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Le grandi trattative del Torino - 1942, con Mazzola e Loik il Torino comincia a diventare Grande

di Emanuele Pastorella

La guerra imperversa, eppure il campionato va avanti. Il presidente Ferruccio Novo è andato vicinissimo a coronare il sogno tricolore, ma è stato fermato a tre giornate dalla fine: il Torino perde 3-1 a Venezia, la Roma scappa via e alla fine i granata chiudono secondi proprio dietro ai giallorossi. Durante quella partita, il patron del Toro è impressionato da due giocatori. Sono Ezio Loik e Valentino Mazzola, entrambi vengono individuati come possibili rinforzi per la stagione successiva. Novo non perde tempo e, addirittura al termine della sfida stessa, scende negli spogliatoi per contattarli: la stretta di mano sancisce il futuro passaggio sotto la Mole, poche settimane dopo l’operazione verrà ufficializzata. Ai primi giorni di luglio del 1942 Il Toro si aggiudica Loik e Mazzola, al Venezia andrà la cifra record di un milione e duecentomila lire oltre ai cartellini di Mezzadra e Petron. E il Torino comincia a diventare Grande.

Entrambi conquistano la maglia della Nazionale, ma soprattutto cominciano a conquistare trofei. Scudetto e coppa Italia al primo tentativo, poi dopo tre anni di stop per la guerra arrivano altre tre tricolori. Il calcio totale di Egri Erbstein non ha avversari in Italia, Loik e Mazzola sono soltanto due dei tasselli di una vera e propria orchestra. E Valentino ci impiega pochissimo a conquistarsi un posto tra gli dei granata: la numero 10 sulle spalle, la fascia da capitano al braccio, le maniche tirate su quando le cose andavano male per far partire il magico “quarto d’ora granata”. Loik giocherà l’ultima partita in serie A il 30 aprile 1949 contro l’Inter, Mazzola invece era indisponibile causa febbre. Entrambi, però, si imbarcarono sull’aereo che portava la squadra a Lisbona per l’addio al calcio di Francisco Ferreira, grande amico di Valentino. Un aereo che, al ritorno, non sarebbe più atterrato: si sarebbe schiantato sul colle di Superga, il 4 maggio del 1949, e nessuno dei 31 passeggeri riuscì a sopravvivere. Il Grande Torino scompare così, ma la leggenda resta. E quel doppio colpo dal Venezia del presidente Novo permise di cominciare a costruire una delle squadre più forti di tutti i tempi.


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