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Le pagelle granata di inizio stagione. Meité resta un rebus: è il lontano parente dei primi mesi di Toro

di Emanuele Pastorella

C’è stato qualche lieve miglioramento rispetto all’anno scorso, soprattutto nell’atteggiamento in campo, ma il rendimento di Soualiho Meité continua a non arrivare alla sufficienza piena. Il giocatore ammirato nei primissimi mesi di Toro resta un lontano ricordo: aveva impressionato per padronanza tecnica e prestanza fisica, riuscendo a trovare due nelle prime quattro presenze in granata, e ancora oggi, a due anni di distanza, il bottino è rimasto lo stesso. Perché poi è iniziato un calo vertiginoso, tra il secondo Mazzarri e l’interregno di Longo, e con Giampaolo il franco-ivoriano classe 1994 non è riuscito a tornare su quei livelli. Anche per il tecnico di Bellinzona, però, l’ex Monaco resta una pedina fondamentale per il centrocampo: sei gare su sette da titolare in campionato, quasi un’ora in coppa Italia contro il Lecce. Ma in più di una situazione si è dimostrato lento e impacciato, senza più quegli strappi che tanto lo facevano somigliare a un nuovo Pogba. Bisognerà lavorare ancora tanto sulla testa, perché è indubbio che le abbia: anche sotto la Mole, seppur per un breve periodo, si erano viste eccome.

Partite giocate: 8

Voto: 5