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LIVE Vanoli: "Mercato? Non parlo e non commento le parole di Cairo, ma ci serve il sostituto di Zapata. La prestazione sempre al primo posto però col Cagliari serve essere anche cinici. Sosa è recuperato"

di Elena Rossin
Fonte: Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin
Paolo Vanoli

Il Torino ha recuperato nelle ultime giornate spirito e atteggiamento, come si è visto nelle rimonte a Udinese, Juventus e Fiorentina, però nelle ultime quattro partite non è andato oltre il pareggio e la classifica resta in bilico visti i soli quattro punti in più della terzultima Verona. Fondamentale sarà tornare alla vittoria soprattutto con le squadre come il Cagliari che ha due punti in meno e lo stesso obiettivo da raggiungere: la salvezza il prima possibile.
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Cagliari che si disputerà domani alle ore 20,45 allo stadio Grande Torino Olimpico.

E’ stata una settimana più corta, come è arriva la squadra a questa sfida?
“Bene, abbiamo dovuto recuperare un giorno in più perché l’imprevisto di Firenze ci ha portato a giocare in dieci per più di un'ora, però stiamo bene. Abbiamo recuperato gli squalificati, per Borna Sosa è stata solo una tacchettata che sul momento gli aveva bloccato un po' il nervo della caviglia, però tutto bene, gli indisponibili sono Ilic e Vojvoda”.
Arriva una gara importante contro il Cagliari, a maggior ragione con una classifica così corta?
“Mah è da quando abbiamo iniziato il girone di ritorno che lo continuiamo a dire, tutte le partite per noi sono importanti perché dobbiamo raggiungere velocemente questi punti che ci danno la tranquillità per guardare avanti. Lo sappiamo, ci stiamo abituando e penso che stiamo affrontando le partite con la giusta mentalità che serve per raggiungere questi punti”.
In più arriva anche la sfida con Davide Nicola, ex giocatore ed allenatore del Toro, all'andata la sconfitta subita in rimonta, come si affronta una squadra così imprevedibile?
“Penso che all'andata abbiamo espresso un ottimo calcio e fatto una grandissima partita, però devo dire che incontriamo una squadra che nelle ultime tre partite ha fatto veramente bene, è in crescita e anche loro da quando hanno cambiato modulo hanno espresso un calcio migliore. E’ una squadra temibile perché loro sì, in questi anni sono sempre stati abituati a lottare per il punto e lo si vede. E’ una squadra forte fisicamente e sappiamo che la loro forza deriva tanto dai cross laterali e soprattutto dalle palle inattive perché hanno giocatori veramente di “cattiveria” dentro l'area che vanno a cercare sempre la palla e a questo dovremo stare attenti perché penso che all'andata i due pari sono nati proprio da questo. Dobbiamo stare attenti perché è una squadra che è in salute, però noi dobbiamo guardare il nostro percorso, giochiamo in casa e dobbiamo sfruttare anche questo”.
Dalla partita dell’andata ce ne sono state altre 14 e visti i 18 gol fatti dal Cagliari e i 9 da voi, mentre quelli subiti sono 9 contro 27, cosa è cambiato?
“Quando guardo le statistiche non mi paragono agli altri, sinceramente guardo i miei e preferisco guardare quello che devo migliorare perché le statistiche servono, soprattutto, per come gioco io, a vedere cosa mi serve per migliorarmi. Sicuramente rispetto a quella dei gol avevamo detto che eravamo in un trend molto positivo, però è anche vero, come ho sempre detto, che da quando è mancato Zapata abbiamo avuto difficoltà prima nel creare occasioni e adesso ci servirebbe un po’ più di lucidità nel concretizzare. La strada però è quella giusta”.
La prestazione di solito porta al risultato, ma alla fine per avere la meglio sul Cagliari potrà essere utile anche non andare tanto per il sottile e pensare soprattutto a fare punti?
“No, non penso. La prestazione deve essere sempre al primo posto, poi dopo all'interno ci sono le sfide con chi vai ad affrontare. È normale che con una squadra come il Cagliari devi saper soffrire, battagliare e chiudere i cross. Dopo c'è la strategia, però, secondo me, alla fine se non c'è la prestazione alla lunga si può solo peggiorare. Quindi noi dobbiamo continuare su questa strada sapendo pregi e difetti dell’avversario che sotto l'aspetto dello sconto, della prestanza fisica e soprattutto nei duelli aerei nella nostra area può diventare determinante”.
Domani la sua squadra dovrà anche saper aspettare per poi sfruttare eventuali spazi che si possono aprire per arrivare al gol oppure dovrà puntare di più sull’attaccare, come si dice, “a testa bassa”?
“Deve capire il momento, ci sarà il momento dove dovremo aspettare e soffrire e il momento dove devi continuare ad andare a pressare e cercare di fare male e costruire anche attraverso il pressing, quello che abbiamo fatto benissimo con la Fiorentina e con la Juve. Magari quando vai a pressare alto è normale che qualche sbavatura dietro possa esserci e che si possa concedere qualche cosa  all'avversario in talune occasioni. E’ la nostra filosofia in questo tipo di  partite  che abbiamo sempre avuto, però una squadra deve sapere interpretare benissimo tutti i vari momenti all'interno della partita, non c'è solo il momento in cui si va a pressare alto, ma c'è anche un momento dove bisogna essere bravi a chiudere gli spazi, a essere compatti ed eventualmente dopo aver riconquistato la palla capire se c'è l'opportunità di andare ad attaccare lo spazio velocemente oppure se è meglio consolidare il possesso. E’ la cosa che fanno le grandi squadre: capire il momento”.
Il suo Torino ideale come si posiziona rispetto alle partite con il Parma e la Juventus e con la gara con la Fiorentina?
“Come ho già detto è da un mese che vedevo la mia squadra che aveva la mia fame, il mio carattere, poi sono state tutte partite gestite bene rispetto a quello che è successo all'interno delle gare. Non dimentichiamo che a Firenze siamo rimasti per più di un'ora in dieci, ma per come siamo stati lucidi e abbiamo gestito bene quest’ora di gioco è stata una soddisfazione anche per me dall'alto (era in tribuna squalificato, ndr) perché quando ho visto che la squadra era lucida ho potuto rischiare mettendo Njie e Karamoh sugli esterni e lasciato dentro Adams e questo secondo me ci ha premiato. I ragazzi oggi stanno capendo come gestire le due fasi, anche se dobbiamo essere un po' più cinici con ciò che ci è mancato: la vittoria con il Parma, la più eclatante per le occasioni che abbiamo avuto”.
Vlasic nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha messo molto in evidenza l'unità e la compattezza che si è creata all'interno dello spogliatoio. Per gli altri calciatori leggere questa cosa e per lei sentirlo dire da un suo giocatore che effetto le fa?
“E’ una grandissima soddisfazione perché è la prima cosa che voglio ottenere dalle mie squadre: l’unità e l'ho già detto fin dall'inizio. E’ un messaggio anche per i nostri tifosi, l’ho detto anche ai ragazzi, perché solo così si può riconquistare la nostra gente che sappiamo benissimo che in casa è il dodicesimo uomo. Dobbiamo essere prima noi a far vedere alla gente che siamo una squadra, che abbiamo un cuore, che sappiamo soffrire quando serve e anche battagliare. Questa per me è stata una grande soddisfazione ed è quello che ho sempre detto dal primo giorno. Purtroppo è avvenuto attraverso tanti processi e piano piano e c’è ancora tanto da lavorare. Comunque oggi vedere questi ragazzi che tutti insieme hanno un obiettivo comune, indipendentemente da quello che è risultato, è un piccolo passo”.
Senza Vojvoda e Dembélé quanto possono essere utili Walukiewicz o Pedersen? Ma forse per il ruolo sta pensando più a Walukiewicz visto che Pedersen non lo ha utilizzato subito a Firenze?
“Non l'ho utilizzato subito perché in allenamento aveva avuto quel problema e fino alla mattina abbiamo provato a vedere se poteva essere disponibile a darci una mano. Dopodiché quel ruolo con Dembélé squalificato Pedersen lo fa veramente bene, perché in passato ha giocato in difese a quattro. Eventualmente per struttura ci potrebbe essere un'opportunità anche per Walukiewicz in quel ruolo, anche se il terzino l'ha fatto poco. Bisogna però anche valutare gli avversari e la struttura che hanno poiché noi non siamo una squadra molto strutturata quindi è un pensiero che sto facendo”.
Il mercato …
“Ti stoppo subito, non voglio parlare proprio di mercato e i nuovi quando arriveranno ci sarà la conferenza stampa. Non voglio neanche commentare le parole che ha detto il Presidente. E’ inutile perdere tempo, devo guardare a questa partita che per noi è fondamentale. Sono punti fondamentali e non mi posso perdere in chiacchiere e sprecare energie, come ho sempre detto. Ha parlato il Presidente, ha parlato il Direttore per cui oggi voglio essere concentrato come sempre su quello che è il campo, che è la cosa sulla quale devo tenere concentrati i miei giocatori”.
E’ un momento negativo per Sanabria e Vagnati ha detto che c’è la possibilità che possa andare via. A Firenze non ha giocato neppure un minuto quindi è da considerare un giocatore del Torino?
“È un giocatore del Toro, se domani ci sarà la possibilità che giochi deve entrare perché appunto è un giocatore del Toro. Io sono chiaro come è successo per Tameze, è la stessa cosa. A me le chiacchiere che fanno gli altri non mi interessano. Ho detto solo una cosa un mese fa: primo ho bisogno di un sostituto di Zapata, per tutto il resto siamo concentrati su quello che accadde. Quindi spero che Tonny domani ci possa risolvere una grande partita”.
A Firenze hai detto che Sanabria e Adams si sacrificano per mille motivi  anche in un ruolo che magari è diverso da quello di Zapata. Adams, nello specifico, è un giocatore che nel 4-2-3-1 lotta, però fa fatica ad essere decisivo sotto porta. In cosa deve migliorare?
“A Firenze, secondo me, ha fatto una grandissima prestazione, ma le prestazioni bisogna vederle in funzione a quello che succede. Quando siamo rimasti in dieci davanti ha tenuto il reparto sempre alto, ha difeso benissimo la palla. Con lui  stiamo lavorando. Siamo una squadra che tende poco a fare i cambi di gioco e lui lo sta capendo. Stiamo lavorando anche sul controllo interno per andare dall'altra parte. È un nostro punto di riferimento. Cambiando sistema di gioco, per le caratteristiche se dovesse giocare Vlasic si può utilizzare anche il 4-3-3, ha fatto la punta in Premier e quindi non penso che abbia grossi problemi. Sono sempre convinto che se lui e Sanabria con una punta di riferimento si possano esprimere al meglio. E all'inizio con Duvan era un po' quello che avevamo in testa e infatti si sono espressi meglio. Però è sempre una questione di equilibrio e di momento.
Il mio lavoro è sulla mentalità per poter riuscire a mettere in campo tutti i giocatori qualitativi, però i giocatori qualitativi devono anche capire che devono fare la fase difensiva e devono aiutare la squadra. E’ un processo che va affrontato. Più di una volta ho avuto lo stimolo e la voglia, e spero che magari succederà, di giocare con i miei giocatori più offensivi davanti. Però poi c’è la classifica, c'è un equilibrio, c'è il momento. Bisogna sempre considerare il timing, come vi ho detto quando si stava parlando di difesa 3 e a 4”.
Vi siete chiesti perché faticate così in casa a ottenere punti?
“E’ un aspetto che accade quando sei ansioso e vuoi a tutti i costi raggiungere i risultati. Penso che l'impedimento non sia nelle prestazioni, perché stiamo facendo delle ottime prestazioni e degli ottimi risultati. Se andiamo a vedere all'andata contro la Juventus avevamo perso e al ritorno abbiamo guadagnato un punto, stessa cosa con la Fiorentina. E adesso abbiamo quest’opportunità contro una squadra, il Cagliari, una diretta concorrente per arrivare a questi punti salvezza. All'andata avevamo fatto zero punti quindi è anche questo un processo di crescita. In casa a volte non hai quella pazienza, quella serenità, anche perché il pubblico, ed è bello, ti spinge a voler subito chiudere la partita. Bisogna usare un po' più la testa, anche se col Parma, secondo me, in casa ci è mancato solo il gol”.
Karamoh in prospettiva futura potrebbe giocare esterno in un centrocampo a cinque migliorando in fase difensiva?
“Per rispondere parto dagli esempi che io ho avuto e dai discorsi sulla mentalità. Ho avuto la fortuna di stare in grandi club, uno dei quali all'Inter. Con mister Conte abbiamo avuto due esempi. Perisic era un giocatore che nel primo anno tutti abbiamo creduto adatto per questo ruolo, ma lui il primo anno non ci ha creduto e infatti è dovuto andare in prestito al Bayern. E poi che cosa è cambiato? Andando al Bayern ha vinto ed è ritornato con una mentalità vincente e si è messo al servizio dalla squadra diventando uno dei quindi più forti e infatti poi è andato al Tottenham con il mister. Secondo esempio, Politano. All'Inter gli avevamo fatto fare la seconda punta, non avevamo pensato a volte di fargli il quinto offensivo. Al Napoli ha vinto lo scudetto ed è cambiata la sua mentalità. Quindi è una questione di mentalità. Tante volte ho visto le partite del Napoli e Politano viene a difendere basso, ed è per questo che oggi il Napoli sta avendo un equilibrio incredibile. Penso che più delle caratteristiche a volte è la mentalità che conta, ed è quello che voglio cambiare a questa squadra. Vlasic è un giocatore che potrebbe fare più di un ruolo. Sento dire che si trova meglio lì oppure là, ma no, è sbagliato nel calcio di oggi perché prima di tutto devi conoscere gli spazi per attaccare. E seconda cosa devi essere al servizio della squadra se c'è da difendere. Ho ricevuto un po' di critiche quando ho messo Karamoh da seconda punta, perché non era proprio il suo ruolo. Adesso che lo metto a fare il quarto, che è nato calcisticamente proprio lì, fa anche il quinto, perché quando parte il terzino lo deve seguire.
Io punto tantissimo su quello che è il ciclo mentale, il cambio, la fame, la voglia. Quante volte si è sentito dire un giocatore dire al mister giocherei anche in porta. E allora fallo, gioca anche in porta. Poi però in campo fa una brutta prestazione e non ha il coraggio di dire che ha giocato male, ma dice che era fuori posizione. E’ un conto senso: quando vuoi giocare mi dici che giocheresti anche in porta e quando ti faccio giocare in porta, mi dici che non era il tuo ruolo? Le grandi squadre hanno questo. Lo dico che non è un problema giocare con tutti i calciatori qualitativi se però i giocatori qualitativi hanno la mentalità di soffrire con la squadra: questo fa la differenza. Quindi Karamoh può fare tutto, per me può fare tutto”.
Questo discorso può essere fatto per Ilic, anche se ora è infortunato, al quale è mancata forse la mentalità per fare il salto qualitativo?
“Ilic è a disposizione come tutti gli altri, ma bisogna vedere cosa vuole fare da grande. Lo dico sempre al giocatore: cosa vuoi fare? Io voglio fare l’allenatore e ogni giorno vengo alle 8 e vado via alle 20 perché spero di potermi migliorare e ci metto tutto. Poi non è detto che possa diventare qualcuno di più grande, ma bisogna vedere cosa vuoi diventare da grande. Lo dico anche ai miei figli: cosa vuoi diventare da grandi?
“Quando gli chiede cosa vuoi fare da grande, Ilic cosa le risponde?
“Il giocatore”.
Oltre a dirlo a chiacchiere lo dimostra anche in allenamento?
“Lo devi dimostrare in campo di essere più continuo e lo devi dimostrare anche in allenamento perché la prestazione che tu hai in campo è sempre specchio di quello che tu fai in allenamento. Lo dico sempre. Non ho mai visto una squadra allenarsi piano e alla domenica andare forte perché se ti alleni piano e alla domenica incontri una squadra che va forte i casi sono due: o perdi o ti fai male. Ti fai male perché se devi correre dietro a gente che è più preparata di te accade questo, non penso sia il segreto di Pulcinella”.
Nicola è un altro allenatore sanguigno come lei, se ne vedranno delle belle? Ci saranno altri momenti caldi che la coinvolgeranno come accaduto con Motta?
“Stiamo parlando di un ottimo allenatore che ha fatto delle salvezze incredibili e lo sta dimostrando anche adesso. Quello che succederà in panchina assolutamente niente, ci mancherebbe. Quando inizia la partita, come dico ai miei giocatori: amici fuori poi in campo si lotta per il risultato. Adesso però non mi fate passare per quello che... Io sono sempre stato nella mia area tecnica (ride, ndr)”.


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