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Mercato chiuso: Toro meglio del Cagliari? Il confronto tra granata e isolani

di Claudio Colla

La sfida col Cagliari di Eusebio Di Francesco, in programma tra dieci giorni, rappresenterà già un crocevia importante per il Toro di Giampaolo: due sconfitte nelle due gare finora disputate, alla gara casalinga contro i rossoblù, seguiranno la trasferta al cospetto di un Sassuolo sulla cresta dell'onda, e l'arrivo al Grande Torino da parte della Lazio della trimurti Immobile-Milinkovic-Luis Alberto. Arduo dunque ignorare il fatto che, considerati gli impegni in ballo, senza una vittoria contro gli isolani, i granata rischiano di arrivare al recupero di Marassi, in programma il 4 novembre, ancora a secco di punti o quasi.

Mai davvero sulla giusta carreggiata l'ipotesi di scambio che avrebbe portato Joao Pedro a Torino, con Simone Verdi sulla rotta della Sardegna, DiFra ha visto il proprio fronte offensivo, appena prima del gong, rafforzarsi con un altra ex-riserva di casa Napoli, l'algerino Adam Ounas. Ma si mormora che l'ex-tecnico di Sassuolo, Roma e Samp sia andato su tutte le furie, per via del mancato ritorno a Cagliari di Radja Nainggolan. E, se per quanto riguarda la difesa, l'arrivo di Diego Godín, che potrebbe debuttare in rossoblù proprio contro il Toro, garantisce agli isolani la presenza in organico di un centrale di enorme spessore, e di esperienza internazionale anche superiore a quella di Nicolas Nkoulou, in un assetto peraltro decisamente più simile a quello in cui il difensore uruguagio ha scritto pagine di storia dell'Atletico Madrid, sulle corsie laterali l'attuale caratura granata è complessivamente superiore a quella cagliaritana. La partenza di Luca Pellegrini è stata sì colmata con un Tripaldelli tutto da scoprire, ma il finora scarso minutaggio in Serie A dei terzini agli ordini dell'altro allenatore abruzzese potrebbe rappresentare un fattore anche solo minimamente rilevante, nel match in programma tra due domeniche.

Poco da dire sul confronto a distanza tra i due portieri: Sirigu semi-titolare della Nazionale, Cragno, subentratogli ieri al 72', da debuttante in azzurro, serio candidato alla posizione di terzo all'Europeo. Al netto del succitato mancato ritorno del Ninja dall'Inter, il Cagliari appare nel complesso superiore al Toro, quanto meno in termini di mero tasso tecnico, per quanto riguarda la mediana: Nandez è alla stagione cruciale per garantirsi un futuro da protagonista in un top club, il nuovo arrivato Razvan Marin è certamente "più regista" di qualunque interprete della mediana granata, e Marko Rog ha acquisito un livello di solidità, lungo la passata stagione, che lo pongono attualmente davanti sia a Linetty sia a Meité, in termini di affidabilità, e di quel dinamismo che a una mezzala "di successo" non può mancare.

L'attacco, infine. Di Francesco ha chiesto Sottil, che è arrivato; non appare ancora chiara, però, la collocazione di Simeone, alternativamente rincalzo di Pavoletti, ancora in fase di pieno recupero, o suo possibile partner, tenendo conto della quasi inamovibilità di Joao Pedro. Dell'attacco del Toro, che in termini di singoli non trova eguali, sulla sponda cagliaritana, in Belotti, si è già detto molto: Bonazzoli tutto da scoprire, sulla scia di una passata stagione in cui ha appena iniziato a far rivivere le grandi aspettative riposte in lui all'epoca del suo approdo alla Samp, Gojak promette bene come trequartista "vero", e il bosniaco potrebbe dar vita a un ottimo tandem di supporto al capitano, insieme a Simone Verdi. Senza dimenticarsi di uno Zaza che, qualche volta, arma vincente dalla panchina lo è stato.

Confronto in definitiva abbordabile, in termini assoluti, per il Toro, che può seriamente puntare, tra dieci giorni, alla prima vittoria dell'era Giampaolo. Contro un Cagliari che ha sì risorse, ma, proprio come i granata, non appare al momento irresistibile.


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