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Meité-Milan, fine corsa. Rientro nel progetto granata?

di Claudio Colla

Troppe prestazioni nettamente al di sotto della sufficienza, troppe amnesie, troppi palloni persi ingenuamente. Non così diversamente dal processo che ha decretato la conclusione del suo biennio e mezzo in maglia granata, il centrocampista franco-ivoriano Soualiho Meité, ora ventisettenne, non sarà riscattato dai vertici del Milan, con ogni probabilità. Per Massara, Maldini, e Pioli, il classe '94 sarebbe, all'unanimità, "Not AC Milan material"; tanti i profili monitorati per sostituirlo, in Italia (uno tra tutti il felsineo Svanberg) e oltre confine (Sabitzer del Lipsia e Fekir del Betis tra i sogni di mercato), ritenuti decisamente più ghiotti.

Ancora in essere fino al giugno 2023 il contratto con Meité, il Toro, già incassato il mezzo milione di euro del prestito semestrale, dovrà innanzitutto fare i conti con gli altri otto, previsti per il riscatto, che mancheranno all'appello (e che arriverebbero a nove e mezzo, bonus inclusi). Le valutazioni, poi, saranno fatte sulla possibilità di reintrodurre il giocatore nel progetto, di massima serie o cadetto che sia. Mandragora, Baselli, Lukic, Gojak, Linetty, il  veterano Rincòn: per un motivo o per l'altro, almeno cinque su sei dovrebbero andare incontro a una conferma, in caso di salvezza. In più, al di là della qualità non sempre eccelsa delle prestazioni, la metà stagione trascorsa in un Milan di quasi vertice in campionato, e dalla solida presenza in Europa League, al fianco di nomi del calibro di Ibrahimovic, Donnarumma, Theo Hernandez, rappresenterà una componente importante del curriculum di Meité, in vista di un suo inserimento nella lista dei possibili partenti a titolo definitivo.

Tenendo conto delle premesse che avevano portato alla sua cessione invernale, il tentativo del Toro di cederlo, per una cifra presumibilmente inclusa tra i cinque e mezzo e gli otto milioni di euro, appare al momento lo scenario plausibile, in vista di giugno.


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