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La scalata di Cairo a Rcs contempli anche un Torino più competitivo

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

“Sicuramente il Toro mi ha dato notorietà, visto che il calcio è un’attività che gode di tanta visibilità” aveva detto il presidente del Torino Fc Urbano Cairo un anno fa, come riportato oggi da Tuttosport nell’articolo “Cairo, partito l’assalto a Rcs. Offerta pubblica di scambio” a firma Marco Bonetto e pubblicato a pagina 12. Da quando è presidente del Torino Cairo è passato dall’avere la Cairo Communications, che si occupa di pubblicità e di editare settimanali e mensili, a essere il proprietario de La 7, televisione generalista, e a possedere il 4,6% di azioni del gruppo Rcs, gruppo editoriale che comprende il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Adesso Cairo ha lanciato un’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Rcs Media Group. Il valore delle azioni Rcs oggetto dell’offerta pubblica è pari a 521.864.957 euro e il corrispettivo è di 0,12 azioni della Cairo Communications per ogni azione ordinaria Rcs. L’offerta si concreterà se Cairo riuscirà a prendere il 50% più una delle azioni ordinarie Rcs divenendo così il socio di maggioranza.

Che Cairo sia un imprenditore capace non ci sono dubbi, infatti, prende aziende che sono in crisi, ma di valore, come lo erano il Torino e La 7 e lo è Rcs, spendendo per comprarle, Torino escluso, cifre considerevoli però pur sempre decisamente basse in rapporto al peso specifico e alla storia del marchio, le risana e le fa fruttare acquisendo così una fetta in continua crescita di potere e influenza nell’ambito industriale ed economico italiano. Poiché la scalata di Cairo ha avuto una grande accelerata da quando è diventato proprietario del Torino i tifosi si aspettano da lui che porti la squadra a essere fra quelle che primeggiano in Italia e che sono presenti in Europa grazie alla partecipazione alle coppe internazionali.

Cairo indubbiamente ha portato il Torino dalle stalle della serie B al pian terreno della A fino al piano nobile dell’Europa League, però la squadra non si è ancora stabilita a vivere nel piano nobile, diciamo che vi è andata una volta in vacanza. Questa toccata e fuga stride un po’ con le mire espansionistiche a livello imprenditoriale di Cairo. Quando Berlusconi prese il Milan nel 1986 non si limitò a farlo vivacchiare in serie A lo portò a conquistare 8 campionati italiani, 5 europei, 3 mondiali e vincendo anche 6 Supercoppe nazionali e 5 europee più una Coppa Italia, per un totale di 28 trofei ufficiali in 29 anni. In parallelo, anzi iniziando prima nel 1978 con l’acquisizione di Telemilano, Berlusconi espanse il suo dominio con televisioni, editoria e altri media arrivando a essere il principale editore in Italia e valicando anche i confini nazionali. Con le debite proporzioni anche a Cairo si chiede di fare di più per il Torino: costruire una squadra che tutti gli anni lotti per un posto in Europa, quindi piazzandosi tra l’ottavo e il quinto posto in campionato e punti alla finale di Coppa Italia, e che almeno ogni due stagioni disputi l’Europa League. Cairo lo faccia per riconoscenza visto che il Torino gli ha dato notorietà e per essere in linea con la sua sempre maggior grandezza editoriale.


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