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L’amicizia fra Benfica e Torino è la risposta del calcio che ha dei valori

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

L’omaggio alla Storia e ai sentimenti e la fratellanza che lega i tifosi di Torino e Benfica è un j’accuse educato, ma fermo che i poteri del pallone ricevono in faccia, probabilmente a loro non importa un bel niente, ma comunque i fatti spontanei e semplici del popolo del calcio inchiodano i signori del calcio che hanno come unico credo il business.

 

Ieri, ma anche già mercoledì e qualcuno nella giornata di oggi, cogliendo l’occasione della venuta a Torino per la gara di ritorno della semifinale di Europa League con la Juventus (per la cronaca la finale è stata conquistata dai lusitani) una delegazione della dirigenza del Benfica e tanti tifosi delle Aquile, simbolo del club portoghese, si sono recati a Superga e al Museo del Toro per rendere omaggio al Grande Torino, che perì il 4 maggio 1949 tornando in aereo da Lisbona dopo aver disputato una partita amichevole con il Benfica, voluta dall’amicizia che era nata fra i capitani delle due squadre, Valentino Mazzola e Francisco Ferreira, che si erano conosciuti affrontandosi da avversari con le rispettive nazionali.

 

In precedenza, invece, la Lega di Serie A aveva risposto negativamente alla richiesta del Torino Fc di spostare la partita con il Chievo per permettere alla squadra di presenziare domenica alle diciassette (ora dello schianto dell’aereo contro il terrapieno della Basilica che si trova sulla cima del colle alle porte della città) alla messa in suffragio dei caduti e al termine far leggere, com’è consuetudine, al capitano i nomi sulla lapide in memoria dei deceduti. Cerimonia in seguito spostata alle venti dopo che il presidente granata aveva organizzato un volo charter per riuscire comunque a far rientrare a Torino al termine della gara con il Chievo i giocatori e gli uomini dello staff in modo che nel giorno della commemorazione potessero essere a Superga.

 

Il calcio è rivalità sul campo e sugli spalti durante le partite, ma è anche capace di suscitare profondi legami che neppure il tempo riesce a sciogliere. Di esempi c’è ne sono, ma troppo spesso assurgono agli onori della cronache per la durata di un battito d’ali di farfalla e poi vengono relegati in un cassetto fino all’evento successivo. Chi ama il calcio e i suoi valori deve ringraziare i tifosi del Benfica e del Torino che senza tante parole, ma con fatti concreti hanno ridato un po’ d’onore a questo sport che nonostante sia stato votato al business è ancora capace di far battere i cuori puri.