Mazzarri: “I giocatori non devono cascare nel tranello che oggi sarà una partita facile”
Fonte: Elena Rossin
L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ieri ha presentato la partita d’andata del terzo turno di qualificazione all’Europa League che si giocherà questa sera alle 21 allo stadio Grande Torino con lo Shakhtyor Soligorsk. Ecco parola per parola ciò che ha detto:
Quali sono le caratteristiche della partita di oggi con un avversario forse più tecnico del precedete e che è nel pieno della stagione calcistica, ma con un Torino che ha anche una preparazione superiore?
“Giuste considerazioni. Lo Shakhtyor ha passato lo stesso turno nostro quindi ha dimostrato come pensavamo che man mano che si va avanti si trovano squadre sempre più forti. Loro appunto sono forti. E’ una squadra tosta, esperta e che sta benissimo perché è un po’ che giocano. Anche noi dopo le prime due partite disputate siamo più avanti e sono convinto che se i nostri giocatori faranno quello che sanno fare avremo anche noi delle chance di poter passare il turno, che è ciò che conta”.
L’obiettivo è sempre quello di non subire gol in casa dove tornate a giocare dopo il forzato trasferimento ad Alessandria?
“E’ importante tornare a giocare al Grande Torino nel nostro stadio dove è stato rifatto il manto erboso e che mi sembra quasi perfetto. Per noi è importante, come abbiamo visto in tante occasioni, il nostro pubblico che ci ha dato una grande mano in modo che certe partite si giocassero in un certo modo, con aggressività, con coraggio e come piace a noi. Sarebbe bello riuscire a non subire gol al di là di quello che accadrà sul piano della prestazione in questi primi 90 minuti”.
Rispetto alla doppia sfida con il Debreceni qual è l’obiettivo a livello di squadra oltre a passare il turno?
“Il nostro obiettivo è quello di sempre e non lo cambio per aver vinto un paio di partite: dobbiamo acquisire una mentalità sempre migliore. Dobbiamo vedere come si è giocata la partita precedente e su quella lavorare per fare ancora meglio. Questo è stato sempre il mio, il nostro obiettivo. Quando vinciamo anche se facciamo bene dobbiamo scordarci subito ciò che abbiamo fatto e pensare alla partita successiva vedendo anche i pericoli in ogni avversario. Dobbiamo pensare a fare le cose bene e che molto dipende da noi stessi e da come entriamo in campo. Se ragioniamo così possiamo solo migliorare ed è questo che ho chiesto ai giocatori. Vi faccio un esempio per essere più chiaro, nell’ultima gara a Debrecen è finita quattro a uno per noi, ma quando all’inizio del secondo tempo per un tot di minuti abbiamo pensato che la partita fosse abbastanza semplice abbiamo preso un gol e rischiato di subirne un altro. Il pubblico avversario ha caricato la squadra ed è bastato prendere un gol per far sì che per un momento sia sembrato che fossimo in difficoltà e questo è stato oggetto di riflessione in questa settimana da parte mia nei confronti dei giocatori per far capire loro ancora meglio che in Europa, soprattutto quando si gioca in trasferta. bisogna sempre essere concentrati al massimo per tutta la partita e non mollare mai perché si fa presto a passare contro la stessa squadra dall’essere protagonisti all’essere in difficoltà, come è accaduto in quei quindici minuti che non mi sono piaciuti”.
Come sta Baselli?
“Penso che abbia recuperato, sta bene”.
Si aspettava a questo punto del mercato di avere uno o due nuovi volti, magari anche solo per sopperire agli infortuni?
“Finora non c’è stato bisogno perché gli undici che ho voluto far giocare li avevo a disposizione e sono ragazzi che soprattutto nel girone di ritorno dell’anno scorso hanno dato ampie garanzie di gioco, di continuità e di rendimento e per ora lo abbiamo rivisto. I cambi, più di tre non mi servono perché non ci sono e titolari ce ne saranno anche domani in panchina e fino a quando sarà questa la situazione non mi preoccupo”.
E Rincon?
“Per la forma di cui è capace non è ancora al top, però, è un giocatore talmente esperto e affidabile che so di poter contare su di lui in qualsiasi momento. Fino a quando non giocherà 90 minuti non si sa se li ha nelle gambe, quindi, vedremo. Sono valutazioni che farò all’ultimo momento e terrò in considerazione tutti questi fattori come ben sapete perché ne ho parlato nelle settimane scorse”.
Berenguer sta meritando la definizione di inamovibile?
“Inamovibile non m piace. Credo di aver fatto sì che già dalla scorsa stagione che i ragazzi siano co-titolari. Le partite si giocano in 14 e non in 11 e, quindi, per me 14 sono titolari e poi se, com’è successo, esce un giocatore per infortunio o per squalifica e giocano altri e la squadra vince e fa una grande prestazione do continuità alle scelte, ma ognuno non deve mai sbagliare la partita in cui viene impiegato. Questa è, credo, la grande forza di questo gruppo che ha acquisito questo concetto da sei mesi a questa parte molto bene e che nelle due partite disputate quest’anno ha continuato a farlo vedere. Berenguer fa parte di questo discorso, era già un titolare, ma i titolari possono anche stare in panchina per infortunio o per scelta e ogni volta che giocano devono dimostrare di essere sempre all’altezza degli 11 che vanno in campo. Berenguer è uno dei titolari e anche chi starà in panchina domani per me è un titolare poiché quando entrerà dovrà far vedere che avrei potuto farlo giocare benissimo dall’inizio”.
Dopo la gara con il Debreceni aveva detto che Zaza e Belotti per giocare insieme devono sapersi muovere anche diversamente, com'è andata in questi giorni?
"Ho avuto l'opportunità inserendo Zaza durante la settimana di fare ciò che non ero riuscito in ritiro perché avevamo i tempi ristretti e io dovevo puntare sulla sicurezza per avere la squadra pronta alla prima partita che contava per cui avevo focalizzato tutti gli schemi e tutto il gioco su ciò che avevamo già fatto nel finale del campionato scorso ovvero il 3-4-3 fatto in un certo modo. Non avevo avuto il tempo di far capire alla squadra che sarebbe potuto giocare anche con il 3-5-2 a partita in corso, dopo un tempo, anche facendo un cambio e questa settimana ho lavorato molto più su questo aspetto, quindi, i ragazzi hanno più conoscenze e e se si dovesse giocare con il 3-4-3 o con il 3-5-2 a partita n corso o dall'inizio perché penso che sia già stato migliorato in settimana. Credo che sia un vantaggio. La formazione non ve la dico, so che con queste domande tentate di capirla, ma come sempre non voglio dare vantaggio agli avversari, quindi, domani vedrete come partiremo e se casomai dovessimo cambiare pelle in corso".
Come ha visto Zaza in allenamento in questi giorni?
"L'ho detto anche al giocatore, la settimana precedente ero partito con le mie vecchie idee e stavo provando il 3-4-3 e lui fa fatica a giocarci se lo utilizziamo in pianta stabile, ma poi ho visto il suo impegno e ho cambiato idea negli ultimi due giorni per questo l'ho fatto giocare in Ungheria. Dipende da lui perché se lui continuerà a farmi vedere in allenamento, e non solo in una partita giocata bene, di andare sempre a mille e continuare a fare ciò che ha fatto la scorsa settimana allora sarà difficile tenerlo fuori. Questo discorso vale per lui, ma anche per tanti altri. Zaza deve dare continuità alle prestazioni ogni volta e non che fa bene una volta e poi si adagia, si accontenta. Questo gruppo, che è rimasto lo stesso dell'anno scorso, credo abbia ben capito che chi sbagli una partita poi sta fuori e che chi fa bene probabilmente rigioca. Questo vale per tutti tanto più per Zaza che è un giocatore che ha grandi doti, ma a volte gli è mancata un po' di continuità".
Molti pensano che questo turno sia facile mentre il prossimo con il Wolverhampton ...
"Chi? Non le faccio finire neanche la domanda conosco solo lo Shakhtyor Soligorsk. Sono già incavolato perché secondo me i sorteggi si devono fare quando è stato passato il turno e non prima. Ci si confonde e basta non serve a niente. Oggi sarà una partita ancora più pericolosa e per questi Dovrò fare il massimo affinché i miei ragazzi non siano distratti da questa eventuale possibilità, ma che va ancora raggiunta. Non ne parliamo nemmeno e parliamo solo della partita di oggi e di questo turno".
Esiste una mentalità europea? Questa squadra ce l'ha?
"Si chiama esperienza quando si maturano certe situazioni. E' chiaro che una squadra che ha nel proprio organico tanti giocatori che hanno giocato le coppe europee è più esperta, però, credo che anche con l'aiuto mio e del mio staff abbiamo creato una mentalità tale da pensare a noi e a ciò che si è preparato. Questo vale sia in Europa sia in campionato. Più che altro è importante che tutta la rosa abbia acquisito la mentalità che ogni partita va affrontata in un certo modo e che bisogna scordarsi gli elogi il giorno dopo e poi bisogna pensare che la partita successiva va affrontata ancora meglio, al di là del blasone della squadra avversaria. Dobbiamo crearsi una forza in noi stessi. Se noi facciamo le cose al top in fase difensiva, in fase attiva possiamo mettere in difficoltà chiunque e se lo faremo sempre penso che questo sarà il vero salto di qualità che dovremmo fare e non sono ancora sicuro se riusciremo a farlo”.
Oggi che cosa la preoccupa di più i suoi giocatori o gli avversari?
"Intanto ho grande rispetto degli avversari, si è parlato quasi niente di loro, ma come ho detto prima sono una squadra di tutto rispetto e a livello europeo Il calcio ha dato segnali forti, infatti, non ci sono più squadre di nazionalità che magari in passato erano meno blasonate e che non vanno rispettate perché il calcio si è voluto e tutti vanno a mille e sanno di tattica. Il calcio sta crescendo in tutte le nazioni europee. Quindi se noi non faremo bene le cose sarà una partita molto pericolosa. Non ci deve venire minimamente in testa l'idea che sia una partita semplice. Esorto il pubblico, come ho fatto prima della partita ad Alessandria, a darci una mano e nessuno deve dare niente per scontato e soprattutto tutti i giocatori non devono cascare in questo tranello altrimenti rischieremmo di fare brutte figure. Questa è la cosa più importante".
A un mese dall'inizio del ritiro la squadra a che punto è? La crescita che ci sarà stata in questo mese l'ha soddisfatta?
Quelli che hanno giocato queste partite, almeno 90 minuti in una delle due, sono già abbastanza avanti e, come ho detto, siamo stati bravi a non far vedere che il Debreceni è una bella squadra, a parte quei 20 minuti in cui si è mollato un pochino e si è vista la forza degli avversari. Sono quindi abbastanza tranquillo per quelli che si sono allenati insieme dall'inizio hanno giocato almeno 90 minuti per quelli che hanno giocato tutte e due le partite non dico che siano già al 100%, ma al 95 sì. Questo mi fa stare sereno e di conseguenza oggi non dipenderà troppo dalla condizione e dal momento nei 90 minuti, ma dipenderà dalla testa dei ragazzi, da come entreranno in campo e se saranno convinti di fare al meglio i 90 minuti cercando di fare le due fasi al top. È questo che mi preoccupa di più, non tanto la tenuta”.
Che tipo di atteggiamento si aspetta dallo Shakhtyor Soligorsk? Pensa che saranno attendisti?
"Tutto dipenderà da come noi riusciremo a imporre il nostro gioco. Credo che ogni squadra e ogni allenatore non voglia essere passivo, ma a volte è la squadra avversaria a costringerti ad essere passivo e di conseguenza fare un gioco che deriva da ciò che sta succedendo. Ad Alessandria, dove abbiamo avuto l'ottanta per cento di supremazia territoriale e la palla l'avevamo quasi sempre noi e loro dovevano correrci dietro stancandosi, è venuto fuori che hanno dovuto difendersi e cercavano di ripartire in contropiede. Questa però è un'arma pericolosa perché a volte sento tanti santoni che parlano di possesso palla, ma il possesso palla fino a sé stesso non serve come quando lo si fa per 90 minuti e forse si creano due palle gol e magari si concedono 8 ripartenze alla squadra avversaria. Mentre il buon possesso palla deve essere finalizzato alla propria forza in modo da permettere di verticalizzare di fare gol, di schiacciare l'avversario, di non dargli coraggio, di non farlo ripartire affossandogli subito la ripartenza. Io confido nella nostra forza come sanno bene i giocatori che dall'anno scorso hanno capito bene ciò che voglio. Noi tendiamo sempre a imporre il nostro gioco e non bisogna fare l'errore che abbiamo fatto in alcune partite l'anno scorso quando per far troppo vedere che si attaccava si sono concessi al Parma e al Bologna contropiedi che ci sono costati le partite. Bisogna trovare sempre il giusto equilibrio stando sempre in partita sia quando si attacca sia quando ci si difende sapendo che gli altri sono giocatori ottimi soprattutto davanti e nelle ripartenze possono fare male”.
Che tipo di processo d'integrazione ha avuto Bremer nella difesa?
“Posso dire che questo ragazzo a me al mio staff ha dato le maggiori soddisfazioni perché quando è arrivato si vedeva che era bravo in fase difensiva, ma era molto timido con la palla e per essere ad alti livelli bisogna sapere impostare anche il gioco da dietro e lui in questo doveva un pochino migliorare. Ha fatto dei progressi pazzeschi e, anzi, abbiamo corso il rischio che da quando ha fatto vedere che sa giocare la palla meglio degli altri, con grande sicurezza, si dimenticasse delle fase difensiva come almeno per un tempo ha fatto nella prima partita quando ha scordato la grande attenzione che aveva nella fase difensiva poi l'ha ripresa subito a Debrecen. Questo per dire che è un giocatore sul quale si può contare e per me è un titolare, come tutti gli altri della rosa corta. Abbiamo trovato un grande giocatore che ci darà garanzie ed è molto giovane, quindi, ha ancora margini di miglioramento”.
Quando tornerà Aina? Perché magari vi farebbe comodo averlo nelle rotazioni.
"Le rotazioni serviranno quando si giocherà nella fase a gironi, se ci arriveremo. Perché lì allora le rotazioni saranno fondamentali poiché si giocherà spesso, il giovedì e poi la domenica, quindi, ci vogliono davvero un po' più di ricambi e con giocatori più o meno tutti alla stessa altezza. Toccando ferro in questo momento abbiamo due esterni che stanno giocando bene e se ci fosse bisogno c'è Berenguer che ha già fatto l'esterno. Per il momento giocando una volta alla settimana se non ci sono infortuni importanti possiamo ancora andare avanti così. È chiaro che Aina è un giocatore importante per noi e prima arriva meglio è. Sappiamo già che è stato bravissimo ad accorciarsi anche lui le vacanze e che tornerà presto".
Come vede Bonifazi e fino a che punto fa parte dei vostri piani?
"Bonifazi è un giocatore che ha fatto molto bene alla Spal e tutti lo conosciamo. È un giocatore affidabilissimo, è un ottimo giocatore, ma per lui ancora di più vale il discorso fatto per Rincon perché è arrivato ancora dopo e a pochissimi minuti nelle gambe, ma so che se ho bisogno di lui posso contarci poiché è un giocatore forte. Non devo aggiungere altro".
I bielorussi sono molto forti nella fase difensiva, lei pensa che Millico possa essere il valore aggiunto per metterli in difficoltà?
"È vero che i bielorussi sono forti in fase difensiva e oltretutto non dobbiamo farli innervosire perché venendoci addosso sono arcigni ed esperti e potrebbero metterci in difficoltà. Millico deve solo stare con la prima squadra come ha fatto, ha già dimostrato di aver capito tante cose e ha avuto miglioramenti esponenziali che nessuno credeva avrebbe avuto. Anche nella continuità di come aiutare la squadra e di come comportarsi durante la partita a questi livelli. Il ragazzo ha delle doti importanti e se ci sarà bisogno e capirò che ci può dare una mano lo farò entrare altrimenti è un giocatore come gli altri. L'ho voluto io portare subito in rosa con noi perché ho visto che ha delle potenzialità e può stare con noi e fare benissimo ai nostri livelli, ma dipende solo da lui capire come sta facendo che nel salto dalla Primavera alla prima squadra, soprattutto in Europa, ma anche in Serie A, c'è un divario molto grande. Se lui continuerà a dare ascolto ai miei collaboratori, a noi e ai suoi compagni penso che per lui ci sarà un futuro importante, ma non deve avere fretta e non dobbiamo mettergli fretta o pressione perché va gestito nel modo giusto per far sì che cresca e possa un domani affermarsi come titolare a questi livelli”.
Meïté a che punto è nel processo di crescita?
"Non deve rischiare troppo in certe zone del campo, deve capire dove può fare certe cose e dove ne può fare delle altre e dove deve farne altre. Perché se si prende dei rischi che poi fanno male alla squadra allora mi arrabbio. È un altro giocatore il cui futuro dipende solo da lui. Può diventare un campionissimo perché ha delle doti pazzesche, però, deve metterle al servizio suo e della squadra nel modo migliore capendo quando deve fare una cosa, come deve allenarsi, la continuità negli allenamenti, tutta una serie di cose nelle quali ha fatto progressi esagerati da quando è arrivato, ma deve continuare così. Ecco perché si dice che nella vita chi si ferma è perduto. Ha fatto questo, ma deve fare ancora di più. È questo ciò che deve capire. Sono contento per ciò che ha fatto finora, però, deve farmelo vedere anche domani, dopodomani e dopodomani ancora".