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Meglio di niente il pareggio del Torino con l’Udinese però …

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

Va detto subito, il pareggio fra Torino e Udinese è giusto perché i granata hanno giocato meglio nel primo tempo, mentre i bianconeri nella ripresa. Fatta questa doverosa premessa va riconosciuto alla squadra di Mihajlovic di essere scesa in campo con un atteggiamento decisamente più propositivo rispetto a quanto aveva fatto con l’Inter o, come ha detto lo stesso allenatore alla fine della gara, ha “ritrovato il Dna Toro” e Ljajic ha sfoderato una prova qualitativamente positiva fornendo anche il passaggio per Belotti che poi ha servito alla perfezione Benassi in occasione della prima rete del Torino e in seguito realizzando lui stesso il gol del pareggio finale. Fin qui le note positive, però, c’è anche il rovescio della medaglia. Solito errore di marcatura in area, Théréau anticipa Rossettini e l’Udinese pareggia, e poi non sufficiente capacità nel gestire i minuti successivi alla rete dei friulani, non basta che Hart si esibisca in una doppia parata su Zapata, perché il Torino riceve comunque lo schiaffone del secondo gol subito, e a darglielo è proprio Zapata. Solo l’essere andato in svantaggio ha risvegliato il Torino che ha così ritrovato grinta e pressing utili a riacciuffare il risultato, poi nel finale è mancata la giocata vincente e per poco non è arrivata la beffa prima con Badu e poi nei minuti di recupero con Zapata. Sul fronte Udinese, indubbiamente è servita la mossa di Delneri di far entrare all’inizio del secondo tempo Perica per De Paul, che non riusciva a trovare la posizione in campo, e Hallfredsson per Kums, che non faceva adeguatamente girare la palla e non offriva un consono filtro davanti alla difesa.

Sul valore di questo pari l’Udinese può essere soddisfatta perché ha prolungato a tre il numero di partite utili consecutive, dopo le vittorie con Pescara e Palermo. Mentre il Torino è si riuscito a racimolare in trasferta un altro punto arrivando a quota cinque in sei partite, gli altri il pareggio con il Pescara e la vittoria con il Palermo, ma se si pensa che era andato in vantaggio per primo e che aveva tenuto meglio il campo nella prima frazione di gioco un po’ di rammarico resta perché qualche cosa di più lo poteva fare nel secondo tempo. Qualcuno potrà anche obiettare che i granata potevano tornare a casa a mani vuote se Zapata avesse trovato il tiro vincente nel finale, ma qualcun altro potrebbe ribattere che ci mancava solo questo. Più passa il tempo e le sviste difensive che rimangono immutate sembrano sempre più figlie della campagna cessioni-acquisti estiva con la vicenda Maksimovic tirata per le lunghe quando era possibile risolverla il primo giorno ufficiale di mercato, se non anche prima. Rimane la sensazione che a centrocampo l’arrivo del solo Valdifiori come vero rinforzo sia stato poco perché Benassi e soprattutto Baselli, anche ieri sera scarsamente propositivo oltre che abbastanza impreciso in tiri e passaggi, devono ancora dimostrare di essere calciatori con la C maiuscola e i loro alter ego Acquah e Obi ancora di più. Sicuramente non è su Lukic, comunque non male per essere alla sua seconda apparizione in serie A e avendo solo vent’anni, quando appena iniziata la ripresa ha sostituito Valdifiori, uscito dolorante per una botta presa nel primo tempo, o sull’altrettanto giovane Gustafson, quest’ultimo non ha ancora debuttato, che il Torino può fare affidamento nell’immediato oppure nel prossimo futuro. Per capire di che pasta sono fatti ci vorrà ancora parecchio tempo.

Nel prossimo turno il Torino sarà di nuovo in scena fra le mura amiche dello Stadio Grande Torino e dovrà vedersela con il Cagliari, che nell’ultimo posticipo dell’undicesima giornata ha battuto il Palermo e raggiunto a quota sedici Torino e Fiorentina. La classifica sta prendendo forma e le squadre sono divise in quattro gruppi. Nel primo c’è la sola Juventus (27), che ha iniziato a staccare tutti. Nel secondo ci sono Roma (23), Milan (22), Lazio (21), Napoli (20) e Atalanta (19), che stanno accumulando punti utili per un posto in Europa. Nel terzo, il più affollato, sgomitano Fiorentina, Torino e Cagliari (16), Genoa e Chievo (15), Inter, Udinese e Sampdoria (14), Bologna e Sassuolo (13), che possono entrare nel secondo gruppo, se risulteranno le più forti, o scivolare nel quarto, se si riveleranno le più deboli, in linea di massima saranno le squadre che resteranno sospese nel limbo del centro classifica. E, infine, nel quarto c’è chi annaspa e sta già lottando per non retrocedere Pescara ed Empoli (7), Palermo (6) e Crotone (5). Se il Torino vuole l’Europa League deve fare di più.


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