Lys e Alfred Gomis: giovani portieri crescono
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Lys lei l’anno scorso ha esordito nel calcio che conta la prima volta nell’ultima partita di campionato e quest’anno si ritrova a fare il secondo in serie A. Come vive questa situazione?
“Serenamente, perché anche l’anno scorso, che ero il terzo portiere, lavoravo come se fossi dovuto scendere in campo tutti i sabati. L’impegno non cambia a prescindere se si è il terzo o il secondo o il portiere titolare”.
Forse cambia il tipo di responsabilità rispetto a disputare il campionato di serie B?
“Forse la responsabilità quest’anno è minore perché lo scorso dovevo dimostrare e invece questo devo confermare le aspettative che il mister ha su di me. Il campionato passato dovevo dimostragli di essere pronto, adesso sa che lo sono e devo confermargli di esserlo”.
”Rubacchierà” il mestiere da Gillet o ha un suo percorso che ha intrapreso e proseguirà per la sua strada?
“Rubacchierò rubacchierò, Gillet ha anni di esperienza ed è un piacere allenarsi con colleghi come lui. L’anno scorso ho rubacchiato da Coppola, Benussi e Morello e quest’anno farò altrettanto con lui”.
Secondo lei in cosa deve ancora migliorare e in cosa si sente già sicuro?
“Devo crescere nei novanta minuti di gioco perché é da anni che non ho la continuità della gara e devo cominciare a prendere le distanze e le tempistiche, ma ci riuscirò solo andando in campo a farlo, l’allenamento non basta per crescere e fare il salto di qualità. Quest’anno mi dà sicurezza intervenire con i piedi, mentre l’anno scorso faticavo di più e tendevo a calciare via la palla, adesso, invece, sono più sereno e ho imparato a guardare i movimenti dei compagni”.
Lei è uno che in campo si fa sentire, questa è una sua caratteristica o le è stato insegnato negli anni delle giovanili?
“Gli stadi sono pieni e se non urlo i compagni non mi sentono, ho imparato a farlo in allenamento, anche se rompo un po’ gli altri (ride, ndr), ma solo così posso migliorare”.
L’interazione con la difesa?
“Eh non è facile, anche se con i difensori ci sto tutti i giorni, ma a prescindere da questo certi sono meccanismi automatici e non c’è bisogno di tanti discorsi”.
Alfred lei è passato dalle giovanili alla prima squadra come si trova al suo primo ritiro con i grandi e ad affrontare nuove responsabilità?
“Più che una responsabilità è un piacere anche perché sono con mio fratello che reputo un gran portiere e con Gillet il cui curriculum parla per lui, sono qui per imparare e migliorare in tutto, perché non c’è in particolare una cosa nella quale devo crescere, ma proprio in ogni aspetto. Colgo l’opportunità che mi è stata data”.
Come vi trovate con il preparatore dei portieri Zinetti?
“Risponde Alfred, benissimo, da lui c’è solo da imparare.
Risponde Lys, bene, bene”
Afred com’è avere un fratello che gioca nella stessa squadra e nello stesso ruolo?
“Da un punto di vista è una fortuna perché in alcuni frangenti mi aiuta come quando, un po’ di tempo fa, stavo per calciare una palla e lui mi ha detto di non farlo perché il mister non avrebbe gradito; non fosse stato mio fratello forse non mi avrebbe detto nulla e l’allenatore mi avrebbe ripreso. Da un altro punto di vista, invece, può non essere una situazione del tutto positiva perché non posso calpestargli i piedi: non ci riuscirei perché lui è più forte e poi è mio fratello”.
Lys lei è diventato italiano da pochi giorni, mentre Alfred lo è da molto più tempo. Perché questa differenza di tempistica?
“Fino a poco tempo fa ero un extracomunitario (ride, ndr)”.
Interviene Alfred.
“Dovevamo buttarlo fuori di casa (risate generali, ndr)”.
Come mai questo ritardo?
“Non lo so, non mi volevano in Italia”.
Interviene Alfred.
“Quando la richiesta per diventare italiani è stata presentata Lys era già maggiorenne per cui ha dovuto fare la domanda per conto suo, invece io ero minorenne e l’ho fatta congiuntamente con i miei genitori e quando sono diventati italiani io, essendo sotto la loro tutela, automaticamente ho acquisito la cittadinanza italiana. Lui ha fatto domanda al di fuori del nucleo familiare e poi lo Stato ha preso i suoi tempi, tutto qui”.
Essere ragazzi di colore a Cuneo com’è stato?
“Risponde Alfred, all’inizio non è stato facilissimo anche perché erano altri anni, adesso è più facile vedere un ragazzo di colore in mezzo agli altri. Comunque ora ci siamo integrati alla grande, quando sono con i miei amici nessuno si accorge se io sono nero e un altro è bianco, siamo tutti uguali”.
Avete mai subito episodi di razzismo, ad esempio com’è capitato a Balotelli di essere accolto quando entrava in campo da cori incivili?
“Quella è l’ignoranza della gente – dice Alfred – a me è capitato in un torneo quando avevo otto anni e il nostro dirigente, Edoardo Brunetti, è dovuto intervenire per difendermi da tifosi francesi del Monaco che dalle tribune mi facevano il verso della scimmia. Se certe cose sono fatte a un bambino indifeso di otto anni figurarsi se non capitano a un ragazzo più grande come Balotelli, ma quella è solo ignoranza della gente”.
Quando entrate in campo e sentite episodi riprovevoli di questo genere o anche quando, invece, siete acclamati dai tifosi, è talmente grande la concentrazione che non vi accorgete quasi di quanto accade o, nel bene e nel male, ne siete condizionati?
“Risponde Alfred, a me fortifica perché non vedo l’ora di iniziare la partita e dimostrare quanto valgo e zittire tutti quelli che m’insultano.
Risponde Lys, io non ci faccio caso subito, poi ci penso a fine partita e dico: guarda che ignoranza oppure guarda che bello. Durante la gara, invece, penso solo al pallone e alla partita”.
In ritiro dividete la stanza o siete con altri compagni?
“Risponde Lys, io sono con il biondo, Gillet.
Risponde Alfred, io con il serbo, Stevanovic.
Interviene Lys, mi hanno tolto Stva per darlo a lui.
Replica Alfed, con un Gomis deve starci per forza, per cui”.
Alfred com’è stato accolto dai compagni più grandi?
“Alla grande, non mi fanno neanche pesare il fatto dell’età. Posso parlare con De Feudis che ha dieci anni più di me tranquillamente come se stessi parlando con Diop, che ha la mia età”.
Entrambi siete simpatici e solari, di Lys è risaputo che combina scherzi, anche lei Alfred in questo segue le orme di suo fratello? Chi dei due è più “birbantello”?
“Diciamo che non ho ancora la confidenza per fare queste cose (ride, ndr). Lui se lo può permettere ed io non ancora”.
Alfred quando è arrivato in ritiro aveva i capelli più lunghi ora li ha rasati, un fatto scaramantico o una promessa?
“Mi è preso lo schizzo, lo avevo promesso ai miei amici che appena arrivavo a Sappada mi sarei rasato e così ho fatto, ma potevano dirmelo prima che ci sarebbe stata la presentazione ufficiale della squadra, così adesso sono inguardabile, cavolo!”.
Lei Lys ha una cresta simil Moicano, ha un significato particolare?
“E’ un marchio di fabbrica ormai il mio. Mi taglio i capelli da solo, ma adesso ho anche l’aiuto di Masiello e ci aggiustiamo. Il mio taglio non ha un significato particolare”.
Avete qualche aneddoto da raccontare?
“Risponde Lys indicando il fratello, il ragazzo era un attaccante e non un portiere, io sono il portiere.
Interviene Alfred, io rotolavo davanti, ero bello largo da piccolo.
Interviene Lys, mamma che chiattone! (risate, ndr)”.
Nella storia del calcio anche i portieri, qualche volta, hanno segnato.
“Ero un bomber, l’ultima partita che ho disputato da attaccante ho realizzato una doppietta contro il Chiusa Pesio, una squadra della provincia di Cuneo, e mi è rimasto nel curriculum”.
Quindi, se ci fosse l’occasione, lei andrebbe in attacco?
“Certo, io mi lancio, non c’è problema. Il ruolo in cui gioco è da vedere, ma mi tengo disponibile”.
Se ci fossero problemi in attacco mister Ventura può anche chiamarla. Bianchi, Sgrigna, Meggiorini e Diop devono preoccuparsi del posto da titolari?
“Se c’è bisogno io sono sempre a disposizione del mister. Bianchi, Sgrigna, Meggiorini e Diop possono anche venderli, scherzo … sto dicendo cavolate”.
Se ha fatto l’attaccante è bravo con i piedi.
“Me la cavo, e poi tra l’altro quest’anno avendo un mister che predilige i portieri che usano i piedi ho solo da imparare. Prediligo calciare di destro”.
Lei Lys?
“Di sinistro”.
Oltre a dedicarvi al calcio studiate?
“Risponde Alfred, sono arrivato al terzo anno di ragioneria, ma avevo iniziato a Cuneo l’Itis, però poi dovendo uscire tutti i giorni alle 12,30 per andare agli allenamenti perdevo l’ultima ora di scuola e alla lunga ho fatto fatica, le assenze iniziavano a essere troppe e i professori non erano d’accordo e così ho perso un anno. Quando sono andato a vivere nel pensionato del Toro a Torino mi sono iscritto a ragioneria e ho fatto il primo e il secondo anno, quando sono arrivato in terza ho iniziato anche ad allenarmi con la prima squadra e di conseguenza non sempre riuscivo a seguire le lezioni e avevo delle lacune, perché non basta prendere gli appunti dai compagni poiché le spiegazioni degli insegnanti sono diverse, così mi hanno bocciato a causa delle troppe assenze. Anche se frequentavo una scuola a indirizzo sportivo i professori non mi sono venuti incontro. Adesso vedrò se continuerò a studiare”.
E lei Lys?
“Lasciamo stare, c’è una domanda di riserva?”.