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Le prossime tre partite segneranno il futuro di Giampaolo e della stagione del Torino

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Marco Giampaolo

Dieci giorni di fuoco attendono il Torino che tra domani e sabato 5 dicembre affronterà la Virtus Entella nel quarto turno di Coppa Italia, lunedì nel posticipo della nona giornata di campionato la Sampdoria e infine sabato la Juventus. Tre partite che possono affondare definitivamente questa squadra oppure risollevarla.

Va da sé che è obbligatorio per la squadra di Giampaolo passare il turno di Coppa Italia tanto più che di fronte ci sarà una formazione di Serie B che ha appena esonerato l’allenatore e che è al terzultimo posto con cinque punti dopo otto partite e che fatica enormemente a segnare, infatti ha realizzato solo 5 reti, e ne subisce parecchie, già 13. Come sarà anche d’obbligo per il Torino battere la Sampdoria per risollevarsi dal penultimo posto condiviso con il Genoa dimostrando così di non essere una squadra scarsa come indica la classifica visto che i blucerchiati  stanno viaggiando a corrente alterna, ma comunque hanno il doppio, 10, dei punti dei granata e si trovano al decimo posto insieme al Cagliari. Infine ci darà il derby che in quanto tale fa storia a sé, però, se da una parte per il Torino non ci sarà l’obbligo di vittoria stante la differenza qualitativa con la Juventus, dall’altra ci sarà il dovere morale di affrontare i bianconeri mettendocela tutta per semmai vendere a carissimo prezzo la pelle e comunque cercare fino al fischio finale di portare a casa punti.

Il Torino qualche attenuante per un inizio di stagione difficile ce l’ha, da quelle legate al Covid, che condivide con tutte le altre squadre, a qualche infortunio, su tutti quelli di Baselli, Ansaldi per fortuna superato, Verdi e gli acciacchi di Bellotti nell’ultima partita con l’Inter dopo il riscaldamento che comunque è sempre il migliore e si è fermato solo quando non ne ha potuto fare a meno, ma dopo la pessima stagione passata i granata erano chiamato al riscatto cosa che non si è ancora vista, anzi stanno facendo persino peggio poiché l’anno scoro dopo otto giornate avevano dieci punti ed erano al decimo posto insieme a Udinese e Milan. Ci vuole tempo per assimilare il cambio di allenatore e il nuovo sistema di gioco, ma le cinque sconfitte, Fiorentina, Atalanta, Cagliari, Lazio e Inter, le ultime quattro facendosi rimontare, i due pareggi, Sassuolo e Crotone, il primo un’altra rimonta degli avversari, e l’unica vittoria con il Genoa in campionato e quella sofferta e arrivata solo ai supplementari con il Lecce in Coppa Italia mettono in discussione tutti e le prossime tre gare quindi saranno fondamentali e segneranno il futuro di Giampaolo e della stagione del Torino. Infatti, se non arriveranno prestazioni molto convincenti e di conseguenza vittorie, soprattutto con Virtus Entella e Sampdoria, una scossa alla squadra deve essere data e in questi casi di solito a farne le spese è l’allenatore, a prescindere da quante responsabilità possa avere.

Così il Torino non può andare avanti, a meno che la società non decida di giocare alla roulette russa e sperare che ci siano miglioramenti in attesa del mercato di gennaio sempre che poi rinforzi veri vengano presi, ma allora potrebbe essere già tardi. Dover mettere in conto a neppure un quarto del campionato che a fine stagione potrebbe esserci la retrocessione è inaccettabile e non si tratta né di disfattismo né di terrorismo psicologico perché il campo sta parlando in modo eloquente.