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Lukic: “Non vi preoccupate quest’anno ci sono io. Diventerò un centrocampista completo. Sono pronto ad essere il capitano del Toro: è una responsabilità e un onore”

di Elena Rossin
Fonte: Dall'inviata a Bad Leonfelden Elena Rossin
Sasa Lukic

Il centrocampista Sasa Lukic ha parlato in conferenza stampa rispondendo alle domande dei giornalisti inviati a Bad Leonfelden. Ecco che cosa ha detto:

Quali sono le sue sensazioni alla sesta stagione al Torino tanto più che da quest’anno è il capitano. Che cosa significa per lei la fascia? Si sente più responsabile, ha maggiore entusiasmo?

“E’ una bella sensazione per me che sono al sesto anno al Torino e mi sento veramente a casa. Sarò il capitano e indossare la fascia da capitano è un grande onore per me e anche una grande responsabilità, ma sono pronto e non ho nessun dubbio di poter fare qualche cosa che non vada bene e continuerò ad essere un esempio come lo sono stato finora. I miei compagni sono tutti bravi ragazzi e darò una mano a tutti come faranno loro con me. Penso che tutti debbano essere capitani e non sono più in alto di loro solo perché indosso la fascia. Tutti dobbiamo essere d’esempio per i giovani e per i nuovi giocatori che verranno”.

Nello scorso campionato lei è stato il progetto tecnico di Juric più riuscito. Ma che rapporto ha con il mister, che di lei parla sempre bene?

“Ogni anno è stato diverso, anche perché ci sono stati allenatori differenti. Dalla prima volta che ho parlato con Juric ho percepito la sua fiducia piena nei miei confronti e ho notato che abbiamo la stessa visione del calcio. Abbiamo gli stessi intenti e ci siamo capiti subito. Lui mi ha fatto crescere molto su tante cose e mi ha messo al centro del campo con un altro compagno, mentre prima cambiavo sempre ruolo, trequartista e attaccante, senza avere una mia posizione specifica, mentre Juric da subito mi ha detto che la mia posizione era quella di mediano e che dovevo inserirmi da dietro diventando un centrocampista totale perché avevo corsa, tattica e tecnica. Ogni giorno faccio quello che mi chiede e cerco di crescere in ogni allenamento e in ogni partita. Voglio proprio diventare un centrocampista completo, anche perché ce ne sono pochi così e penso di avere le qualità umane e non solo per diventarlo. Ho una grande ambizione e di sicuro farò qualche cosa d’importante nella mia carriera”.

Ritiene quindi che il suo sia un percorso ancora di formazione? In quali aspetti può migliorare?

“Fra un mese comprò 26 anni e ho grande esperienza, non sono più come prima giovane, ma devo crescere in tutto, come dicevo, nella tattica, nella tecnica e negli inserimenti, con e senza palla: proprio in tutti gli aspetti del gioco”.

Nell’amichevole col Mlada Boleslav tantissimi palloni sono passati dai suoi piedi, sia in fase offensiva sia in quella difensiva, ma lei preferisce essere più mediano oppure trequartista?

“Dipende dalle partite e dagli avversari che affrontiamo. L’anno scorso ho sempre giocato in una mediana a due. Con il Mlada Boleslav non c’erano Sanabria e Pellegri e così il mister mi ha messo nel ruolo di falso nueve. Io devo fare ciò che mi chiede Juric. Ho fatto vedere che posso giocare in qualsiasi ruolo e l’anno scorso contro la Roma ho fatto anche il difensore centrale, con Giampaolo giocavo da attaccante e trequartista, e ho fatto anche il quinto. E’ un vantaggio per me l’aver giocato in tanti ruoli e sono contento di essere capace ad adattarmi e che il mister possa contare su di me per ogni evenienza, è importante. A me piace giocare di più in una mediana a due poiché così emergono le mie qualità migliori”.

Tornando al suo ruolo di capitano, è pronto a farlo dopo l’uscita dal Torino di Belotti, Bremer e Mandragora?

“Come ho detto, Non ho nessun dubbio. So che è una grande responsabilità, ma sono pronto. Devo aiutare tutti e i compagni devono aiutare me. Indossare la fascia da capitano è rappresenta sicuramente una grande responsabilità. Devo ringraziare anche il mister che ha fiducia in me così come i miei compagni e la società. Essere capitano del Torino non è una cosa da poco e farò di tutto per non deludere nessuno dando sempre il massimo”.

Come procede l’intesa con Ricci?

“Mi trovo bene con lui. Ricci è giovane ed è un grande talento e lo si è visto, ha anche esordito nella Nazionale italiana quindi non vi preoccupate quando sta vicino a me (sorride, ndr)”.

Si è visto che ha aiutato molto Ricci anche nella parte finale dello scorso campionato.

“Cerco di aiutare tutti i ragazzi perché sono qui da sei anni”.

Lei ha una grande esperienza anche internazionale che sta acquisendo con la sua Nazionale, che tipo di prospettiva ha Ricci?

“Ha una grande prospettiva. Deve crescere e lavorare ogni giorno così come sta facendo. Deve ascoltare i consigli prima di tutto del mister e fare le cose per bene. Ha di fronte a sé una bella carriera e lo si vede sia in allenamento sia nelle partite. E’ giovane e può diventare veramente un giocatore importante”.

Si aspettava che Bremer andasse proprio alla Juventus?

“Ognuno fa le sue scelte nella vita e Bremer ha deciso così”.

Nel Torino attuale ci son le condizioni per alzare la proverbiale asticella?

“Noi ogni anno dobbiamo alzare l’asticella. L’anno scorso abbiamo fatto veramente un grande campionato e sono contento del calcio che abbiamo proposto affrontando tutte le squadre in maniera importante. Secondo me, meritavamo di più. Abbiamo disputato tante belle partite, ma magari i risultati non sono sempre stati come speravamo. Sono sicuro che quest’anno faremo ancora di più rispetto al calcio che abbiamo proposto e a come abbiamo affrontato le partite l’anno scorso, dobbiamo migliorare in tante cose e non sbagliare più negli ultimi dieci metri perché abbiamo rubato tanti palloni e creato molte occasioni da gol, ma non abbiamo segnato quanto avremmo potuto. In questo dobbiamo migliorare. Arriveranno nuovi giocatori e dovranno adattarsi il più in fretta possibile. La società e la squadra ogni anno devono alzare l’asticella perché il Torino lo merita. Il Toro è una grande squadra e si deve comportare di conseguenza. Solo così possiamo migliorare, a partire da me che sono il capitano dobbiamo alzare l’asticella”.

Al Torino c’è una colonia serba, lei ha parlato con Radonjic e lo ha convinto a venire al Torino. Che cosa pensa di lui?

“Quando ho saputo che c’era la possibilità che Radonjic venisse al Torino ho subito parlato con lui e gli ho detto quello che tutti sanno del Toro, com’è la società, la squadra e il mister. Lui voleva venire solo al Torino ed è qui, me lo ha detto chiaro e tondo fin dalla prima volta che ci siamo sentiti. Nemanja è un bravo ragazzo, lo conosco da tanti anni e giocavamo insieme da piccoli. Dovrà sicuramente adattarsi il prima possibile ascoltando il mister e tutti noi. Ha un potenziale enorme  e deve esprimerlo, si sta impegnando in questo ritiro e sono sicuro che farà bene perché ha tutte le caratteristiche per riuscirci. Come ho detto non vi preoccupate quest’anno ci sono io”.

Ci sarà il Mondiale a novembre-dicembre e lei andrà in Qatar con la Serbia. Che cosa cambia interrompere il campionato, come l’affronta?

“E’ un po’ strano perché non si è mai giocato il Mondiale a novembre-dicembre in inverno, ma in Qatar ci sarà un clima simile a quello dell’Europa. Sarà un Mondiale bellissimo per tutti noi serbi e siamo contenti di partecipare e faremo di tutto per regalare soddisfazioni alla nostra gente e fare il meglio possibile”.

Parlando con Buongiorno si è detto che lei è cambiato, all’inizio lei era un po’ timido, ma adesso è maturato. E’ così?

“Non sono timido è che non mi piace parlare tanto, ma quando parlo dico le cose. Di certo preferisco i fatti alle parole. Ogni anno che passa, ormai ho venticinque anni,  ho più esperienza e questo mi fa essere diverso”.

Si sente un leader sia sotto l’aspetto tecnico sia nei confronti dei compagni?

“Sì, mi sento un leader perché sono qui da sei anni. Sono stati anni belli e ho conosciuto tanta gente, ho giocato con tanti compagni e ho imparato molto. Sono una persona che si adatta: con me non ci saranno mai problemi”.

La sua personalità emerge anche nel battere le punizioni, ormai in questo sta diventando uno specialista.

“Sì. Mi piace prendere la responsabilità. Nella mia vita quando sento una cosa la faccio. Non solo batto le punizioni, ma anche i rigori. Non ho paura di niente e di nessuno. Mi piace prendermi la responsabilità e quella sensazione che si prova. Anche se sbaglio non fa niente, non mi tiro indietro: credo in me stesso”.


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