Mazzarri: “Sulla base degli errori passati spero che i giocatori abbiano capito che tipo d’insidia è la Spal”
Fonte: Elena Rossin
L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha presentato la patita di domani pomeriggio con la Spal. Ecco che cosa ha detto:
Cosa ha lasciato il pareggio con il Napoli in vista della gara con la Spal?
“E’ stato un test importante quello con il Napoli perché ci siamo confrontati su situazioni che ci serviranno per il prossimo campionato poiché ci sono squadre di riferimento, grandi squadre, dalle quali non dovremmo essere schiacciati. Facendo un confronto con la partita con la Lazio la mia squadra non mi era piaciuta in campo perché non è stata solida, anche se alla fine sarebbe potuto arrivare un pareggio, mentre con il Napoli l’assetto usato ci ha permesso di essere solidissimi e di tenere il campo anche quando eravamo in svantaggio e questo mi è piaciuto. Il Torino è stato maturo in un ambiente come quello del San Paolo che è forte e dopo che abbiamo ottenuto il pareggio per la seconda volta abbiamo continuato a giocare, a pensare come avevamo preparato la partita e cercato persino di vincere e questo è un’altra cosa che mi è piaciuta tanto. A Napoli si sono viste cose che mi saranno d’aiuto per impostare il lavoro nella prossima stagione”.
E’ già capitato che il Torino dopo aver conquistato punti con una squadra più forte, come con il Napoli, si rilassi e nella partita successiva abbia sfoderato una prestazione non convincente. Avete preparato qualche cosa per scongiurare quest’evenienza?
“Ha ragione e questo è uno dei motivi dei problemi di quest’anno: si facevano prestazioni incerte dove non eravamo quadrati e non avevamo continuità di rendimento quando si è passato dal giocare con una squadra di livello ad un’altra con una classifica inferiore. E’ la maturità, l’attenzione e vedere il pericolo questo ci è mancato e su questo dovevamo crescere e lo abbiamo fatto a fasi alterne. Ecco perché dico che in linea di massima voglio che in linea di massima questo concetto ci sia servito davvero per capire che per il prossimo anno c’è una sola strada: avere continuità e far si che certi errori ci servano come lezione importante per non ripeterli. Quindi, già per domani spero che i giocatori abbiano capito l’insidia della partita che li aspetta. Si sono toccato tutti i tasti e domani si dovrà entrare in campo con l’atteggiamento di quando si affrontano le prime della classe e a quel punto penso e spero che i valori tecnici vengano fuori”.
La Spal, che è alla ricerca dei punti per l’aritmetica salvezza, si affida a un centrocampo folto e di solito si arrocca in difesa per poi ripartite. Come l’affronterete per aprire gli spazi e andare al tiro in porta?
“Come dicevo prima quest’anno, purtroppo, non siamo stato costanti. La Spal se non cambia questa notte ha sempre giocato con la difesa a tre e diventano cinque quando si difendono ed è sempre difficile trovare gli spazi e questo vale in tutte le partite quando si trovano squadre che tendono a chiudere tutti gli spazi. Noi, però, siamo stati capaci di fare gol anche in queste situazioni, ad esempio con il Crotone o nel secondo tempo con il Cagliari. In altre partite, invece, abbiamo trovato difficoltà perché a volte ci scordiamo di mettere in pratica ciò che si è provato e siamo troppo istintivi nei ruoli importanti. I giocatori di qualità magari in settimana si preparano a smarcarsi in un certo spazio e vanno a prendere la palla basso e questi sono errori dettati dal non essere così ligi a un concetto d’organizzazione in fase attiva. Questo, secondo me, è stato uno dei problemi più importanti che abbiamo avuto quest’anno, infatti, abbiamo alternato partite ottime ad altre meno buone. Penso che ora dopo un po’ di tempo si sia capito e anche a Napoli quando è stato fatto bene quello che si era preparato, soprattutto nel secondo tempo, si sono viste delle bellissime azioni, mentre nel primo ci abbiamo messo del nostro nell’uscire da dietro e si è fatto qualche pasticcio. Su questo bisogna lavorare e crescere e con la Spal sarà un test per me importante da questo punto di vista”.
Come ha colto i complimenti di De Laurentiis?
“Mi hanno fatto piacere perché capita a volte di scordarsi ciò che si è fatto. Mi ha fatto piacer che il presidente abbia ricordato i numeri da me fatti e dopo tanti anni ne abbia tenuto conto”.
A che punto è il casting per il prossimo anno?
“Come dicevo quest’anno mi serve per avere delle indicazioni che poi riferirò alla società. Non so cosa accadrà nel mercato, si hanno idee ma ci sono variabili che possono farle realizzare oppure no. Io lavoro con quelli che rimarranno su certi concetti, quelli di cui parlavo prima in modo che se li hanno recepiti potremo partite avvantaggiati la prossima stagione. Per il resto sono sempre in contatto con al società che sa quali sono le mie linnee guida. Vorrei una rosa omogenea poiché avremo solo il campionato e la Coppa Italia e tutti dovranno essere motivati e orgogliosi di giocare nel Torino in modo che tutti penino quando ci affronteranno. Dovremo essere tosti come in genere sono state le squadre che ho allenato”.
Ha fatto bene a Belotti non essere partito da titolare a Napoli?
“Belotti ha avuto un anno particolare, non sempre le ciambelle vengono con il buco e ci dimentichiamo che il ragazzo ha avuto due infortuni e in questi casi un giocatore quando torna a giocare non ha la forma ottimale che si raggiunge con il ritiro estivo . Quest’anno ha fatto nove gol i campionato e tre in Coppa Italia e se si confrontano con il numero di partite che ha disputato è in linea con il suo standard. Io guardo il rendimento in funzione della squadra. Se siamo decimi e non lottiamo per l’Europa qualche cosa non è tornato nel dare e nell’avere, non perché qualcuno ha fatto meno gol. Chi gioca nel Torino deve pensare a fare le giocate nell’interesse del risultato della squadra e non in quello personale: su questo sono e sarò sempre un martello. Come squadra si deve fare un gol in più degli avversari e se non siamo in lotta per l’Europa è perché si sono fatti meno punti di altri. Belotti nel limite della condizione ha sempre dato tutto per la squadra, almeno da quando ci sono io”.
Cairo ha detto che vuole tenere Belotti, il giocatore è motivato nel restare?
“L’ho detto appena sono arrivato ognuno ha il suo ruolo e io fino a quando c’è il campionato con i giocatori parlo solo di campo. A me interessa che se domani metterò in campo Belotti faccia bene e lo spronerò a dare tutto. A fine stagione poi parlerò chiaramente con la società sui ciò che intendo per il prossimo anno”.
Quale sarà la percentuale dei giocatori che rimarranno?
“Quando parlo di omogeneità parlo di sinergia dello spogliatoio. Ho parlato con Bava e Petrachi perché vorrei avere nella prossima stagione un rapporto molto stretto con la Primavera e in base a chi resterà, a chi andrà e a chi arriverà cercherò di inserire il maggior numero possibile di giocatori della Primavera in allenamento e se saranno idonei anche in rosa perché sono convinto che il settore giovanile sia una risorsa importante. Ci sono realtà superiori, ma se si vuole competere con loro bisogna attingere anche dal vivaio. Adesso, però, ci sono ancora due partite da giocare e devo tirare fuori il massimo dai giocatori e le mie idee le dirò alla società che poi le comunicherà a voi come riterrà opportuno . Ora non si può dire una percentuale di chi rimarrà perché se dicessi che ne rimarranno quindici e poi, invece, ne rimangono venti tutti si chiederebbero il perché e magari quei cinque non li ha voluti nessuno o, facendo un altro esempio, se io dicessi che uno è un punto fermo e la società mi asseconda, ma poi il ragazzo chiede di essere ceduto poiché ha una squadra nella quale vuole andare a giocare che cosa si fa? Per questo non mi posso sbilanciare, Non c’è solo la mia volontà o quella della società, ma anche quella dei giocatori che sono indirizzati dai procuratori, sono tante le variabili”.
Molti tifosi vorrebbero veder gli allenamenti a porte aperte visto che si è a fine campionato?
“In queste decisioni c’è sempre anche la società perché un allenatore non può sapere tutto sulle sinergie con la città. Io sono aggregante e tutte le componenti devono essere unite tifosi, società , giocatori, allenatore e media se si vuole portare in alto il Toro, solo così si possono ottenere risultati come è successo a Napoli. Mi farebbe piacere far vedere gli allenamenti ai tifosi, ma ci sono delle variabili. Chi viene a vedere gli allenamenti deve sapere che si sta lavorando e per farlo bene ci vogliono certe condizioni, anche un applauso troppo forte può disturbare, non è come a fine partita che si possono esprimere le proprie opinioni. Se ci sono le condizioni ben vengano gli allenamenti a porte aperte. Anche gli altri club si allenano a porte chiuse e noi nel momento più critico ci siamo allenati a porte aperte, ma qui si parla sempre di queste cose. Lo spirito del Toro è quello che si è visto a Superga, è anima, voglia e deve esserci in campo la domenica in partita. Se ci sarà la possibilità una parte dell’allenamento sarà fatta a porte aperte”.
Non pensa che per essere competitivi oltre a Belotti ci vorrebbe un’altra prima punta di riferimento?
“Un allenatore deve avere un progetto tattico che sia riconosciuto dai giocatori che poi lo esprimono in campo. Abbiamo sette giocatori offensivi e con la Lazio si è giocato con uno in più, ma è mancato l’equilibrio. Il Napoli non ha prime punte, però, ha fatto molto bene. Ho avuto Lavezzi che forse nel Napoli di Sarri avrebbe faticato se avesse dovuto subito giocare la palla appena gli arriva poiché preferisce dribblare. Quando si ha un talento superiore agli altri si devono trovare le giuste soluzioni per inserirlo nel gioco della squadra. Forse solo nel Real Madrid l’allenatore chiede un giocatore e gli arriva, a me è successo una mezza volta. Spesso non arrivano giocatori perfetti, ma chi arriverà dovrà essere adatto al gioco. Io quest’anno ho cambiato modulo passando dalla difesa a quella a tre e poi dopo la gara con la Lazio vedendo che la squadra con un maggior numero di giocatori offensivi faceva fatica ho cambiato di nuovo e con il Napoli abbiamo giocato bene, quando si prende una squadra in corsa servono prove per trovare la quadra”.
Può dare qualche indicazione sulla formazione? Cambierà il portiere?
“Cerco di mettere sempre in campo la squadra migliore, quella che mi dà più garanzie per vincere e farò così anche con la Spal. Se finiremo il campionato male mi gireranno le scatole e non posso fare esperimenti perché voglio fare più punti possibili e in palio ce ne sono ancora sei e devo essere coerente. Qui è il Toro e ha un’immagine che va preservata. Anche se adesso non ci sono più obiettivi non possiamo prendere quattro gol, non sto dicendo che con Milinkovic-Savic in porta succederebbe, ma parlo in generale”.
Barreca sta bene?
“E’ a disposizione. Ma quando si torna ad allenarsi con la squadra dopo un infortunio non si hanno i novanta minuti e se inizia poi deve essere sostituito. Per il ruolo di esterni ci sono anche Ansaldi e De Silvestri, che a Napoli ha segnato”.