La serie A è preziosa e non va dilapidata
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il campionato non è ancora iniziato, mancano sei giorni al via e questo momento era atteso dai tifosi da tre anni, un tempo lunghissimo costellato per lo più da frustrazioni e solo nell’ultima stagione dalla gioia del ritorno in serie A. L’essere tornati in serie A però non basta, è solo l’inizio, il primo passo. Rimanerci è l’obiettivo a brevissimo termine, rimanerci con dignità quello a medio, rimanerci togliendosi delle soddisfazioni quello a lungo. Per far si che gli obiettivi non siano solo parole al vento è obbligatorio programmare in modo accorto sì, però senza che la troppa prudenza diventi un boomerang e non solo impedisca di agire al meglio, ma che arrivi al punto di rovinare tutto non facendo raggiungere gli obiettivi minimi.
L’organico attuale in mano a mister Ventura è incompleto: mancano non solo numericamente i giocatori, ma serve che arrivino calciatori esperti della serie A, integri fisicamente, idonei al sistema di gioco dell’allenatore, vogliosi di vestire la maglia granata, dotati di tecnica calcistica e di capacità nella visione del gioco. Uomini che garantiscano maggiore qualità, con questo non si vuole bollare chi già è un giocatore del Torino come non all’altezza, ma le qualità degli attuali uomini di Ventura non sono sufficienti per disputare un tranquillo campionato che porti alla salvezza. Nell’attuale organico vi sono sì giocatori d’esperienza e qualità, ma ve ne sono altri che per giovane età o poca o nessuna esperienza di serie A non possono dare garanzie, magari poi diventeranno le positive sorprese della stagione, però nessuno oggi, neppure loro stessi, possono saperlo.
Alla chiusura del mercato mancano undici giorni e a Ventura servono almeno quattro giocatori di qualità, che bisognasse darglieli già tempo fa è pacifico, il ritardo è palese, ma che almeno gli vengano forniti senza indugiare ulteriormente è indispensabile. Illudersi che la squadra è adeguata alla serie A per le vittorie in amichevole con Lazio e Getafe e il passaggio del turno in Coppa Italia con il Lecce è indice o di azzardo o di incompetenza calcistica. La Lazio aveva affrontato il Torino l’ultimo giorno della prima parte del ritiro e la squadra non era nelle migliori condizioni e soprattutto doveva ancora assimilare le direttive del nuovo allenatore Petkovic e lo stesso mister forse non conosceva approfonditamente tutti i suoi giocatori. Il Getafe, reduce da altre amichevoli tutte vinte, con il Torino ha mandato in campo più di una riserva e poi ci sta che una partita possa essere persa nell’arco delle amichevoli pre-campionato. Il Lecce soprattutto nei primi venti-venticinque minuti sembrava aver difficoltà a posizionarsi in campo, è andato subito sotto di due gol dovendo così rimontare e in più Darmian ha salvato a due passi dalla linea di porta ben due reti che se realizzate avrebbero cambiato molto probabilmente il volto della gara.
Cerci, Vargas, Almiron, Barreto, Tissone, Bojinov, Seymour, Biondini e Antenucci sono da settimane accostati al Torino, tutti sono sulla carta utili al gioco di Ventura. Il tempo per prendere informazioni su di loro, valutando pregi e difetti, c’è stato abbondantemente, le trattative sono state avviate da tempo e ora si devono apporre le firme sui contratti. Tergiversare sperando di risparmiare è un’illusione, il rischio concreto, invece, è quello di vedere accasarsi altrove i giocatori che interessano come prime scelte o di dover spendere di più per averli, poiché s’inseriscono altre società che con maggiore decisionismo potrebbero aprire e chiudere le trattative. Rimanere in serie A è l’obiettivo quindi bisogna far di tutto e subito per mettere Ventura e i giocatori in condizione di giocarsela con le altre squadre, dilapidare il ritorno in serie A sarebbe la peggiore delle colpe.