.

Mazzarri, il fuoriclasse del Toro europeo

di Marina Beccuti

Quanto vale un allenatore in una squadra di calcio? Dipende. Se hai una rosa di campioni a volte è persino superfluo sapere chi c'è in panchina, ma quando la squadra è fatta di buoni elementi ed emerge, il merito è senza dubbio della mano che li guida. Per questo Mazzarri si può mettere allo stesso livello di Klopp che ha sì una grande squadra (su tutti Salah), ma non ha i giocatori di altre concorrenti della Premier, a partire dal City per andare in casa Chelsea. Eppure i Reds sono in lotta per vincere la Premier e in corsa per la finale di Champions. Merito soprattutto del mister tedesco.

Questo vale anche per il Toro, senza nulla togliere ad una rosa che è la più forte mai messa in piedi da Urbano Cairo, pensiamo solo che in porta c'è Sirigu, il più grande portiere italiano del momento, il vero erede di Buffon, perchè le sue parate valgono come i gol degli attaccanti, poi ci sono Belotti, Baselli, Meitè, Nkoulou, Ansaldi, Falque per fare qualche nome. Ma chi emerge è il mister. Che si fa spesso cacciare dagli arbitri per la sua grinta e voglia di giustizia (non è che si lamenta per partito preso, ma perchè il Toro ha subito finora 44 errori a sfavore), ma proprio per questo piace ai tifosi, che non amano gli allenatori amorfi, senza quel piglio polemico che lo rende un granata doc.

Questa squadra è quella che maggiormente intriga il suo allenatore, fisicamente forte e tatticamente anche fantasiosa, che sa sempre cosa fare in virtù dell'avversario che ha contro e delle necessità di plasmare un gruppo a seconda delle esigenze, anche per sostituire qualche assenza.

Se il Toro andrà in Europa, e ci possiamo scommettere che ci sarà, il merito è di tutti, però Mazzarri si eleva al ruolo di allenatore perfetto alle attuali esigenze granata. E siamo certi che anche lui è già innamorato perso del suo ambiente e della sua squadra. Si vede dagli occhi pieni di passione.


Altre notizie
PUBBLICITÀ