Mancano 7 giorni al raduno e il Torino è a corto di trequartisti (e non solo)
Fonte: Elena Rossin
Se andare a colmare i buchi sulle fasce del Torino era ed è una priorità non lo è di certo meno quella di fare altrettanto per la trequarti. Fra sette giorni i giocatori granata si ritroveranno al Filadelfia per iniziare la preparazione al prossimo campionato e poi il 17 si recheranno a Pinzolo per il ritiro ed è banale, ma di fondamentale importanza, dire che Juric ha bisogno di avere da subito a disposizione almeno tutti i titolari per non ritrovarsi come la scorsa estate (e pure quella precedente) ad allenare un gruppo formato da tanti, troppi, giocatori che non avrebbero poi formato il gruppo di chi è sceso regolarmente in campo.
Finora hanno detto addio Aina, Adopo, Gravillon, Lazaro, Miranchuk, Vieira e Vlasic e sono stati presi Popa e Bellanova e ci sono stati i prolungamenti di contratto di Djidji e Gemello (anche se non è stato ufficializzato il Torino ha esercitato l’opzione unilaterale di prolungamento per un anno). E dai prestiti sono rientrati Ilkhan, Izzo, Verdi, Kone, Celesia, Rauti e Warming. Per la precisione, Haveri del Rimini non è stato ancora ufficializzato così come la permanenza al Monza di Izzo e fino a quando non c’è l’ufficialità i calciatori non possono essere considerati né presi né ceduti. La situazione quindi dell’attuale rosa del Torino, senza contare i ragazzi della Primavera che sono già stati in alcune occasioni aggregati alla prima squadra, è che ci sono 4 portieri Milinkovic-Savic, Popa, Gemello e Fiorenza. 7 difensori Djidji, Zima, Schuurs, Buongiorno, Rodriguez, Izzo e Celesia. 4 uomini per le fasce Bellanova, Singo, Vojvoda e Bayeye. 6 centrocampisti Ricci, Ilic, Linetty, Gineitis, Ilkhan e Kone. 4 trequartisti Radonjic, Karamoh, Seck e Verdi. 4 attaccanti Sanabria, Pellegri, Rauti e Warming. Ed è il segreto di Pulcinella che parecchi di questi giocatori non sono da considerarsi facenti parte della rosa della prossima stagione. Izzo e Verdi non rientrano nei piani tecnici. Gemello, Bayeye, Seck, Ilkhan, ma anche gli altri giovani Gineitis, Rauti e Warming hanno bisogno di giocare con continuità e quindi o saranno dati in prestito o ceduti. Per Kone in ritiro Juric lo valuterà e poi prenderà una decisione. Mentre sono in bilico Rodriguez, Singo, Linetty e Vojvoda perché se arriveranno per loro e per il Torino offerte interessanti allora saranno ceduti. Mentre per Schuurs l’intenzione sarebbe tenerlo, almeno ancora per una anno, ma se qualche club che gioca le coppe europee e ha voglia di investire dai 30 milioni in su si presentasse alla porta del Torino l’olandese sarebbe ceduto.
La situazione è particolarmente critica sulla trequarti dove di fatto ci sono solo Radonjic e Karamoh, che sono a oggi punti fermi. Nell’economia del gioco di Juric chi balla fra le linee è fondamentale per creare la superiorità numerica sia per fornire alla punta l’assist vincente sia per andare in gol. Ed il problema del gol è il primo da risolvere come dimostrano i numeri che si sono avuti lo scorso anno: il Torino ha segnato 42 gol risultando la 14ª squadra di serie A per prolificità e il 10° posto finale è stato condizionato da questo visto che la difesa ha retto egregiamente avendo subito 41 reti che l’hanno collocata come la 5ª del campionato.
Il Torino sta cercando di riportare a casa Vlasic non avendo voluto sborsare i 13 mln per il riscatto e cerca di convincere il West Ham a fare uno sconto importante. L’Atalanta finora non ha voluto abbassare la pretesa di 11 mln per Miranchuk, e non è ancora andato in porto il tentativo con il Leicester per Praet, forse anche perché non è la prima scelta per rinforzare la trequarti granata. C’è Pereyra neo svincolato dall’Udinese, che però gli ha offerto 2,2 mln di stipendio per restare, e Darder dell’Espanyol, potrebbe arrivare in prestito ma con l’obbligo di riscatto fissato a 6/7 mln. E i vari Orsolini, Barrow, Dovbyk, Pierotti e chi più ne ha più ne metta che un giorno sì e l’altro pure sono accostati da tempo al Torino.
Non c’è tempo da perdere il Torino ha bisogno di due trequartisti che siano da considerarsi titolari.