Lasciarsi alle spalle l'Inter e guardare avanti
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
L’obiettivo del Torino è chiaro: raggiungere al più presto la salvezza e solo a quello si deve guardare, poi se ci sarà tempo e forza si sposterà più in alto l’asticella. Per ottenere ciò che si vuole bisogna essere concreti, badare al sodo e fare punti. Certo che se si riesce anche a giocare bene e grazie a questo accumulare punti tanto meglio. La favoletta del belli, ma senza soldi, in questo caso senza punti, meglio lasciarla ai film o ai romanzi. I giudizi positivi ricevuti dal Torino, forse un pochino eccessivi, fanno morale, ma non servono a scalare la classifica.
Oltretutto i giudizi positivi non devono diventare controproducenti e creare aspettative eccessive che possono diventare illusorie. Restando con i piedi per terra e analizzando Torino-Inter, basandosi solo su dati oggettivi e inopinabili (elaborati da Panini Digital) con lucidità e a mente fredda, il possesso palla percentuale è stato schiacciante per la Stramaccioni band, 63 a 37, così come le palle giocate, 715 a 488, la percentuale di pericolosità, 51,9 a 27,8, e anche la supremazia territoriale, 7’:28’’ a 13’:01’’. Questo evidenzia che il due a zero dell’Inter non è frutto del caso o della fortuna. A fronte di ciò altri dati sottolineano che il Torino sta costruendo una sua identità, ma che deve ancora lavorare per concretizzare quanto produce: nove tiri verso la porta e tre dentro lo specchio per i granata a fronte dello stesso numero di tiri, ma uno in più nello specchio e di questi quattro due reti per i nerazzurri. Ed ancora una percentuale di passaggi riusciti non molto differente fra le due squadre, 62,2 a 73,2, così come la percentuale dell’attacco alla porta, 51,7 a 58,8, e della protezione dell’area, 41,2 a 48,3. Per completare il quadro: 6 angoli battuti dal Torino e 1 dall’Inter e 13 falli granata e 7 nerazzurri.
Passando alle individualità la maggior parte delle palle recuperate è stata di Juan Jesus, 28, Ranocchia, 26, Brighi, 22, Ogbonna, 18, Gazzi, 17 e Darmian, 16. Di passaggi riusciti Juan Jesus, 66, Cambiasso, 61, Ranochhia, 57, Pereira, 56, Sneijder, 45 e Guarin, 44. Di tiri Sneijder, 3, Bianchi, 3, Guarin, 2, Milito, 2, Cassano, 1, Sgrigna, 1, Meggiorini, 1. Anche questi dati confermano che qualità ed esperienza dell’Inter hanno fatto la differenza domenica sera in campo, ma che il Torino ha margini di crescita importanti. Quindi la partita con l’Inter deve essere archiviata facendo tesoro del buono e del meno buono e subito bisogna proiettarsi sulla Sampdoria.
Sampdoria-Torino sfida fra due neopromosse che hanno lo stesso obiettivo: restare in serie A e farlo con relativa tranquillità. Confrontare quindi queste due realtà che hanno condizioni ed ambizioni simili è lecito e utile perché senza confronti non si riesce a capire il proprio valore e di conseguenza non si cresce. Interessante sarà quindi vedere sul campo le due squadre sia come tatticamente si affronteranno sia qual è il potenziale dei singoli giocatori. L’atteggiamento iniziale di approccio alla partita e poi quello che si svilupperà nel corso della stessa permetterà di fare un passo avanti nel comprendere se il Torino è quello del pareggio di Siena o della vittoria con il Pescara o della sconfitta con l’Inter o ancora un qualcosa di diverso e allo stesso tempo constatare se la Samp è stata costruita così bene da procedere spedita in campionato come farebbero pensare le tre vittorie iniziali, a San Siro con il Milan (0-1) in casa con il Siena (2-1) e in trasferta a Pescara (2-3). Il calendario ha anche voluto che il confronto diretto fra Torino e Sampdoria avvenisse dopo che le due squadre avevano affrontato entrambe altre due formazioni, Siena e Pescara, che hanno lo stesso obiettivo stagionale della salvezza.
Ma non può esserci solo il confronto sul campo perché anche quello fra le due società è interessante, da un lato i petrolieri, i Garrone, e dall’altro, Cairo, l’editore e venditore di pubblicità. Imprenditori che probabilmente non hanno lo stesso potenziale economico, forse c’è maggiore disponibilità da parte dei Garrone, ma che entrambi sono nel mondo del calcio alla guida di due fra le maggiori realtà calcistiche italiane, che negli ultimi anni hanno vissuto vicende sportive non sempre positive, soprattutto i granata che in cadetteria ci sono stati un po’ troppo, ma che vogliono assestarsi stabilmente in A e per farlo stanno programmando il futuro. La Sampdoria nella stagione 2010-2011 disputava i preliminari di Champions League e poi nello stesso campionato è retrocessa, forse per non aver avuto abbastanza esperienza per affrontare il campionato e la massima competizione europea, ma si è subito rialzata ritornando prontamente in A, ora bisognerà vedere quanto la programmazione per questa stagione è stata buona, certo è che tre vittorie in tre gare sono una premessa positiva. In precedenza da quando la famiglia Garrone è alla guida dei blucerchiati, dal febbraio 2002, la squadra ha disputato due stagioni in B (2002-2003 e 2011-2012) e otto in A, esclusa l’attuale, ha giocato in Europa in Coppa Uefa nel 2005-2006, 2007-2008, 2008-2009 e in Europa League, dopo essere stata eliminata dai preliminari di Champions, nel 2010-2011, ed è stata finalista in Coppa Italia nel 2008-2009. Il Torino da quando c’è il presidente Cairo, settembre 2005, ha disputato quattro campionati di serie B e tre di A, escluso l’attuale. Il campo già da domenica inizierà a dare i primi responsi su Sampdoria e Torino, dipenderanno da Ferrara e Ventura, dipenderanno dai giocatori blucerchiati e granata, ma dipenderanno anche dai Garrone e da Cairo.