.

LIVE Juric: "Vojvoda e Ilic non ci saranno con la Salernitana. Sanabria e Zapata li vedo come numeri 9, la squadra deve avere concetti chiari. Galleggiare non va bene"

di Elena Rossin
Fonte: Dall'inviata al Grande Torino Olimpico Elena Rossin
Ivan Juric

Il Torino alla ripresa del campionato, dopo la sosta per gli impegni delle Nazionali, vuole dare continuità alla vittoria con il Genoa. L’allenatore del Torino, Ivan Juric, fra poco in conferenza stampa presenterà la gara con la Salernitana che si disputerà domani alle 18,30 allo stadio Arechi.

Quanto è servita la sosta?
"Chi è rimasto ha lavorato bene. Ci spiace che due Nazionali Vojvoda e Ilic siano tornati infortunati e ci mancheranno con la Salernitana".

Come sarà la gara di domani?
"Rispetto all’anno scorso sarà una partita diversa. La Salernitana è piena di buoni giocatori e in un certo senso giocano in modo simile a noi con il 3-4-3, ma hanno concetti diversi. Ci aspetta una battaglia perché sappiamo che quando si gioca a Salerno è sempre molto dura".

Che problemi hanno Ilic e Vojvoda?
“Ilic ha problemi alla caviglia e non ci sarà. E anche Vojvoda ha problemi e non ci sarà”.

Cosa perdete con Vojvoda e cosa vi può dare Lazaro?
"Vojvoda arriva dentro e a Radonjic piace di più stare sulla fascia: ed è una buon opzione. Anche il gol contro il Genoa è nato da questi concetti. Mi aspetto tanto da Lazaro, veva fatto molto bene i nei primi sei mesi l’anno scorso e spero che cominci a fare quello che aveva fatto allora, Comunque come modo di giocare Lazaro e Vojvoda sono simili".

Giocheranno due punte domani, anche solo per uno spezzone?
"Già contro il Cagliari abbiamo giocato con Pellegri e Sanabria: a me però non piace, questa opzione e non mi incuriosisce molto. Io li vedo più come numeri 9. In questo mi preoccupa soprattutto che Sanabria torni in forma come l'anno scorso perché in questi mesi sono stati negativi. Dopo che Sanabria sarà tornato in forma possiamo pensare a rimodulare il fare certe cose. Per ora va bene quello che facciamo".

Le due punte sono soluzioni eventualmente a partita in corso oppure anche dall'inizio?
"Una squadra deve avere concetti chiari: se siamo passati da 37 punti a 53 è perché avevamo i concetti chiari e non improvvisati. Può essere un’opzione, ma quello che a me in questo momento preme è che Sanabria torni in forma come era prima e poi posso pensare di eliminare qualche altro giocatore per fare altre cose e trovare un certo equilibrio. Anche se Zapata, Sanabria e Pellegri sono dei numeri 9. In questo momento si può fare anche come contro il Cagliari. Non mi preoccupa molto, ma ora dobbiamo crescere come squadra con i concetti utilizzati in questi anni".

Soppy ha già appreso i suoi insegnamenti ed è pronto a dare un contributo?
"All'Atalanta aveva avuto pochissime opportunità di giocare ed era praticamente un po' fuori dalle scelte, però i concetti già li conosce da Gasperini, ma evidentemente all’Atalanta non bastavano. Si sta allenando molto bene e sicuramente già domani potrebbe entrare se ce ne fosse bisogno: sono soddisfatto per come si comporta e per cosa sta facendo".

Cosa ha iniziato a dire questo avvio di campionato?
"Vedo un campionato con otto squadre che sono nettamente superiori alle altre e poi che tutte le altre sono più o meno insieme. Con il Genoa quasi si aveva la sensazione di vergognarsi ad aver vinto all'ultimo minuto. E’ una squadra tosta e forte con giocatori forti e hanno speso tantissimi soldi per fare la squadra con buonissimi giocatori. C’è molto equilibrio. Anche il Lecce ha trovato buoni giocatori, sarà un campionato molto tosto. Chi è sopra, e che io ritengo superiore, sta facendo un po' fatica, penso alla Roma e alla Lazio. Vedo un campionato molto, molto equilibrato e ogni partita è molto tosta ed è difficile per tutte le squadre. Per noi dipenderà molto da noi stessi".

Possiamo immaginare un Sanabria sulla trequarti o è un'alternativa a Zapata?
"A me non piace. Anche contro il Cagliari Sanabria era fuori dalle sue zone dove lui si trova in modo naturale con i movimenti e il tempo della giocata, poi si possono fare delle modifiche e può andare sul primo palo, però lui si trova là. Bisognerebbe cambiare proprio il modo di essere. Adesso proprio non lo voglio neanche provare e non mi passa per la testa. Voglio avere continuità di lavoro e cercare di migliorare ciò che stiamo facendo. Zapata è stato preso non per giocare con due punte, ma penso che la società lo abbia preso per avere un attaccante più forte”.

Zapata è un trascinatore e ha una personalità differente da chi c’era?
“Zapata non è uno che comanda, è in un certo senso silenzioso, ma porta il sorriso ed ha bontà d'animo importante: trasmette pace, serenità e fratellanza. importante.
Ho avuto brutte sensazioni per un certo periodo, ho visto squadre medie che crollano facilmente, pensiamo al Lens che dopo il secondo posto dell’anno scorso è crollato. Le squadre medie non sono a posto quando ci sono giocatori che hanno la pancia piena o che vogliono andare via e invece rimangono ed è allora che la squadra crolla. Noi allenatori delle medie dobbiamo essere molto attenti su questo. E’ quello che era successo al Torino quando è passato dall'Europa a salvarsi all'ultimo. La mia squadra deve crescere, anzi no deve essere tosta come lo è stata n questi due anni senza mollare, lavorare forte ed essere molto concentrata perché se caliamo del 5%, visto che i miei giocatori sono, per me, medi, possiamo crollare come squadra. Bisogna stare molto attenti e sul pezzo. Zapata ci porta esperienza e tanti valori come l'amore".

Perché le risorse economiche importanti per Zapata non sono state utilizzate per un trequartista visto che non vede un Torino a due punte e il suo modo di giocare prevede due trequartisti?
"Non è che non lo vedo, ma ci sono pochissime squadre giocano con due attaccanti, forse cinque in tutta Europa. Con due punte cambia davvero tanto. Zapata è stata un'occasione nata con Buongiorno perché noi non pensavamo di cercare un altro che potesse fare attaccante e l’esterno nel caso che Pellegri non stesse bene e comunque adesso Pietro sta trovando continuità. Quando è uscita l’idea con l’opportunità di Zapata, secondo me, la società ha ritenuto di coglierla perché così la squadra sarebbe migliorata. Non abbiamo mai parlato di giocare con due attaccanti o mi è stato chiesto se volessi cambiare, mi è stato solo detto: "Ivan, vuoi Zapata?". Ora abbiamo tre numeri 9, abbiamo perso Miranchuk e preso Zapata. Adesso vogliamo qualcosa in più da Seck perché pensiamo che sia cresciuto in questo periodo. Poi con il tempo è tutto possibile e possono nascere opportunità anche da situazioni particolari: giocare con due attaccanti, con il 5-3-2. Niente è escluso. Come concetto è tutto nato negli ultimi due giorni di mercato".

Davvero è impossibile un Toro con due attaccanti?
"Avevo visto il crollo del Torino quando era arrivato Zaza, il crollo della tattica di Mazzarri. Quando c'erano Falque, Ljajic e Berenguer era una cosa, poi quando si sono fatte le cose in modo diverso è andato in difficoltà. E' un modo diverso di interpretare il calcio: anche Vlahovic e Chiesa non sono due attaccanti. L’attaccante è Vlahovic e poi c’è Chiesa e cambiano tantissime cose. L'Inter lo fa bene storicamente dai tempi di Conte, che giocava con il 3-5-2, ma non vedo altre squadre in Italia e nemmeno in Europa".

E' cresciuta la condizione atletica di Zapata?
"Ha fatto due settimane bene, come altri, e ora giocherà titolare e vediamo come va la partita e come si comporta, come regge le cose e come recupera dopo gli sforzi. E’ importante che riesca a ripetere azioni di alta potenza. E sulla base di questo vediamo quanti minuti potrà fare e se giocherà bene o male".

E' cresciuta la condizione atletica di Zapata?
"Ha fatto due settimane bene, come altri, e ora giocherà titolare e vediamo come va la partita e come si comporta, come regge le cose e come recupera dopo gli sforzi. E’ importante che riesca a ripetere azioni di alta potenza. E sulla base di questo vediamo quanti minuti potrà fare e se giocherà bene o male".

Meglio Tameze o Linetty con Ricci?
"Queste sono le scelte e c’è anche Gineitis che sta crescendo bene e fa buoni allenamenti. Fra questi sceglieremo: Tameze o Linetty ed eventualmente anche Gineitis. Non ti ho risposto (sorride, ndr)".

Ieri c'è stata la festa della Curva Maratona: è cambiata la sua percezione sui tifosi del Toro in questi due anni e mezzo?
"I tifosi del Toro vogliono grandi cose e a volte non sono possibili, è molto semplice. La società nel suo dna vuole essere su, anche per la storia, e ogni tifoso granata cresce con l'idea che il Toro debba essere tra le prime sei o sette squadre in Italia e questo a volte porta insoddisfazione. In due anni, da una situazione molto difficile e grave siamo riusciti a fare molto bene, stabilizzandoci in un certo senso, ma dobbiamo fare attenzione a non crollare di nuovo. Noi come staff vorremmo provare a fare qualcosa in più, altrimenti la nostra presenza qui non ha senso per come vediamo noi le cose. E’ il terzo anno del nostro contratto e dopo aver stabilizzato e aver fatto un grandissimo lavoro come staff l’unica cosa che ci fa rimanere qua è fare il salto e andare avanti. Così ha senso, ma galleggiare per l’ambiente non va bene ed evidentemente anche per noi dello staff non va bene".