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Mario Somma: "In B c'è un sottile equilibrio in vetta"

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Tuttomercatoweb.com

Abbiamo intervistato in esclusiva Mario Somma, ex calciatore ed attualmente è un allenatore ed è commentatore per le trasmissioni calcistiche della Rai. Con lui abbiamo parlato della serie B. Pescara, Verona, Sassuolo e Torino si contendono la serie A e la differenza la faranno gli scontri diretti. Nella lotta per non retrocedere il Livorno è favorito, buone possibilità le ha anche l’AlbinoLeffe, mentre le altre squadre devono sfruttare i loro punti di forza per provarci. La Nocerina è la formazione che ha bisogno di un miracolo per restare in B. I filotti positivi portano momenti di tranquillità, ma non garantiscono il successo finale.

Il week end dei recuperi potrà delineare meglio i rapporti di forza fra le squadre che aspirano alla serie A?
“Sì, però fra le quattro squadre che aspirano alla serie A, Pescara, Verona, Sassuolo e Torino, c’è un equilibrio talmente sottile e se la Snai dovesse quotare come nell’ippica un’accoppiata vincente secondo me non ci sarebbe la coppia favorita per la A diretta. Probabilmente alla fine si dovrà ricorrere ad una classifica avulsa perché ci saranno più squadre a pari punti, quindi che ci siano due squadre che possano prevalere in questo momento sono difficili da individuare. Certamente i recuperi saranno sicuramente molto importanti dal punto di vista della classifica, anche se la sconfitta della squadra di Zeman da parte della Reggina per due a zero ha lasciato invariate le posizioni però ha permesso ai calabresi di avvicinarsi alla zona playoff. Andare a giocare a Pescara con il grande entusiasmo che c’è o a Torino con la grande forza e anche l’entusiasmo che ha, incontrare il Sassuolo, squadra che ha grande equilibrio, o giocare contro la forza di una piazza come quella di Verona diventano tutte partite difficili, perché ognuna di queste squadre ha dalla sua un’arma potente e per chi le deve incontrare diventa molto complicato”.

Saranno quindi gli scontri diretti che ci saranno di qui a fine campionato fra queste squadre a fare la differenza?
“Sì, perché gli scontri diretti varranno oltre che per i punti conquistati anche in un’eventuale classifica avulsa”.

La lotta per non retrocedere coinvolge dal Livorno in giù nove squadre, chi vede tecnicamente favorito?
“Anche in questo caso ogni squadra ha una caratteristica positiva. Io con Alberto Rimedio e Vincenzo D’Amico per la trasmissione “90° minuto serie B” facciamo settimanalmente delle classifiche non soltanto legate ai risultati, ma soprattutto alle prestazioni, perché sono le prestazioni che forniscono una base di partenza per riporre la speranza di superare le difficoltà. Nella parte bassa della classifica è normale che ci siano squadre che in questo periodo stanno avendo prestazioni non molto positive e altre che giochino meglio, come ad esempio l’AlbinoLeffe che ha tutto per potersi salvare e farlo direttamente senza passare dai playout, perché ha trovato un allenatore che le dà continuità grazie ad un sistema di gioco, perché ha la gamba giusta per attuare quel sistema di gioco e i giocatori adatti al 4-4-2. L’Ascoli è una formazione molto difficile da affrontare e chiunque ci giochi contro vince con grande difficoltà o perde di misura e questo significa che la prestazione dell’Ascoli è sempre all’altezza della situazione, quindi è una squadra tonica. Per questo dico che è difficile da affrontare e anche il loro sistema di gioco, il 5-3-2, sta dando grandi soddisfazioni e ha permesso una rincorsa importante e per loro è fondamentale arrivare al momento decisivo del campionato con energia, e da questo punto di vista sono in un frangente nel quale stanno un po’ pagando, però se arriveranno ad essere in una posizione di galleggiamento quando il campionato si determinerà e avranno appunto un pizzico di energia allora potranno venirne fuori. L’Empoli è troppo dipendente da Tavano e Maccarone e fino a quando loro reggeranno non avrà problemi, ma se dovessero avere un calo la squadra avrà per forza delle difficoltà. Il Modena è un’altra squadra che deve ritrovare serenità ed equilibrio e nel momento in cui ciò avverrà, cosa che già c’è dal punto di vista tecnico-tattico, però non deve cadere nel tranello di andare a crearsi ulteriori problemi dove non servono, potrà essere fra quelle che potranno provare a salvarsi. Il Gubbio attuale non può prescindere da tre giocatori: Bazzoffia, Ciofani e Sandreani, che danno alla squadra identità e aggressività, componente questa che in B paga sempre, e se questi tre giocatori che danno l’anima riusciranno a trasmettere a tutto il gruppo lo spirito e la voglia di fare allora anche gli umbri avranno la possibilità di salvarsi. Il Crotone è la squadra forse più giovane in assoluto e, a mio avviso, ha un concetto giusto del gioco in quanto manovra palla a terra e ha una filosofia tecnica basata sul palleggio, molto gradevole da vedere, e sarà importante anche in questo caso l’ambiente perché se riuscirà a rimanere compatto e con queste caratteristiche si soffre meno dal punto di vista atletico nel periodo primaverile, quando si ha bisogno di energie, in più il loro tipo di gioco non è molto dispendioso e quindi permette di avere un equilibrio che può dare soddisfazione. Il Vicenza è una squadra molto esperta che deve trovare la forza legata alla compattezza tattica che in alcune occasioni ha smarrito, ottenendo non tanto sconfitte quanto mancate vittorie e di conseguenza se riesce a mantenere la compattezza tattica riesce anche ad arrivare al risultato finale positivo. La Nocerina è la formazione che mi sembra in maggiore difficoltà in quanto ha troppi punti da recuperare su troppe squadre e ci vorrebbe un miracolo per riuscire a salvarsi, ogni suo passo falso equivale a tre degli altri oltre tutto continua a cambiare e questo non permette la continuità e avere delle certezze, perché anche quando si commettono degli errori si ha la certezza che se si sbaglia si sa dove e di conseguenza cosa si deve migliorare, ma se si cambia di continuo diventa impossibile persino correggere gli errori. Il Livorno ha giocatori troppo forti e tonici, Paulinho e Dionisi che stanno bene anche dal punto di vista atletico e quindi  la squadra, oltre ad avere dei punti di vantaggio importanti, ha una forza tecnica che non la farà cadere nei playout e nella zona retrocessione rimanendo in una posizione di tranquillità”.

Si dice che in B più che in altri campionati i filotti positivi o negativi riescano a cambiare le sorti di una squadra, è realmente così o nell’arco del campionato questo ha minor incidenza?
“In B i filotti hanno minor incisività perché nell’arco di quarantadue partite e per alcune squadre anche quarantaquattro o quarantasei in caso di playoff e playout possono dare un arco di tempo di tranquillità o di apprensione, ma nel tempo i valori agonistici, tattici e la professionalità dei giocatori vengono fuori. Anche perché in B si può tesserare solo un certo numero di giocatori tra bandiere e under vari e di conseguenza conta moltissimo l’integrità fisica e atletica. I filotti positivi permettono per un certo periodo di agguantare una certa posizione e di lavorare con maggiore tranquillità, però poi come si vede ad esempio l’Ascoli ha fatto una grande rincorsa, ma è ancora in una posizione difficile, il Torino ha realizzato grandi cose all’inizio però è stato raggiunto, il Verona si è portato fra le prime e deve continuare a rimanerci. In B si può avere un momento positivo, ma non ci si può cullare su quello se si vuole mantenerlo fino alla fine”.

Quando rivedremo Mario Somma in panchina?
“Mi auguro il più presto possibile, perché quello è il mio lavoro. Si inizia ad allenare per passione e solo in un secondo momento diventa un lavoro e quando non si riesce a dare sfogo ad una propria passione non è mai una cosa che fa piacere. Io non sto cercando un progetto di un certo tipo, come vogliono alcuni miei colleghi, perché in Italia il calcio è fatto di risultati e non di progetti, ci sono allenatori che sono adatti per determinate caratteristiche ed altri per altre, poiché ci sono delle squadre che hanno bisogno di allenatori caratteriali, altre che gestiscono il gruppo e altre ancora alle quali servono allenatori di campo; in base alle esigenze della squadra si deve scegliere l’allenatore con le caratteristiche giuste. Nella mia carriera, anche se non molto lunga, ho avuto la possibilità di fare un po’ tutto, ma se qualche presidente mi cercasse per fare il gestore ecco questa non è una mia caratteristica, la gestione degli uomini la lascio ai presidenti, ai direttori sportivi o alle mogli o alle fidanzate. Il mio mestiere non è gestire uomini, ma allenare uomini che è una cosa diversa (ride, ndr)”.


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