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Ljajic deve essere recuperato perché anche lui serve alla squadra

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Dopo l’infortunio e l’esonero di Mihajlovic, suo mentore pur se fra loro ci sono stati diverbi, Ljajic è tornato a disposizione già per la partita con il Bologna, anche se è rimasto in panchina. Adem è un giocatore importante per il Torino, ma lo è se è il Ljajic che è capace di fare la differenza sfruttando le sue qualità indiscusse, non lo è se è il giocatore discontinuo come accaduto troppe volte nella sua carriera. Il Torino ha bisogno di lui, e ovviamente non solo di lui, per lottare con le concorrenti e arrivare a disputare l’Europa League.

Ljajic ha un bel caratterino e non è facile gestirlo, ma Mazzarri può riuscire ad instaurare con lui un rapporto fruttuoso avendo già avuto a che fare con calciatori talentuosi e bizzosi, basta pensare che nella Sampdoria aveva Antonio Cassano. Adem rende al meglio se si sente al centro del progetto e se lo si colloca nel cuore del gioco lasciandogli facoltà di agire non imbrigliato in schemi e scaricato, almeno in parte, dal dover ripiegare in fase difensiva. Quindi messo alle spalle della prima punta dà il meglio di sé, ma può agire, se si convince fino in fondo a farlo, che può essere decisivo anche da esterno d’attacco e magari perché no in coppia con un altro attaccante a patto che i due non finiscano per pestarsi i piedi andando a ostacolarsi a vicenda.

Mazzarri ha il compito non semplice di dare al Torino il giusto equilibrio in campo e trarre da tutti i suoi giocatori il massimo. Con Ljajic, ma non solo con lui, deve riuscire a entrare in sintonia per il bene del Torino, suo e dello stesso giocatore che rappresenta un patrimonio da non svalutare per la società. Dal canto suo Ljajic deve avere voglia di continuare a sposare la causa granata e accettare le idee di Mazzarri mantenendo un comportamento anche fuori dal campo consono a un atleta.
Ci vuole una sorta di patto fra i due che valga e regga almeno fino alla fine del campionato, poi, tutto potrà accadere, ma serve adesso una comunione d’intenti per il bene comune.