Larrondo: “Voglio lavorare molto per diventare un giocatore vero”
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il neo attaccante granata si è inserito subito e si è messo a disposizione del mister. Ha le caratteristiche sia per giocare palla a terra sia per sfruttare i cross alti. Il modulo per Larrondo non è un problema perché è pronto ad adeguarsi alle richieste di Ventura.
Con quali prospettive e spirito è arrivato nel Torino?
“Sono arrivato con molta voglia di lavorare, di mettermi alla prova e a disposizione del mister. Sono un ragazzo umile che ha voglia di crescere calcisticamente. Ho iniziato cinque giorni fa ad allenarmi con i miei nuovi compagni e sto dando il massimo e mi auguro di stare bene fisicamente per riuscirci in modo da farmi trovare pronto al momento giusto. Sono molto contento perché mi sono inserito subito nel gruppo che è formato da ragazzi che hanno voglia di lavorare e questo mi fa piacere”.
Nella prima amichevole, pur giocando solo un tempo, ha segnato due gol, un bel modo di presentarsi.
“Sì certo, dal primo istante il mister mi spiega i movimenti che devo fare e mi dice perché dobbiamo eseguire determinate cose e questo modo di fare dell’allenatore mi piace tanto. Io sono uno come tutti gli altri per questo, come dicevo, mi metto a disposizione con tanta voglia di lavorare”.
Lei è in Italia già da tempo, ma non ha ancora sfondato definitivamente. Crede che questa sia la stagione giusta per spiccare il volo?
“Ho parlato molto con mister Ventura ed è ora che io dimostri quello che valgo perché non sono più un ragazzino come quando sono arrivato in Italia e avevo diciannove anni, sono maturato tanto, ma è giunto il momento di diventare un calciatore vero. Mi sono riproposto di lavorare molto quest’anno proprio per diventare il giocatore che tutti vogliono. Darò il massimo per questa maglia e vorrei imparare molto poiché l’allenatore e uno che insegna e spero di arrivare lontano con la squadra. Gli elogi che ho ricevuto da parte di molti addetti ai lavori mi fanno piacere ed è per questo che devo riuscire a diventare un giocatore vero”.
Finora che cosa è mancato per permetterle di affermarsi?
“Forse un po’ di carattere, bisogna avere la mentalità giusta per diventare un giocatore vero. Devo essere mentalmente più convinto, a Siena mi è mancata un po’ di continuità questo, soprattutto all’inizio, perché ero giovane, mentre a Firenze ero un po’ chiuso poiché avevo dei compagni molto forti. Adesso al Torino voglio giocarmi la possibilità che mi è capitata per sfruttarla al massimo”.
Nella prima amichevole ha giocato in coppia con Meggiorini, ma in allenamento ha provato anche con gli altri compagni di reparto, per sue e altrui caratteristiche con chi si trova meglio?
“Il mister ci fa ruotare tutti cambiando gli accoppiamenti in modo che possiamo provare insieme le giocate. Questo sistema è positivo così si possono capire meglio le giocate che dobbiamo fare”.
Lei era già stato compagno di squadra di Immobile nel Siena, ora l’ha ritrovato.
“Sì, in serie B e ci allenava Conte e già allora le giocate che ci venivano richieste erano simili a quelle che ci fa fare Ventura e un po’ me le ricordo. Con Ciro avevo un bel rapporto, è giovane come me, è umile e ha voglia di lavorare. Immobile ha già fatto vedere di possedere grandissime qualità e in campo mi sono sempre trovato bene con lui, così come con gli altri. Ora dobbiamo lavorare tutti con impegno in modo da dimostrare al mister che siamo pronti”.
In regia Ventura alterna Farnerud a Bellomo, per voi attaccanti ci cono differenze d’impostazione del gioco se in campo c’è uno o l’altro?
“Sono entrambi grandi giocatori e hanno qualità, forse Bellomo conosce di più il campionato italiano, mentre Farnerud deve ancora adattarsi un po’, però sono bravi entrambi e, secondo me, faranno la differenza”.
Fisicamente lei è parecchio alto quindi può sfruttare i cross, ma è anche un attaccante di movimento quindi ha la possibilità di sfruttare il gioco con palla a terra. Le sue caratteristiche in che modo la portano a giocare?
“Mi piace andare incontro alla palla e giocare palla a terra, ma anche il gioco aereo mi è congeniale. Ventura adotta un modulo che richiede palla al piede e di conseguenza devo abituarmi, questo tipo di gioco lo avevo già fatto con Conte e mi ero abituato subito, adesso me lo sono dimenticato un po’ (sorride, ndr) perché è passato del tempo, però voglio capire al più presto i movimenti per eseguirli nel modo giusto e riuscire a dare il mio contributo facendo bene”.
L’anno scorso il Torino giocava con il 4-2-4 e cercava di sfruttare le fasce, mentre in queste prime amichevoli ha utilizzato il 5-3-2. Se Ventura in campionato per il tipo d’avversario che s’incontra dovesse tornare al 4-2-4 o utilizzare il 4-3-3 lei ha le caratteristiche per tutti questi moduli?
“Sì, lavoro per essere a disposizione del mister e se vuole cambiare modulo io ci sono. Tutti noi attaccanti dobbiamo essere pronti per qualsiasi modulo e dobbiamo impegnarci molto ad apprendere tutti i movimenti, che sono veramente tanti, ma dobbiamo stare tranquilli e continuare a lavorare”.
La prima impressione sui tifosi del Toro qual è stata?
“Mi sono trovato subito bene e ho sentito il calore della gente e mi è piaciuto tantissimo perché mi ha ricordato l’Argentina, altro posto dove il tifo è molto caldo. E’ bello che i tifosi stiano vicini ai giocatori ed è simile al tipo d’affetto che avevo conosciuto a Firenze”.
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