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Meno due giorni al debutto del Toro di Longo. Con la voglia di sperimentare

di Claudio Colla

Consumatosi prima il divorzio da Mazzarri, poi il ritorno in società, questa volta nel ruolo di prima fila per eccellenza, per Moreno Longo, al Filadelfia si lavora alacremente, in direzione di una (ri)partenza col botto. Dell'idea di continuità tattica, sulla base della quale il nuovo corso granata sta muovendo i suoi primissimi passi si è già parlato, appena due giorni fa: https://www.torinogranata.it/primo-piano/stagione-ormai-buona-per-ritrovarsi-e-ricostruire-senza-dimenticare-il-gallo-101072. Ma va altresì ricordato che Longo non ripone nella difesa a tre un atto di fede come quello mazzarriano, e che non si può assolutamente escludere, con buona pace della suddetta continuità, che l'approccio tattico alla preparazione delle sedici rimanenti gare di campionato si riveli decisamente meno manicheo, rispetto a quanto visto, nel bene e nel male, nel corso dell'ultimo biennio.

Il nuovo tecnico del Toro, tra gli anni felici della Primavera granata, e l'esperienza alla Pro Vercelli, ha manipolato con maestria anche il 4-3-3, con occasionale variante a ulteriore impatto offensivo, in direzione di un 4-2-3-1/4-2-4, in corso di gara. Ed è proprio la versatilità tattica a poter elevare il rendimento di un organico al momento scoraggiato, oltre che numericamente risicato. In pillole, ecco quattro possibili sperimentazioni che tifosi granata e addetti ai lavori potrebbero aspettarsi, nelle prossime settimane:

1) Cristian Ansaldi sul fronte offensivo. Che Longo voglia consentire a Belotti di godere di maggior libertà sul fronte d'attacco, garantendogli al tempo stesso più rifornimenti, non è un mistero. E un passaggio alla difesa a quattro, in questo caso precipuamente in direzione di un 4-2-3-1, potrebbe venire incontro a tale esigenza, accompagnando al Gallo il compagno di squadra dall'impatto offensivo al momento più degno di nota, quanto meno limitatamente alla stagione in corso. Ansaldi, che prima di fermarsi causa infortunio muscolare, ormai un mese fa, e che ora appare prossimo al rientro, stava vivendo un momento di particolare grazia, quanto meno dal punto di vista delle prestazioni individuali, potrebbe dunque agire da esterno offensivo sulla trequarti, beneficiando inoltre di un terzino sinistro alle sue spalle (presumibilmente Ola Aina), scelta potenzialmente foriera di minori rischi di nuovi stop per l'argentino. Considerata la penuria di laterali di casa Toro, tale opzione appare tuttavia proponibile solo occasionalmente, magari soprattutto per le gare casalinghe.

2) Armando Izzo terzino destro. Scelta potenzialmente gradita anche da Roberto Mancini, che in azzurro ha già sperimentato l'appannata stella difensiva di casa Toro sulla corsia destra della sua difesa a quattro, Izzo potrebbe così farsi largo in direzione di un posto a Euro 2020. Prospettiva che, al momento, appare per lui lontana, nell'ottica di una convocazione da difensore centrale, considerato l'elevatissimo livello di rendimento messo in mostra dal laziale Acerbi. Assurgere però allo status di jolly potrebbe essere d'aiuto all'Armandone, specie nel frangente di parziale smarrimento vissuto dall'atleta campano. Izzo, d'altra parte, era già stato occasionalmente chiamato a difendere più lateralmente già nei suoi anni al Genoa, tra Gasperini, Ballardini, e Juric. Dalla sperimentazione di passo e collocazione nuovi, con obiettivi di classifica ormai decisamente blandi, un giocatore che ancora non ha completato il proprio potenziale arco di crescita può senza dubbio trarre beneficio.

3) Lyanco regista davanti alla difesa. Idea già lanciata da Mazzarri nella coda del suo corso granata, tale sperimentazione potrebbe contribuire a risolvere i problemi sia quantitativi sia qualitativi che affliggono il centrocampo granata. D'altra parte, è anche la recente tradizione carioca a parlare in tal senso: Thiago Silva e David Luiz, il capitano del PSG anche con maggior successo, hanno saputo effettuare in più frangenti il passaggio da difensore centrale, loro ruolo primario, a quello di playmaker basso. Grazie a quel piede educato del quale anche Lyanco, seppur per brevi sprazzi, ha dimostrato di essere provvisto.

4) Il Tridente verde. Al di là della suggestiva metafora vegetal-floreale, ci piace pensare che Simone Edera, nel dimenticatoio da ormai quasi due anni tra infortuni e incompatiiblità tattica con i moduli mazzarriani, possa trovare nuova linfa dall'arrivo di Longo, col quale aveva condiviso il brillante biennio della Primavera granata 2014-16. E, al netto del rilancio di Simone Zaza, altro "punto del programma di governo", un 4-3-3 che veda Belotti al centro, supportato dallo stesso Edera e dalla stellina Millico, è certamente una soluzione alla quale tifosi e osservatori auspicano di assistere.