Mazzarri: "La mentalità di chi gioca nel Toro deve essere rivolta solo ad aiutare il club a migliorare"
Walter Mazzarri presenta ai media la partita di Udine: “L’Udinese? A inizio anno possono succedere cose strane, poi il campo smentisce tutto. Andiamo in Friuli consapevoli che non sarà una gara facile e conosciamo gli inconvenienti del caso. Sta a noi sapere cosa fare, nella fase attiva essere svelti nei meccanismi, mentre quando la palla la hanno gli altri dobbiamo essere attenti e feroci per non farli organizzare. Scegliere la coppia di attaccanti? Se questo club vuole crescere sa che le punte giocheranno a seconda delle valutazioni dello staff tecnico volte a mettere in campo la miglior formazione possibile. Avere l’imbarazzo della scelta per me è un bene, la rosa è più competitiva evidentemente. Ma ciò che conta è il campo, le risposte che i giocatori danno sul terreno di giuoco. Loro devono pensare solo a vincere, come vogliono i tifosi, la società e come vuole il mister. Quello che succede in Nazionale conta relativamente, mi interessa di più quello che vedo e preparo in allenamento. Come sta Rincon? Mi angoscia un po’ questa variabile fisica, perché era stato uno dei più positivi nelle passate partite. Parlerò con lui e con lo staff medico domani mattina per valutare se sia possibile schierarlo. La decisione è ancora in alto mare in questo momento. Il modulo? Mi chiedete sempre del modulo. Ci sono molte variabili, ma posso dirvi solo che si gioca in 11 e ci sono tre sostituzioni. Qualcuno resterà per forza fuori. Qui c’è concorrenza tra buoni e ottimi giocatori, può fargli solo bene avere concorrenza, se sapranno prenderla nel modo giusto. Noi comunque stiamo dalla mattina alla sera a cercare le soluzioni migliori. L’equilibrio di squadra lo salvaguardano i giocatori comportandosi da professionisti quali sono i giocatori se vogliono restare qui devono abbracciare il concetto che conta solo il club e migliorare i risultati ottenuti in passato dalla squadra. La squadra è un mosaico. Perché vi dico che la squadra si è definita solo un giorno prima dell’inizio del campionato? Perché uno che crede come me nel lavoro e si mette a guardare tutto col bilancino non ama poi dover fare esperimenti durante le partite ufficiali. Aina? Ha perso una settimana di allenamenti, ma grazie a Dio sembra guarito. Valuteremo domani, ma è convocato e recuperato per domani. Se giocasse Berenguer sarebbe lo stesso, deve fare quanto ha fatto Aina le scorse gare. Sono io stesso curioso di vedere come cambieranno gli equilibri con pedine diverse. Parigini ha fatto bene in Under? Ci ho parlato oggi per la prima volta. Gli rendo merito per essere rimasto, doveva andare via, ma ha scelto di restare. Per come mi era stato descritto comunque ha fatto tantissimi progressi, anche tattici. Ho provato anche a forzarlo in altri ruoli, perché dove giocava abitualmente siamo un po’ intasati e ci sono chiaramente delle gerarchie verso chi ha più esperienza e ha già fatto bene in serie A. lo tengo comunque in grande considerazione. Zaza? Positivo che abbia giocato 9 minuti, ma io guardo a che ritmi gioca un giocatore. Noi se dobbiamo aggredire come voglio dobbiamo andare a mille e di certo lui al momento non li ha ancora. In campo fermi davanti ci si può stare tutti, ma bisogna vedere se e come si aiuta la squadra.
Avete la convinzione dopo i primi risultati di giocarvela con tutte? Il turn over deve essere una risorsa in più. Se ho dei giocatori allo stesso livello, quando c’è bisogno di subentrare la squadra non dovrebbe risentirne. Ripeto quanto detto la mentalità di chi viene qui deve essere solo quella di aiutare questa squadra di blasone a risalire. È la base della crescita o meno di questo team secondo il mio punto di vista. Già domani i miei giocatori devono darmi delle risposte. La sfida al tecnico più giovane della serie A? Può essere bravo anche a 30 anni, come per i giocatori, anche per gli allenatori ci sono giovani di talento che iniziano la carriera per fare poi bene. Lui come gli altri dovrà dimostrarlo, ma non lo conosco e non so. Quando affronto un avversario non guardo chi siede in panchina ma come fa giocare la sua squadra. Gli allenatori non dovrebbero nemmeno apparire”