Le grandi trattative del Torino - 1961, il sogno di un Toro inglese con Law e Baker dura poco
La ferita di Superga è ancora aperta, il Torino deve ancora ricostruire. Dopo la tragedia del 4 maggio ’49, i granata hanno vissuto l’amarezza della retrocessione, poi il ritorno in serie A al primo colpo e la voglia di tornare a sognare. E’ l’estate del 1961, il direttore sportivo Gigi Peronace punta il suo mirino sull’Inghilterra. Ci sono giovani talenti da portare in Italia, lui ne individua due su tutti: Joe Baker e Denis Law. Il primo è reduce da oltre cento reti realizzate con la maglia dell’Hibernian, il secondo ha iniziato a farsi conoscere per le prodezze mostrate al Manchester City. E proprio durante un’amichevole al Filadelfia contro i Citizens, Peronace decide di puntare sul talento poco più che ventenne. Mette sul piatto più di 100mila sterline, con l’acquisto anche di Baker la campagna trasferimenti in entrata del Toro sfiora quota 200mila.
Vengono messi a disposizione del tecnico Santos Beniamino, la piazza ci impiega ben poco ad innamorarsi dei due talenti arrivati dall’Inghilterra. Baker diventa un idolo al primo derby contro la Juventus, protagonista con un gol, e insieme fanno impazzire il Toro. Eppure, ben presto i due giocatori iniziano a soffrire l’impatto con il calcio italiano e finiscono sui giornali più per le bravate fuori dal campo che per le prestazioni sul prato verde. Due gli episodi che rappresentano l’inizio della fine della loro avventura torinese: a gennaio Baker viene paparazzato dal fotografo Scapin e lo aggredisce con un pugno, il 7 febbraio del 1962 i due giocatori si schiantano con la macchina in corso Cairoli, pieno centro città, alle 4 del mattino e completamente ubriachi.
A fine anno, le loro strade e quelle del Toro si sarebbero divise: Law avrebbe preso un aereo in direzione Manchester sponda United e sarebbe riuscito a vincere addirittura il Pallone d’Oro nel 1964, mentre Baker avrebbe firmato per l’Arsenal. Due dei più grandi rimpianti nella storia del Toro, che fecero sognare per troppo poco tempo la gente granata.