La squadra è quasi al completo ora tutto è nelle mani di Ventura
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Questa sera all’hotel Boston il Torino si troverà per iniziare la nuova stagione. E’ grande la curiosità di tifosi e addetti ai lavori di capire quanto vale questo nuovo Toro che parte senza Ogbonna, ceduto alla Juventus, e Bianchi, che si è accasato al Bologna. Tanti sono i volti nuovi e non mancano anche le conferme di chi lo scorso anno ha contribuito a mantenere la categoria, unico assente giustificato Cerci che, essendo stato impegnato nella Confederations Cup ha diritto alle vacanze, si unirà ai compagni il trentuno luglio, nella seconda parte del ritiro che si svolgerà a Verbania.
Le certezze si concentrano su chi già ha indossato la maglia granata, mentre c’è aspettativa per i nuovi a iniziare da Daniele Padelli, per passare a Cesare Bovo, Nicola Bellomo, Alexander Farnerud e per finire con Omar El Kaddouri e Ciro Immobile; a questi si aggiungerà a breve Emiliano Moretti e più avanti qualche altro giocatore. Squadra non completamente rinnovata, ma molto diversa da quella della scorsa stagione e destinata ad essere schierata in campo in modo differente dal consueto 4-2-4. Certezze sul nuovo modulo non ce ne sono, si capirà meglio nei prossimi giorni quando inizieranno i primi allenamenti a Bormio.
Senza dubbio, e va riconosciuto, quest’anno la dirigenza è partita con il piede giusto consegnando a Ventura la rosa quasi al completo, mancano solo il terzino sinistro, se con D’Ambrosio non si troverà un accordo per prolungare il contratto che scade a giugno 2014 e se il giocatore continuerà a voler essere ceduto poiché ambisce a un posto da titolare fisso, e una prima punta che garantisca di andare in doppia cifra. Ventura può ritenersi soddisfatto poiché chi è rimasto e chi è arrivato rispecchia i suoi desiderata. Si sarebbe potuto fare meglio e di più? Certo lo si può sempre fare, però per una squadra che ha come obiettivo far meglio della passata stagione e posizionarsi a metà classifica non servono i Messi o gli Iniesta. Ecco perché ora è tutto nelle mani di Ventura, sta a lui assemblare il gruppo e portarlo a raggiungere gli obiettivi.
Spostando l’attenzione sull’allenatore non si vuole mettere pressione su Ventura caricandolo di tutte le responsabilità, pronti ad impallinarlo se qualche cosa non dovesse andare secondo i piani, ma sarebbe fare torto alla sua decennale esperienza e a lui come uomo e come lavoratore se non lo si mettesse al centro di tutto. La società ha in gran parte fornito al mister gli uomini per lavorare fin da subito e integrerà i tasselli che ancora mancano, ha speso per prendere i giocatori che dovrebbero servire, quindi la parte iniziale è stata fatta ora è inevitabile che sia il campo a dare risposte. E’ indubbio che i nuovi giocatori siano arrivati al Torino chi per rilanciarsi e chi per consacrarsi definitivamente e per riuscirci dovranno metterci tanto del loro, però toccherà anche all’allenatore creare le giuste condizioni perché ciò avvenga e non si ripetano casi Ferronetti, Caceres, Agostini, De Feudis, Bakic, Menga, Sansone o Bianchi, tanto per citare qualche esempio. Così come per tutta la stagione la difesa dovrà essere blindata come quella che si era vista nella prima parte dello scorso campionato e l’attacco non dovrà essere stentoreo come era accaduto per alcuni periodi sia in serie B sia la scorsa stagione, partite come quella con la Juve Stabia o il Grosseto o l’Hellas Verona o più recenti con il Cagliari, con il Parma o con il Genoa non debbono più vedersi, mentre è auspicabile che si tenda ad ammirare, non solo sporadicamente, il Torino che ha pareggiato a San Siro con l’Inter o quello dell’Olimpico che sotto la neve ha battuto la Lazio.
Scommetti su Mybet