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Le grandi trattative del Torino - 2010, Petrachi guida "la rivoluzione dei peones"

di Emanuele Pastorella

E’ uno dei punti più bassi dell’intera storia granata: il Torino è più vicino alla serie C che alla serie A, il presidente Urbano Cairo è costretto a correre ai ripari per salvare faccia e stagione. Nel dicembre del 2009 decide di chiamare Gianluca Petrachi per affiancare il direttore sportivo dell’epoca, Rino Foschi. Alla presentazione del nuovo dirigente accade di tutto: la contestazione degli ultras in Sisport è feroce, il patron e i due dirigenti, insieme ad alcuni giornalisti, vengono di fatto rinchiusi dentro al container del centro sportivo granata tra bombe carta e petardi.

E’ questo il clima che trova Petrachi appena sbarcato sotto la Mole, capisce che bisogna fare delle scelte forti. Foschi si dimette poco dopo, a gennaio 2010 il nuovo direttore sportivo è scatenato: serve una vera e propria rivoluzione, bisogna rivoltare completamente il Toro. In quel mercato di riparazione, dalle parti di via Arcivescovado si concretizzano ben 22 operazioni tra entrate e uscite, una squadra intera praticamente, gli acquisti sono addirittura 12. Dalla porta all’attacco, Petrachi consegna al tecnico Stefano Colantuono, richiamato dopo un mese disastroso sotto la guida di Mario Beretta, una rosa nuova di zecca: è quella che passò alla storia come “la rivoluzione dei peones”. Tanti calciatori dalla serie C, con quella fame e quella garra che servivano al Toro per rialzarsi dalle sabbie mobili e provare un’incredibile risalita. Per la porta arriva Morello, in difesa ecco D’Aiello e Garofalo, gli innesti per la mediana sono Barusso, Antonelli Agomeri, Genevier, Pestrin, Scaglia e Statella, i volti nuovi in attacco quelli di Pià e Salgado. All’appello ne manca uno, perché merita una menzione speciale: Petrachi preleva dalla Juve Stabia un certo Danilo D’Ambrosio, giovanissimo terzino semi-sconosciuto alla prima grande occasione della carriera. Il resto è storia, ma anche lui è stato uno dei volti dei “peones” transitati sotto la Mole in quel pazzo gennaio 2010. Si comincia così a vedere la mano di Petrachi, quel Toro sarebbe risalito fino ai play-off, dove avrebbe perso soltanto in finale contro il Brescia tra le polemiche. Una squadra che, nonostante tutti gli evidenti limiti tecnici, fece emozionare il popolo granata. Anche “la rivoluzione dei peones” rappresenta una piccola pagina nella lunghissima storia del Toro.


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