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Le grandi trattative del Torino - 1941, Ferruccio Novo e il tris di colpi dalla Juve

di Emanuele Pastorella

Il Torino non è ancora diventato Grande, Ferruccio Novo lavora per farlo diventare. Ha preso in mano il club da appena due anni, i risultati sono deludenti: un sesto posto nel 1939/1940, un settimo nella stagione seguente. Ma è l’estate del 1941 quella della svolta, quando il presidente decide di cambiare marcia. E il primo tris di colpi arriva dalla Juventus: già, proprio il Toro che “saccheggia” i cugini bianconeri. Un portiere e due attaccanti per tentare la risalita, tre acquisti che si rivelarono azzeccati per i granata e una maxi-operazione in uscita sbagliata per l’altra sponda della città. Arrivarono il portiere Alfredo Bodoira e la punta Felice Borel, ma soprattutto Novo riuscì a strappare Guglielmo Gabetto.

Mise sul piatto 330 mila euro, che all’epoca era una cifra piuttosto importante, e lo consegnò al tecnico Andrea Kutic: i risultati migliorarono subito, lo scudetto andò alla Roma ma il Toro fu protagonista di una lunga rincorsa terminata ad appena tre lunghezze dai giallorossi. Gabetto segnò 17 reti, il rendimento personale migliorò di anno in anno. Nonostante la non giovanissima età, si avvicinava infatti ai 30 anni essendo un classe 1916, l’attaccante non perse mai il posto: ogni estate veniva comprato un nuovo attaccante, ben presto però finiva per fare la riserva di Gabetto. Alla fine saranno 127 reti complessive, un risultato che gli vale ancora oggi il quarto posto nella classifica all-time dei marcatori del Toro. Una coppa Italia, cinque scudetti: Gabetto ci mise sempre la firma, diventando uno dei simboli del Grande Torino. Il destino fu crudele, per lui come per i compagni: tutto il Toro morì sulla collina di Superga il 4 maggio 1949. Chissà quanto avrebbe potuto ancora vincere quella squadra, chissà quanti gol avrebbe potuto ancora segnare Gabetto. Dalla Juve al Toro, scrisse pagine indelebili della storia granata.


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