.

Le valutazioni sui giocatori del Torino sono chiare: si può già pensare al futuro

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

La stagione del Torino ormai, anche se si è solo nella seconda metà di febbraio, è incanalata verso un finale chiaro: la possibilità di partecipare all’Europa League è svanita e la salvezza è certa. I tredici punti che separano dal quarto e quinto posto, occupati da Atalanta e Inter, sono un divario incolmabile perché in mezzo ci sono Lazio, Milan e Fiorentina che hanno un margine di tutto rispetto, dodici, nove e cinque lunghezze. Possibilità di essere coinvolti nella lotta per non retrocedere non ce ne sono poiché Pescara, ultimo con undici punti, Crotone, penultimo con tredici, e Palermo, terzultimo con quattordici, sono quasi “condannati”, manca solo il verdetto dell’aritmetica e poi ci sono ben otto altre squadre a fare da cuscinetto. Il Torino, quindi, come massima ambizione può aspirare a piazzarsi entro l’ottavo posto in modo da iniziare la Coppa Italia della prossima stagione dalla fase finale, ottavi. Oltretutto questo traguardino comporterebbe anche una fetta maggiore di proventi derivanti dai diritti televisivi. Così è … e bisogna accettarlo.

Dopo venticinque giornate di campionato e tre turni di Coppa Italia disputati un’idea parecchio precisa sul valore dei singoli giocatori tutti se la sono fatta, al più può essere tenuto sotto osservazione qualche giovane. In particolare Gustafson che finora è stato poco utilizzato perché doveva comprendere com’è il campionato italiano e cercare d’imparare il più possibile la lingua italiana base. Avere le idee precise sul valore dei giocatori permette di pianificare per tempo la prossima stagione. Certezze in tal senso ce ne sono già. Il portiere Hart andrà via per fine prestito e si sa che il Manchester City lo venderà per una cifra che parte dai quindici milioni di euro, si può già dire fin da adesso che Cairo non sborserà questi soldi e, infatti, è stato preso il giovane Milinkovic-Savic e ci sono trattative con la Roma per avere Skorupski, attualmente in prestito all’Empoli. Padelli è a fine contratto e non sarà rinnovato l’accordo, quindi lascerà dopo quattro stagioni in granata. Il giovane Cucchietti, attuale terzo portiere, seguirà il naturale percorso di crescita e magari sarà mandato a farsi le ossa in qualche club di Lega Pro o di serie B. Iturbe, anche lui in prestito e con un diritto di riscatto fissato a 12,5 milioni, è praticamente certo che non verrà riscattato: costa troppo per quanto finora ha fatto vedere in campo, anche se è arrivato solo a gennaio. Moretti e Molinaro hanno il contratto in scadenza a giugno e avendo rispettivamente, trentacinque e trentatré anni, non hanno grandi chance di continuare a far parte del progetto, anche in considerazione che le rose sono bloccate a venticinque giocatori.
In bilico c’è la posizione di Castan, è in prestito dalla Roma e dopo un avvio di stagione non male, tenuto conto che arrivava da due anni d’inattività per l’operazione alla testa, adesso è infortunato, sofferenza al muscolo bicipite femorale della coscia sinistra, di conseguenza va valutato con la massima attenzione quanto può essere utile alla causa in rapporto al costo del cartellino, allo stipendio da erogarli e al fatto che ha trent’anni, ma anche che ha qualità tecniche di buon livello.
Casi diversi sono quelli di Ajeti, Carlão, Avelar, Obi e Maxi Lopez. Ajeti ha ventitré anni, ha un contratto fino al 2019 e uno stipendio basso, 300 mila euro, ma ha commesso non pochi errori quando ha avuto l’opportunità di giocare. Per una squadra ambiziosa e che punta all’Europa non è ancora all’altezza. Carlão, arrivato a gennaio, non si è ancora visto in campo perché in allenamento si è fatto male a un gomito, ha trentuno anni e un contratto fino al 2019. Avelar da quando è arrivato al Torino, estate 2015, è passato da un infortunio a un altro con tanto di operazioni, il nove giugno compirà ventotto anni ed è legato al club granata fino al 2019. Obi, ha una carriera frenata da infortuni più o meno gravi che ne condizionano pesantemente l’utilizzo, i suoi muscoli di “cristallo” destano non poche preoccupazioni e ha ancora due anni di contratto. Maxi Lopez è in eterno conflitto con il peso forma, fra poco, il tre aprile, compirà trentatré anni, guadagna 600 mila euro e il suo contratto scadrà nel 2018. Se fisicamente è a posto può essere ancora un discreto attaccante, o forse anche qualche cosa di più, ma tutto dipende dalla bilancia. Questi cinque giocatori per motivi differenti possono non rientrare più fra i progetti futuri.
Acquah ha un fisico da combattente, ma spesso si fa prendere dalla foga e finisce per essere troppo impreciso. Ha un contratto fino al 2019.
Baselli per il gioco di Mihajlovic in un centrocampo a tre e ancor di più in uno a due non ha del tutto le caratteristiche tecniche ideali, soprattutto perché leggerino fisicamente. In fase offensiva ha buoni spunti, ma in quella difensiva pecca un po’. Ha un contratto fino al 2019.  
De Silvestri anche per ragioni anagrafiche, ha quasi ventinove anni, e in virtù dell’essere un uomo di fiducia di Mihajlovic e dell’avere un contratto fino al 2020 può essere l’alternativa a Zappacosta.
Rossettini è un centrale difensivo che con serietà svolge il compito assegnatoli, incappa in qualche sbavatura, ma il suo rendimento risulta alquanto costante. E’ legato al Torino fino al 2018 e in presenza di un centrale di livello superiore è un’alternativa valida.
Valdifiori in cabina di regia ha il compito di dare equilibrio alla squadra, lo fa con diligenza e più che discreta continuità, gli mancano spunti da campione, ma può essere una buona “chioccia” per il giovane Lukic.
Zappacosta come terzino destro ha buone doti di spinta e può ulteriormente migliorare in fase difensiva e nella precisione nei cross. L’età, ventiquattro anni, e il contratto fino al 2019 ne fanno una colonna portante della squadra.
Barreca ha avuto la possibilità di trovarsi titolare alla prima stagione in serie A a causa degli infortuni di Avelar e Molinaro, ha sfruttato l’occasione e dimostrato qualità superiori alla media per la giovane età, compirà ventuno anni il prossimo diciotto marzo. E’ incappato in errori dovuti alla poca esperienza, ma ha saputo tenere duro e andare avanti e in più è un prodotto del vivaio. Una scommessa, ma le premesse c’erano tutte, che può considerarsi già vinta.
Benassi ha fatto importanti passi in avanti da quando è arrivato al Torino nell’estate del 2014 e i suoi ventidue anni ne garantiscono ulteriori margini di crescita soprattutto per quel che riguarda la tenuta costante su livelli buoni nell’arco dei novanta minuti. La determinazione ne ha rafforzato il carattere portandolo a diventare il capitano della squadra. Altro giocatore sul quale costruire il Torino dei prossimi anni.
Lukic i suoi vent’anni lo rendono acerbo e ha bisogno di crescere prendendosi a piccole dosi responsabilità sempre crescenti, anche perché ricopre il delicatissimo ruolo di centrale di centrocampo. Mihajlovic lo sta guidando sfruttandone le buone caratteristiche tecniche e i primi frutti si sono già visti nelle partite con il Pescara e soprattutto in quella ben più difficile con la Roma. E’ un giocatore di prospettiva che può diventare prezioso.
Boyé è un lottatore, ma per essere un attaccante vede poco la porta e questo può essere un limite di non poco conto, anche se a vent’anni può migliorare molto sotto quest’aspetto. Si merita delle chance, ma non deve sprecarle. Per una squadra con ambizioni internazionale è un profilo da valutare soppesandone bene i pro e i contro.
Falque con dieci gol e undici assist di cui cinque vincenti si è già rivelato un più che buon acquisto estivo, se aggiungerà ancora un po’ di continuità alle sue prestazioni diventerà indispensabile e farà le fortune sue e del Torino.
Ljajic a venticinque anni, dopo aver cambiato parecchie squadre, non ha ancora saputo sfruttare le doti calcistiche che madre natura gli ha generosamente donato sprecando qualità superiori per troppa discontinuità e carattere tendente al litigiosetto, prendersela in campo con i compagni quando non si è impeccabili non depone a proprio favore. E’ stato il giocatore finora più costoso dell’era Cairo, nove milioni che non hanno reso a sufficienza. E’ ora che si dia una regolata, altrimenti è un lusso inutile.
Belotti bomber completo, infatti, segna con regolarità calciando di sinistro e di destro e colpendo di testa, può migliorare nel battere i calci di rigore. Ha ventitré anni, un contratto con il Torno fino al 2021 e una cosiddetta clausola rescissoria valida per l’estero di cento milioni. Una società ambiziosa non se lo farebbe scappare per nessun motivo, ma solo un progetto vincente lo terrà legato ai colori granata. Su di lui hanno messo gli occhi tanti club esteri e italiani e fra questi ce ne sono che possono permettersi un investimento da top player. Con lui si può fare una squadra vincente o costruirne una con il ricavato della vendita del suo cartellino.

Cairo deve decidere se è arrivato il momento per portare a un livello superiore il Torino oppure se mantenerlo a vivacchiare a metà classifica. Non siamo ancora a marzo e il tempo per pianificare la prossima stagione c’è. Mihajlovic ha una mentalità vincente, anche se nell’ultimo periodo è apparso meno grintoso del solito, le valutazioni sui giocatori in rosa sono chiare per quasi tutti gli elementi e c’è una base dalla quale partire, quindi, non è difficile decidere in quale direzione si vuole procedere.


Altre notizie
PUBBLICITÀ