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Live – Mazzarri: "La settimana mi ha dato indicazioni sui migliori undici che posso mandare in campo domani"

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Il Torino deve rilanciarsi dopo la sconfitta con l’Udinese che porta a quattro i passi falsi compiuti in otto giornate. L’ultima vittoria risale a un mese fa, il 26 settembre quando i granata batterono al Grande Torino il Milan. L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita di domani pomeriggio con il Cagliari, che ha iniziato positivamente il campionato portandosi al quinto posto in classifica.

SULLA PARTITA E SUL CAGLIARI Visto che ho notato alcune cose e non voglio essere frainteso parlo, quindi, solo della mia squadra. Se noi facciamo alcune cose e se c'è la condizione fisica e mentale possiamo giocarcela con tutto e fare ottime partite, come abbiamo fatto l'anno scorso. L'avversario va rispettato, sono contento perché ho potuto lavorare con tutti gli effettivi e ho stressato i miei preparatori per far sì che tutti abbiano la condizione fisica in modo che ogni giocatore faccia meglio con la palla, che abbia i tempi di gioco, che in campo giochi con coraggio e positività, cose che ci sono un po’ mancate in questo periodo. Vedremo, quindi, se domani ci sono miglioramenti.

SU CHI PUO' GIOCARE E DARE GARANZIE Ho avuto la settimana tipo e posso quindi decidere io, tenuto conto che la squadra non è brillante. Siamo ripartiti da zero e ho preso indicazioni sui migliori undici che posso mandare in campo e poi farò entrare i tre che mi danno più garanzie psico-fisiche. Vorrei che domani, vista la situazione, si giochi come si faceva lo scorso anno che si soffriva tutti quando occorreva, io sono il primo tifoso e soffro più di tutti.

SULLE MOTIVAZIONI L'ultima in casa è stata con il Napoli e nel primo tempo avevamo fatto meno bene, mentre nelle ripresa meglio e avremmo potuto anche fare gol. Non mi piace parlare di difficoltà, ma si superano. Se noi, ed è sul “se noi” che si deve ragionare tutti insieme anche il popolo granata, si fa tutto al meglio, si curano i momenti particolari allora si supera tutto. Ho visto miglioramenti sulla condizione e sull'attenzione e domani tutto questo va messo in campo.

SULLO SPIRITO DELLA SQUADRA E SUI MUSI LUNGHI Ho parlato con i singoli, i ragazzi si sono riuniti e hanno parlato fra di loro. Il gruppo è unito e non ci sono problemi anche con chi gioca meno che deve essere un professionista senza che il suo atteggiamento possa contaminare il gruppo. A gennaio chi non è contento chiederà di andare via, gli darò un bacio e si troverà la soluzione migliore. C’è sovrannumero dovuto all’eliminazione dall’Europa League e fino a quando non ci sarà la Coppa Italia (a gennaio, ndr) si gioca solo in campionato e ci sono meno partite. Ho due telefoni e i giocatori possono chiamarmi in qualsiasi momento per dirmi se ci sono dei problemi. Chi non è contento non deve avere atteggiamenti che minano il gruppo, finora atteggiamenti di questo tipo non ci sono stati. Anche voi giornalisti dovete riportare le cose come le dico senza fraintendere.

SULLA COMPRENSIONE DA PARTE DEI GIOCATORI DI ESSERE IN UNA SQUADRA IMPORTANTE Quando vedo che un giocatore non fa bene gli parlo e in questa settimana ho centuplicato quest'aspetto parlando chiaro e ponendo massima attenzione ai particolari. Si deve essere umili e lavorare per migliorare i punti deboli ed esaltare quelli forti. L'unica cosa che inconsciamente può aver avuto strascichi sono stati i complimenti e allora ho detto ai giocatori che siamo stati bravi. Li ho fatti riflettere e se non ritrovano loro i valori inizierò io a fare delle scelte. L'esempio è Chiellini, che ho allenato in passato, e che a quarant'anni entra in campo con la determinazione e la voglia di fare, che festeggia il lunedì e il martedì torna a lavorare senza distrazioni e con grandi stimoli dimenticando cose è accaduto la domenica. A questo punto le partite fatte sotto le aspettative iniziano ad essere un po’ troppe e si deve cambiare.

SULLA TENUTA NEI 90 MINUTI Se si entra in campo contratti e poi si va in crescendo come con il Milan non dipende tanto dalla condizione fisica, ma dall’atteggiamento mentale. Altro conto sarebbe se di iniziasse bene e poi si andasse in calando. A inizio gara si può anche sentirla un po’ troppo e allora su questo si deve lavorare. In settimana siamo stati attenti a tutti i particolari e vedremo domani se ciò che ho visto in allenamento sarà portato in campo.

SUL PESO DELLE ASPETTATIVE DIVENUTE SUPERIORI Dopo il girone di ritorno dell'anno scorso, dove abbiamo battuto tutti i record da quando Cairo è il presidente, tutti ci affrontano pensando che la squadra ha un certo valore e che ha messo sotto tanti avversari, e non più pensando che siamo una squadra che prova a crescere. In questo campionato si è alzato di livello e lo si comprende dalla difficoltà che rappresentano le neo promosse per tutti. Non sempre si può avere i giocatori allo stesso livello di rendimento. Ci sono concause, ma bisogna che la macchina che avevo portato al cento dieci per cento torni a quei livelli.

SUL RUOLO DI MEITE' E SUL PARAGONE CON HAMSIK

In quell'intervista parlavo con un giornalista che aveva visto solo la nostra partita con l’Atalanta e io gli ho spiegato che in quel caso Meïé giocava come faceva Hamsik, Berenguer faceva Lavezzi e Belotti Cavani. Era per fargli capire, ma non ho paragonato Meïé ad Hamisk. In buona fede bisogna sempre, però, dire le cose corrette altrimenti ci sono fraintendimenti.
Se si aggredisce alto e poi tutti non fanno ciò che devono ci si trova in difficoltà in difesa come con l'Udinese.

SUL RAPPORTO CON IL PRESIDENTE CAIRO Con il presiedente parlo tutti i giorni più volte e gli spiego tutto, così come ho sempre fatto con tutti i presidenti che ho avuto poiché bisogna relazionarsi con chi ti paga lo stipendio. Quando ci sentiamo non c'è bisogno che mi chieda le cose perché sono io che già gli dico tutto e dico a lui più di quello che dico a voi. Il presidente mi dice sempre di fare la cosa migliore, ma non interferisce. A Udine ero arrabbiato per la partite e mi hanno parlato di partita disastrosa e allora io, che sono il primo tifoso, ho difeso i giocatori ma finisco per essere frainteso. Ho parlato in un certo modo perché so che a Udine anche pendere un punto può essere utile per il futuro e la classifica finale. Io difendo la causa perché i giocatori vanno tutelati, non viziati. Sono loro che vanno in campo e sono quelli che ti possono portare fuori da questo frangente. Io possibilmente parlo con i presidenti e se mi chiama il direttore sportivo gli dico “Se mi parla il presidente allora vengo”, quando è andata male è stato quando il presidente che mi aveva scelto poi dopo non c’era più”.

La conferenza è terminata.