Mazzarri: “Con i Wolves cerco conferme dalla mia squadra”
Fonte: Elena Rossin
L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ieri ha presentato la partita di questa sera con il Wolverhampton, gara d’andata degli spareggi per l’Europa League. Ecco tutto ciò che ha detto:
Che tipo di avversario è il Wolverhampton e come arriva il Torino a questa partita?
“Non c’è bisogno che dica io che squadra è il Wolverhampton penso che tutti abbiamo visto la partita che ha fatto lunedì il Manchester United, che è una delle più grandi squadre al mondo, quindi. In più posso dire che è una squadra che come noi ha conservato tutti i giocatori della passata stagione, che è stata un’annata particolare e non a caso sono nei preliminari d’Europa League come noi grazie ai 57 punti che hanno fatto nello scorso campionato. E’ una squadra molto unita, organizzata e che ha un allenatore molto bravo. E’ un avversario difficilissimo da affrontare: questo mi sembra palese. Anche quest’anno hanno ottenuto dei rinforzi importanti che per ora vengono inseriti piano piano perché sono una squadra organizzata e di conseguenza hanno valori in più rispetto all’anno scorso, però, la squadra, il canovaccio e il modo di giocare è quello conosciuto dai “vecchi” giocatori che già c’erano”.
Il confronto è tra la settima della Serie A e quella della Premier, questo vale come paragone fra le due leghe calcio o il movimento inglese è superiore la nostro?
“Mah, penso che questo sia più una curiosità per chi studia il calcio dal di fuori. A noi, sinceramente, interessa poco perché a noi interessa la partita di domani (oggi, ndr) e poi la successiva che faremo in casa loro. Può essere una riflessione giusta vedere dopo il doppio confronto vedere quali differenze ci sono tra le due squadre. Io ho un’idea, ma, come faccio sempre, prima di dirla voglio vedere e poi commento, aspettiamo un attimo e poi da questo punto di vista sarò più preciso anch’io”.
Quanto anche in ottica futura per la stagione può pesare il doppio confronto con i Wolvers? Teme un effetto negativo nel caso doveste essere eliminati?
“Credo che se dovesse succedere quello che lei ha detto ci dispiacerebbe, però, bisognerà superarlo, come ha fatto l’Atalanta che l’anno scorso fu eliminata ai preliminari e ci rimasero male e per un po’ di tempo ebbero un contraccolpo psicologico e poi si sono ripresi e son arrivati quarti. Tocchiamo ferro, ma anche da un’eliminazione si esce in tanti modi, si vedrà come si sono svolte le partite. Io sono abituato a parlare dopo di queste cose e comunque avremo la forza di reagire e di metterci in carreggiata per fare un grande campionato come penso sia nelle nostre corde e visto che quest’anno entriamo nella Coppa Italia a gennaio cercheremo di andare avanti nella competizione più dell’anno scorso, questo è sicuro. Quello che abbiamo fatto in queste sei partite servirà ai nostri giocatori per crescere comunque. Questa partita, nel doppio confronto con una squadra così importante di sicuro servirà come esperienza e per la crescita del gruppo che è poi quello che stiamo cercando. Nel negativo quest’esperienza con quello che abbiamo fatto l’anno scorso, che ci ha permesso di arrivare a questa partita, sarà positivo per la nostra crescita, lo dico già da ora”.
In tanti immaginano che Zaza e Belotti saranno titolari, ma che cosa si attende in particolare da Zaza? Quanto i tifosi saranno maturi nel sostenere la squadre se non arrivasse subito il gol e la partita non andasse fin da subito bene?
“Sono convinto che faremo una grande gara e che lo spirito Toro verrà fuori perché l’ho già visto nel gruppo. La formazione non la dico. Per me quello che dico di Zaza, ma vale per tutti i giocatori, è che voglio una squadra che non molli mai, che sia un gruppo solido e unito e che faccia all’unisono sia la fase difensiva sia quella attiva. Questo m’interessa e questo credo che ormai il nostro pubblico lo abbia apprezzato e capito. Questa squadra qualunque sia l’avversario che ha davanti dà tutto e io sono fiducioso soprattutto di questo, quindi, il pubblico che è sempre stato vicino ai giocatori farà sentire la sua forza e il suo aiuto a prescindere dal momento della gara, anzi, li esorto, ma non credo ci sia bisogno, a dare una mano ai giocatori fino alla fine, fino all’ultimo, perché se lo meritano. Questo è il mio pensiero, ma penso che sia anche il pensiero dei nostri tifosi che verranno allo stadio”.
Questa doppia sfida è l’esame quasi definitivo di quanto avete fatto finora?
“I 63 punti dell’anno scorso al di là di tutto ci hanno permesso di essere qui e sapete benissimo che per una serie di circostanze sarebbero potuti essere anche di più, quindi, essere arrivati qui ce lo sentiamo nostro. Mi viene da dire che gli esami non finiscono mai, almeno per me. Sappiamo di aver fatto tanto e siamo arrivati qui meritatamente e lo abbiamo visto anche nei turni precedenti, secondo me. Dovremmo, ripeto, accettare serenamente se riusciremo a fare ciò che abbiamo fatto l’anno scorso, anche il verdetto finale. Per me è importante avere indicazioni e conferme di quelle partite che abbiamo fatte nostre con quelle squadre che avete detto che giocavano benissimo come l’Atalanta e la Sampdoria (due volte) che abbiamo battuto senza considerare le grandi che abbiamo battuto. E come le abbiamo battute? Con la grande unione, forza, grande organizzazione e spirito di squadra e voglio vederlo anche quest’anno e, soprattutto, domani (oggi, ndr) con il Wolverhampton. Questo è ciò che cerco poi il risultato lo sapete anche voi che è figlio di tante cose. Voglio vedere la mia squadra giocare come ha fatto nelle ultime gare l’anno scorso. Cerco conferme più che altro”.
Condivide la percezione che si ha che i Wolvers siano un pochino favoriti rispetto a voi?
“Il calcio riserva sempre sorprese e sapete come abbiamo passato i due turni precedenti dove eravamo favoriti, ma non è detto che quando si è favoriti poi si passi il turno ci sono state squadre italiane che in passato non ci sono riuscite eppure erano favorite. Soprattutto in questo periodo storico dove i valori sono più vicini per cui molto dipende dall’organizzazione, dal momento, dallo stato di forma, da certi meccanismi che una squadra ha e l’altra un po’ meno. Domani (oggi, ndr) avremo di fronte una squadra che è organizzata bene e, come ho detto prima, ha giocatori tecnicamente molto forti e se sarà superiore a noi lo vedremo sul campo, anche tecnicamente. Ai giocatori ho detto, se noi, e lo abbiamo dimostrato nel girone di ritorno l’anno scorso, facciamo tutto ciò che dobbiamo al massimo probabilmente faranno fatica. Dobbiamo partire da noi. Se gli undici più i tre che entreranno faranno ciò che è stato preparato in settimana e anche quello che si è fatto in passato metteremo in difficoltà chiunque come è accaduto l’anno scorso. Dobbiamo pensare a questo e lavorare su di noi. Ecco perché il processo di crescita in queste sei partite comunque servirà da esperienza a prescindere se passeremo il turno oppure no. Insisto su certi concetti perché devono essere sempre più nostri e anche il nostro pubblico lo deve capire e ci deve aiutare nella crescita e crescere insieme a noi. Le altre considerazioni le lascio agli altri”.
Il Torino anche l’anno scorso ha patito un po’ le squadre che giocavano chiuse e schiacciate nella propria metà campo e in Premier con lo United il Wolver ha giocato così. Si aspetta che farà altrettanto?
“Le squadre che si chiudono e sono organizzate e giocano con il 5-3-2 come fa il Wolver mettono in difficoltà anche altre come il Manchester e lo abbiamo visto con i nostri occhi come ha sofferto lo United. Non solo il Torino soffre certe squadre. Il Wolver è squadra importante e se adotta questo tipo di atteggiamento e mette in difficoltà tutti vuole dire che domani (oggi, ndr) potremmo avere qualche difficoltà, però, se si è vista bene quella partita di Premier, e io ne ho viste anche altre, il Wolver è forte perché sa fare quello quando vuole farlo e lo sa fare bene, ma sa fare bene anche la fase offensiva come nel secondo tempo quando ha pareggiato. Il Wolver sa fare tutte e due le cose e dipenderà da quale tattica il loro allenatore vorrà adottare dall’inizio e poi nel corso della gara stessa, ma noi siamo preparati a tutti e due questi atteggiamenti e vedremo di contrapporci al meglio al di là di ciò che faranno loro. E’ chiaro che si tratta di una squadra esperta e quando si cambia faccia durante una gara vuole dire che si sa ciò che si fa e ciò che si vuole fare, quindi, questa è la forza generale del Wolver. Come ho detto dipenderà da come sarà impostata la partita da Nuno e noi faremo le nostre contromosse”.
Quali sono le sue riflessioni sull’esperienza in Inghilterra e come questo la può aiutare in queste due partite?
“Io guardo sempre al futuro, di esperienze ne ho fatte tante. Dico solo che anche quando ero in Inghilterra, come faccio in Italia, ai miei giocatori dicevo che il campo è un rettangolo di gioco e gli spalti sono più o meno caldi a seconda della forza del pubblico della squadra avversaria, per il resto il calcio è uguale da tutte le parti e conta la tattica, la tecnica e se i giocatori sono concentrati sulla palla e su ciò che devono fare. Il calcio unisce il mondo ed è uguale da tutte le parti: le squadre più forti e organizzate vincono, prevalgono in Inghilterra, in Italia, in Germania non ci sono differenze. Ogni squadra in Inghilterra come in Italia è diversa dall’altra e la quadra che affrontiamo domani (oggi, ndr), ad esempio, ha un allenatore portoghese e tanti giocatori stranieri così come in Italia e, ripeto, il calcio da questo punto di vista lo vedo abbastanza globalizzato e quindi dipende dalla forza del team, dalle caratteristiche dei giocatori e dalla tecnica”.
Il Watford l’anno sorso ha sconfitto il Wolverhampton e quella squadra non é cambiata molto, da quelle partite ha tratto indicazioni? Sente ancora qualcuno del Watford?
“Da quando ho lasciato il calcio inglese lo guardo poco e sono molto concentrato sugli avversari che toccano al Torino di colta in volta. Non ho visto quella partita, so che ha cambiato tanti giocatori e che è un club importante, ma non so dire molto di più perché da quando sono al Torino, da quasi sue anni, non mi sono più interessato, faccio sempre così e quando ero in Inghilterra pensavo al Watford, é una mia abitudine: quando chiudo una parentesi vado avanti e non sono più in contatto con nessuno del Watford”.
I movimenti di Belotti e Zaza, che disse che dopo il ritorno con il Debreceni dovevano cambiare se volevano continuare a giocare insieme, sono migliorati?
“Li ho visti migliorati in allenamento e nell’ultima gara e tante altre volte, ma in quell’occasione non era solo una questione relativa a loro due perché non mi piacquero alcune cose che fece la squadra rispetto al possesso palla e al gioco. In quella partita erano schiacciati e non venivano mai fra le linee e abbiamo avuto minor possesso palla e controllo della partita, Nei movimenti specifici tra di loro ne fecero di belli anche quando andarono in gol e il discorso era in generale e non rivolto a loro due in particolare. Se giocheranno insieme spero che ci siano ancora miglioramenti”.
La Uefa ha designato un arbitro portoghese per una squadra il Wolver che è piena di portoghesi. Vuole fare un commento?
“Lo sapete che nella conferenza stampa prima delle partite non parlo mai degli arbitri e dopo le partite valuto la prestazione di tutti e se me lo chiederete dirò. Credo che in una partita di calcio ci sono da fare valutazioni sugli allenatori, sui giocatori e per ultimo sull’arbitro che insieme a tutti noi concorre a fare sì che si facciano delle prestazioni perfette o meno. Incidere il meno possibile sul risultato, questo è importante. Ne parleremo dopo la partita”.
Quanto il Wolver può essere considerata una squadra inglese per le caratteristiche che ha e il numero di giocatori soprattutto portoghesi che ha? Quanto questa partita è una svolta per la stagione e se è la più importante del suo percorso in granata?
“Il percorso di crescita della squadra dal mio arrivo è stato esponenziale, a parte i primi sei mesi di difficoltà nel capire certi metodi di lavoro e certi meccanismi. Da un po’ meno di un anno a questa parte la squadra ha fatto veramente dei passi da gigante e questo è il coronamento di una crescita costante. Domani (oggi, ndr) e nella partita successiva che faremo sarà una verifica appunto della crescita e se sarà ancora aumentata lo dirò dopo la partita come mi piace fare perché anche per l’allenatore quando si affrontano avversari così di alto livello si fanno verifiche sulla nostra forza e crescita, cose che andiamo sempre a ricercare. Anche quando ero io in Premier la proprietà era italiana e ormai club prettamente inglesi con giocatori solo inglesi non ci sono quasi più. Il Wolverhampton è un club improntato sui portoghesi e su una scuola calcio diversa da quella inglese, ma anche il Manchester City di Guardiola all’inizio era un po’ così perché nell’immaginario inglese il calcio che fa Guardiola è diverso così come quello di Espírito Santo. Il calcio inglese ha le sue caratteristiche e il suo pubblico e il Wolver ha una storia importantissima in Inghilterra, però, effettivamente a livello di gioco e di squadra non c’è tantissimo di inglese, forse, qualche difensore, il modo di giocare dietro, ma il resto della squadra mi sembra, come ho detto prima, globale come anche in Italia che ci sono molti stranieri. In Inghilterra c’è un calcio parecchio ricco più che in altre nazioni europee e ci sono andati più allenatori e giocatori di altre nazioni. Non credo che questo nella specificità del momento sia importante per noi”.