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Le motivazioni non dovrebbero mancare ai giocatori del Torino

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Lottare per la salvezza per giocatori che fino a dieci mesi fa disputavano i preliminari d’Europa League è un’onta perché è evidente che siano caduti in basso, a prescindere dagli errori commessi in sede di calciomercato dalla società e dalle scelte effettuate da Mazzarri relative alla preparazione estiva, ai giocatori compresi gli avvalli del calciomercato e tecnico-tattiche nelle trenta partite, tra preliminari d’Europa League, campionato e Coppa Italia, che è stato alla guida dei granata in questa stagione. Adesso che il campionato ricomincerà dal 20 giugno tutto dovrà cambiare, atteggiamento, prestazioni e risultati, per invertire la rotta. Mister Moreno Longo il suo lo sta facendo e anche il neo direttore tecnico Davide Vagnati sta marcando stretto tutti, infatti, è presente agli allenamenti e osserva ogni cosa in modo da avere gli elementi per valutare che cosa accadrà nelle restanti tredici partite che porteranno alla fine della stagione e dovranno sancire se il Torino resterà in Serie A oppure se retrocederà.

Tutti sanno che la situazione è delicata i due punti di vantaggio su Genoa e Lecce sono un margine molto risicato e non permettono di restare tranquilli. Tredici partite possono sembrare tante poiché ci sono trentanove punti in palio, ma vanno conquistati e in numero sufficiente per evitare l’onta della retrocessione. La società può stare con il fiato sul collo dei giocatori e paventare che nel malaugurato caso la squadra finisse in Serie B nessuno verrà ceduto e può farlo facendo leva sui contratti in essere con i giocatori, almeno per quelli che non sono in scadenza, Ansaldi, De Silvestri e Ujkani, ma non si dovrebbe neppure arrivare a questo perché dovrebbero essere i calciatori stessi a mettercela tutta per risollevarsi dalla situazione nella quale si sono cacciati.

I valori dei loro cartellini si sono deprezzati, alcuni di più altri di meno ovviamente, ma questo non facilita il passaggio a squadre con ambizioni superiori semmai porta a diventare appetibili per squadre dal target medio-basso e di conseguenza per la stragrande maggioranza dei giocatori granata è diminuito anche il potere di contrattare stipendi di un certo rilievo. In un mercato, come sarà il prossimo, caratterizzato da poca liquidità, dovuta alla generale grande crisi economica causata dalla pandemia da Covid-19, e all’insegna degli scambi tutte le società staranno ben attente a scegliere i calciatori e lo faranno soprattutto i club che hanno ambizioni superiori, gli altri invece dovranno accontentarsi. Terminare quindi il campionato con prestazioni e risultati positivi è prima di tutto interesse dei giocatori. Se non vogliono farlo per il Torino almeno lo facciano per loro stessi.