dovesse giocare con squadre che si sono allenate per più tempo dei 21 giorni ipotizzati prima della ripresa delle partite nei propri centri sportivi. Sarebbe evidente che si troverebbe di fronte ad avversari con una forma fisica superiore ed essendo i granata fra le squadre che sono coinvolte nella lotta per la salvezza la regolarità del campionato non sarebbe del tutto garantita. Per non parlare poi dell’amoralità del trarre vantaggio dall’emergenza Coronavirus.