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"Le Streghe son tornate": caccia all'obiettivo principe del mercato granata

di Claudio Colla

Vecchio adagio evocativo della paura dell'ignoto, nonché film horror spagnolo del 2013, "Le Streghe son tornate" è il motto del giorno che circola sulla scena calcistica nostrana. Il 2020 sarà ricordato da tutti noi come l'anno della pandemia, certo, ma anche come quello della straordinaria affermazione dei fratelli Inzaghi da allenatore. Il più giovane, Simone, avversario del Toro nella gara delle 19.30 di oggi; il già vincitore di Champions League, Mondiale 2006, e innumerevoli trofei nazionali, Pippo, sempre più potenziale avversario di mercato del nuovo commander-in-chief granata Davide Vagnati.

L'operazione legata a Loic Remy, centravanti transalpino che ha sì perso i gradi di grande nome da tanti anni, ma che certo, per una neopromossa di piccolo cabotaggio e bacino di pubblico - quanto meno sulla carta, - può risultare un colpaccio vero e proprio, è già stata chiusa (se ne è anche già parlato sulle nostre pagine, in relazione al probabile abbandono, da parte del club campano, di Simone Zaza come obiettivo di mercato: https://www.torinogranata.it/mercato/il-benevento-chiude-per-remy-zaza-piu-lontano-dalle-streghette-107078). E l'elenco dei possibili prossimi colpi del Benevento, che includono molti nomi di caratura internazionale, provenienti da annate tutt'altro che brillanti, e in cerca di un'occasione di riscatto, è folto: da Fernando Llorente a Daniel Sturridge, passando per André Schürrle. Senza contare l'"usato sicuro" del torneo nostrano, con Gervinho (a cui sarebbe già stato offerto un triennale) e Lapadula nel mirino. E questo solo per quanto riguarda il prossimo fronte offensivo delle "Streghe".

Per quanto riguarda la metà campo, il patròn Vigorito, a un reparto già composto, tra gli altri, di elementi di provata esperienza come Hetemaj, Viola, Schiattarella, vorrebbe affiancare, come innesto di classe e fantasia, Giacomo Bonaventura. Niente meno che l'obiettivo che il nuovo Toro di Vagnati si è posto come pietra angolare della rifondazione granata, che partirà necessariamente da un centrocampo a dir poco a pezzi. Col solito Raiola alla regia dell'operazione, la 30enne mezzala ed esterno offensivo, probabilmente all'ultimo contratto a lungo termine in carriera, potrebbe essere tentato da un progetto ambizioso, seppur nella cornice di un piccolo centro, periferico rispetto al "calcio che conta", ma attorniato da nomi di respiro internazionale. Il Toro, si sa, l'offerta triennale, l'ha messa in campo; i margini per pareggiarla o superarla, Benevento o meno, ci sono ampiamente.


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